Rai 3, Bergamo scioccata
A «Chi l’ha visto?» racconti horror: «Sesso in villa con bambine»
17 dicembre 2010 Giornale di Bergamo
Una villa in provincia di Bergamo dove uomini adulti avrebbero rapporti sessuali con ragazzine di 12-13 anni, ma anche un gruppo di delinquenti che a Zingonia si "divertirebbe" a molestare e violentare minorenni. E’ stata una puntata choc quella del programma «Chi l’ha visto?», andata in onda mercoledì sera su Raitre; una puntata durante la quale, nel corso del servizio sulla scomparsa di Yara Gambirasio, la 13enne sparita da Brembate Sopra lo scorso 26 novembre, è stato descritto un luogo di "incontri" che richiamerebbe il film «Eyes wide shut» di Stanley Kubrick, non fosse che ad avere rapporti tra di loro sarebbero delle persone adulte, anche molto mature, e delle minorenni ancora giovanissime, che verrebbero adescate dentro o all’esterno di palestre e piscine. Ed è proprio fuori da una palestra, quella del centro sportivo di Brembate Sopra, che Yara si è come volatilizzata, forse mentre tornava a casa sua in via Rampinelli, a soli 700 metri di distanza.
«Il fatto di cui sto per parlare mi è accaduto nei primi dieci giorni di novembre, quando lavoravo in un centro massaggi di Milano», ha raccontato una donna, col volto oscurato e la voce camuffata, a un’inviata di della trasmissione Rai, che si occupa di persone scomparse. «Non ricordo il giorno preciso, ma posso dire con certezza che verso le 15.30 circa arrivò una telefonata: un uomo chiedeva un trattamento. Gli risposi che c’era disponibilità e lui disse che sarebbe arrivato verso le 19.30». Il signore che si presentò quella sera al centro «era una persona tranquilla, con una voce forte, molto autorevole come timbro, però abbastanza distinta ed elegante. Durante il trattamento mi disse che a lui piaceva dominare le donne, però quelle piccole, di 12-13 anni. Le chiamava ragazzine, non bambine. Gli chiesi come le "trovasse". Lui, con molta disinvoltura e tranquillità, mi rispose: "Il metodo è semplice. Ci sono tante piscine e palestre e lì ce ne sono tante. Avvicinarle non è difficile: basta che ci sia una figura femminile che le agganci o comunque parli con loro. Una volta che la ragazzina si tranquillizza il gioco è fatto". Io sono rimasta un po’ sconcertata. Lui parlava in maniera molto realistica, come fosse abituato, come se raccontasse qualcosa di sè o di qualcosa che aveva fatto, anche molte volte».
Il racconto della testimone, però, è andato oltre. Perché, una volta adescate le ragazzine, l’uomo le avrebbe raccontato «che la fase successiva è quella di portarle in un posto dove ci sono altri uomini. Non mi ha detto il luogo preciso, mi ha solo parlato di una villa molto isolata e molto grande nella zona della Bergamasca, dove lui partecipava a questi "incontri". Immagino ci sia un giro di soldi che ruota intorno a tutto questo. Gli ho chiesto che mestiere facesse. Mi ha detto che era nel campo dell’ediizia e mi ha dato l’impressione di essere un uomo facoltoso e benestante; sicuramente lo era per come si è presentato. L’aspetto fisico? Era abbastanza robusto, non molto alto - circa un metro e 70 -, aveva un po’ di pancetta e poteva avere sui 55-60 anni. Mi ha detto che era di fuori Milano: io credo venisse proprio dalla Bergamasca».
Una testimonianza quanto meno choccante quella fatta sentire da «Chi l’ha visto?», anche se la conduttrice Federica Sciarelli ci ha tenuto a precisare che, naturalmente, non è detto che la vicenda (a patto che sia vera) abbia qualcosa a che fare con Yara. E, d’altra parte, dal comando provinciale dei carabinieri di Bergamo, che insieme alla Polizia sta indagando sulla scomprsa della 13enne di Brembate Sopra, fanno laconicamente sapere che «non sono mai arrivate segnalazione di ville in cui si violentano bambine in Bergamasca. Se ce ne saranno di attendibili le verificheremo».
Durante la puntata di mercoledì sera, ad ogni modo, il programma non si è limitato alla testimonianza choc sulla «villa del sesso». In precedenza, infatti, era stata letta una lettera (non firmata) di una sedicente ragazza residente a Zingonia, che denunciava la presenza, nell’area, di «un gruppo composto da alcuni delinquenti pericolosi che si divertono a molestare ragazzine (l’ho sperimentato sulla mia pelle). Lo stesso gruppo, oltre a un furgone bianco sparito da quando è successo il caso di Yara, possiede un’utilitaria bordeaux». Tra l’altro la maggior parte di questi delinquenti lavorerebbe «nei cantieri della Bergamasca: cercate informazioni lì! Non è stato mai fatto nulla per fermarli e questi continuano a fare a modo loro con risse, molestie e violenze su noi innocenti ragazze, minacciandoci in più modi». La lettera si conclude con un’esortazione: «Indagate e fermateli!». Da noi interpellato sulla questione, il capitano della compagnia di Treviglio Antonio Berardi ha categoricamente smentito il fatto che i carabinieri abbiano mai ricevuto segnalazioni relative a un gruppo di molestatori o violentatori, tanto meno muniti di un furgone bianco, «nella zona di Zingonia o altrove». Né avrebbero a che fare con questo fantomatico gruppo i due marocchini arrestati proprio mercoledì a Zingonia con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di una ragazza.
Che le segnalazioni fatte «Chi l’ha visto» siano vere o meno una cosa, comunque, è certa: il caso di Brembate Sopra sta facendo sentire i suoi effetti in tutta la Bergamasca (e in tutta Italia).
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