sabato 18 dicembre 2010

pc quotidiano 18 dicembre - FIAT TORINO: MA QUALE "LIBERTA' DI ESPRESSIONE"!

“La manifestazione pro Marchionne – dice il responsabile nazionale auto della Fiom, Giorgio Airaudo – sarebbe la storia che si ripete in farsa, una riedizione in sedicesimo della marcia dei 40 mila. Noi siamo per la libertà di espressione e manifestazione e se ci sarà un'iniziativa, come si dice in questi giorni in fabbrica, vediamo chi avrà portato più persone...”.

Così questa mattina con un presidio che chiede lavoro e libertà alla porta 5 di Mirafiori, ingresso della palazzina uffici, Airaudo ha pensato di rispondere alla manifestazione a favore dell'accordo proposto da Marchionne ai sindacati.
Quindi, in nome della “libertà di espressione e manifestazione”, la manifestazione pro Marchionne se veramente si farà, non troverà nessun effettivo ostacolo.
A fronte del fascismo padronale, la Fiom oppone solo un confronto impotente di numeri.

La realtà è che la marcia dei 40 mila segnò la fine di una grande lotta, dei 35 giorni, e l'inizio di un attacco pesantissimo alla difesa dei posti di lavoro, ai diritti degli operai, alla forza di lotta di un'avanguardia che oggettivamente rappresentava gli operai di tutte le fabbriche; segnò la sconfitta non solo degli operai Fiat ma di tutti gli operai; e il suo peso si vide subito con più di 200 operai suicidati, e si è visto nei decenni seguenti fino al piano Marchionne.
La stessa marcia più recente a Pomigliano di giugno, con capi, impiegati, familiari, benedetta da Chiesa e politici, per il sì all'accordo, ha segnato un clima pesante di ricatto che ha sicuramente influito anche sul risultato numerico del voto, ma soprattutto su un diverso sviluppo della lotta.

A fronte del fascismo padronale, gli operai della Fiat e i lavoratori tutti non devono essere affatto per la “libertà di espressione e manifestazione”! La “libertà” dei sostenitori del piano Marchionne è la sconfitta degli operai, e va contrastata in tutti i modi!

Questa linea della Fiom, che a livello nazionale è il rinvio sine die dello sciopero generale – e questo nonostante i numeri del 16 ottobre – è quindi per il movimento operaio il concreto e principale ostacolo ad una vera lotta e opposizione all'avanzata dell'attacco di Marchionne, della Confindustria e del governo.

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