SEI NIGERIANA E TI SPOSI ? TI LICENZIO !
Nello scorso mese di marzo, una operaia nigeriana della Damiani & Zara srl, società che condivide il medesimo capannone, il medesimo spiazzo e la medesima caldaia, con la Damiani Daniela - Laboratorio artigianale, licenziava una operaia nigeriana, Julia, al ritorno dal suo congedo matrimoniale. Aprivamo una vertenza e si raggiungeva un accordo prima di giungere al processo, che portava Julia al reintegro nel mese di luglio 2010 ed alla corresponsione delle mensilità non lavorate. Nel frattempo, Joy, una sua amica nigeriana, che fa lo stesso lavoro presso il Laboratorio artigianale, assieme a Julia eccepiva oltre che la bontà del contratto di apprendistato, anche differenze retributive, ferie forzate e discriminazione. Subito dopo l'avvio della vertenza di Joy, a giugno, iniziava un nuovo ciclo di contestazioni disciplinari, addirittura giungendo, dopo la riassunzione di Julia, verso la fine di luglio 2010, a ben 6 sanzioni disciplinari per 4 fatti diversi, uno persino tardivo essendo riferito alla fine di maggio 2010, nel breve volgere di 2 giorni solari. Alle impugnazioni, seguiva una drastica riduzione delle sanzioni e l'annullamento di 2 di esse. La commercialista incaricata di rappresentare l'azienda, così come rifiutava di presenziare a due vertenze contro il mobbing attuato verso Julia e Joy (Julia dopo la riassunzione non può più mangiare in ditta durante la pausa pranzo perché per pararsi, hanno tirato su un muro come a dividere le due aziende all'interno dello stesso capannone; Joy era discriminata e mobbingzzata con atteggiamenti drastici ed autoritari), garantiva che "non era assolutamente intenzione" dell'azienda Damiani Daniela - Laboratorio artigianale, di licenziare Joy, bensì di farle prendere atto delle modalità di comunicazione delle malattie (la azienda non paga l'indennità di malattia conto ditta attaccandosi al contratto metalmeccanici artigiani, contratto applicato in forza della collocazione aziendale, ma se le due aziende fossero in realtà una sola ? saremmo quasi a 30 operai-operaie immigrati-e, che quando entrano in fabbrica hanno alto sul pinnone il vessillo italiano), della necessità del nome sul campanello, del fatto che occorre saper distinguere meglio i chip gli uni dagli altri (e che altri due operai-operaie erano stati più pesantemente sanzionati).
Sappiamo bene come è difficile portare gli operai a testimoniare in questi anni fascisti. Tanto più adesso che in certe ditte usano gli immigrati di una nazione contro quelli di un'altra. E visto che erano stati fatti 3 nuovi assunti e che Joy era in scambio di raccomandate per ottenere il suo congedo matrimoniale (si sposa all'inizio di gennaio in Nigeria), era necessario mostrare il pugno di ferro !
Ma siamo rimasti stupiti della formula usata per il licenziamento di Joy (1-1 palla al centro), il sig.Zara (titolare dell'altra delle due società) è andato dalla Joy nella parte del Laboratorio artigianale, a dirle come mai usava l'avvitatore manuale anziché quello automatico, ce n'è uno solo, e sono in 15 a doverlo usare, quindi Joy usa sempre quello manuale da anni ed anni. Al sorriso innocente di Joy, preso per offesa impudente, è seguito il licenziamento disciplinare, che ora è impugnato dallo Studio Legale Simioni di Padova, che già era intervenuto nel primo licenziamento.
Speriamo che le donne del Veneto, e le cittadine di Mogliano Veneto, aiutino Joy a riprendere possesso del Suo Lavoro !
Disoccupati organizzati Treviso di SLAI Cobas per il Sindacato di Classe
__________ Informazione NOD32 5714 (20101218) __________
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