PROCESSO ETERNIT: UDIENZA DEL 13 DICEMBRE
Mentre, martedì 7 dicembre, il Consiglio comunale di Casale Monferrato conferma lo stanziamento di tre milioni per la riqualificazione dell'area dove sorgeva lo stabilimento Eternit - verrà creato un parco pubblico, una pista ciclabile ed un parcheggio - ed il venerdì successivo viene presentato, presso l'ex Circolo ricreativo dell'Eternit (attualmente Circolo ricreativo comunale) di via Visconti 2, il libro "La mala polvere" della giornalista della Stampa Silvana Mossano, continua, presso il tribunale di Torino, il processo ai due padroni genocidi dell'industria del cemento-amianto: il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny ed il barone belga Jean Louis Marie Ghislain de Cartier de Marchienne.
La seduta odierna prevede l'audizione degli epidemiologi ct delle parti civili e delle difese (il professor Terracini, per la regione Piemonte, ed il professor Romano per la difesa Schmidheiny); questo però non prima di aver ascoltato i ct della Procura, dottor Menegozzo e dottor Poma, sulle evidenze epidemiologiche riguardanti lo stabilimento di Bagnoli.
I due dottori tratteggiano uno scenario epidemiologico che ha poco da invidiare a quello di Casale Monferrato - la città alessandrina di 35 mila abitanti che ha subito più di 1.600 lutti a causa dell'amianto; si pensi che, con riferimento soltanto agli ex dipendenti, su 1.086 morti nel tempo, ben 365 sono state causate direttamente da malattie asbesto correlate: 133 per cancro al polmone; 9 per cancro alla laringe; 156 per asbestosi (ai quali si dovrebbero aggiungere altri 101 mancati per altri motivi, ma che risultavano essere affetti da asbestosi); 36 per mesotelioma pleurico; 29 per mesotelioma peritoneale; 2 per carcinoma ovarico (un particolare tipo di carcinoma legato senza dubbio all'esposizione all'amianto).
Sembra utile segnalare l'atteggiamento della difesa, perché palesa un tale livello di nervosismo - che sfocia nella assurda ed arrogante pretesa degli avvocati Di Amato ed Alleva di conoscere in anticipo i dati delle conclusioni delle consulenze per poter preparare un'adeguata difesa, rigettata dalla Corte, con un'apposita ordinanza, per palese infondatezza: il cpp prevede che le parti conoscano i contenuti della ct soltanto quando questa venga esposta in aula, in modo che in quel momento possano procedere all'interrogatorio ed al suo controinterrogatorio - da far pensare che gli avvocati si siano resi conto di non avere armi a disposizione, e che quindi puntino tutto sull'allungamento dei tempi del processo perché questo cada in prescrizione dei termini, o magari si interrompa per il decesso dell'89enne belga.
Ad avvalorare questa ipotesi è la successiva richiesta, rigettata seduta stante dalla Corte in base all'ordinanza di pochi minuti prima, di dare tre mesi di tempo al ct Romano per potersi documentare adeguatamente sulle consulenze delle altre parti; come fa giustamente notare il giudice Giuseppe Casalbore, in pratica il ct vuole lavorare solo con i dati degli altri ct, sfruttandone il lavoro: comodo il signorino!
La prossima seduta, che è l'ultima del 2010, sarà incentrata sulla fine dell'esame e sul controesame del Romano - su quel poco che ha detto, e poi sarà la volta del controinterrogatorio del Silvestri; per concludere la parte riguardante gli epidemiologi, la seduta successiva (10 gennaio 2011) verrà ascoltato il dottor Rush, l'epidemiologo statunitense ct della difesa.
Torino, 13 dicembre 2010
Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino
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