Ieri le lavoratrici, disoccupate del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario di Taranto hanno iniziato lo studio collettivo del testo di Engels "L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato".
Lo scopo di questo studio è principalmente formativo, per rafforzare la teoria, le basi storico materialistiche della condizione delle donne, dell'intreccio classe/genere, come indispensabile arma di lotta della battaglia su tutti i campi, pratico e ideologico, delle donne che hanno una doppia rivoluzione da portare avanti.
Ma appunto perchè lo studio per noi è un arma di lotta esso ha lo scopo anche di criticare altre teorie o idealiste o parziali, che o vedono la lotta contro la condizione di doppio sfruttamento e oppressione delle donne principalmente e a partire dal campo delle idee, e quindi, in ultima analisi lasciano alle intellettuali il ruolo principale; o vedono l'albero e non la foresta di cui l'albero è parte e prodotto, l'effetto e non le cause, il maschilismo e non il sistema sociale che lo produce, che vedono il genere e non la classe - come altre concezioni e politiche vedono la classe e non il genere.
Teorie che in ultima analisi portano ad una stessa conseguenza: il riformismo, che nel campo del movimento delle donne è ancora più criminale.
Nella lettura collettiva del 1° capitolo del testo di Engels alcune discussioni delle compagne si sono concentrate: sulla critica al determinismo (che può sfociare in ultima analisi in una visione religiosa) che porta ad oscurare il ruolo sempre trasformante, dirompente dell'umanità liberata dalle catene della borghesia; sul rapporto/scontro tra sviluppo delle forze produttive e rapporti di produzione, e sull'enorme potenzialità di sviluppo delle forze produttive, una volta rotti gli attuali rapporti di produzione capitalistici.
Nella riunione abbiamo ripreso anche l'opuscolo "Spunti di dibattito per un movimento femminista proletario rivoluzionario" che riporta il seminario del 1995 e che riguardava proprio la concezione storico materialistico dialettica della condizione delle donne.
Di esso riportiamo due parti (l'opuscolo può essere inviato a chiunque ce lo richieda):
"... la questione femminile viene posta in genere in modo totalmente rovesciato: prima ci deve essere il pensiero e poi questo pensiero deve produrre una pratica. Il problema è che la stessa ideologia, le concezioni... non provengono dal cielo o da fatti individuali o sono innate, ma sono legate ad un processo storico, a una condizione di classe...";
"... rapporto tra lotta delle donne e comunismo. Nei collettivi femministi non è tanto scontato parlare di comunismo. Ma insieme alla classe proletaria, che storicamente, materialisticamente è la classe più conseguente con la prospettiva comunista, sono le donne quelle che più di ogni altro hanno a che fare con il comunismo, perchè la lotta delle donne non è una lotta parziale, settoriale, ma una lotta che mette tutto in discussione anche i rapporti tra le persone, donne e uomini. E' generale, nel senso che riguarda non solo la struttura o il tipo di governo, ma va alla radice delle questioni... ha a che fare con l'insieme della concezione della vita... In questo senso se qualche lotta deve essere comunista, in termini di una società in cui i rapporti tra le persone non sono più guidati e basati sulla proprietà privata (anche della donna) e sul profitto, questa è la lotta delle donne...".
Nessun commento:
Posta un commento