NO all’intitolazione di una via di Parma ai “martiri delle foibe”
SI all’intitolazione di una via di Parma ai partigiani italiani all’estero
Il Comune di Parma, con la riunione di lunedì 15 novembre ‘10 della
Commissione Toponomastica presieduta dall’assessore Fecci, ha deciso l’intitolazione
di una via della città ai cosiddetti “martiri delle foibe”.
Esprimiamo la nostra netta contrarietà di democratici antifascisti di Parma
a questa scelta.
Vittime delle foibe, al confine nordorientale dell’Italia con l’allora
Jugoslavia, sono stati nel settembre-ottobre 1943 e nel maggio 1945 alcune
centinaia di italiani in gran parte militari, capi fascisti, dirigenti e
funzionari dell’amministrazione dell’Italia occupante la Jugoslavia,
collaborazionisti. Si è trattato nel complesso di circa seicento vittime
(escludendo dispersi e fucilati in guerra, deportati e morti in campi di
concentramento, ecc.) per mano di partigiani jugoslavi, conseguenza dell’odio
popolare e della rivolta nei confronti dell’Italia fascista che aveva dagli
anni ’20 sottomesso e oppresso le popolazioni slave delle zone di confine e
poi aggredito militarmente e occupato interi territori della Jugoslavia fino
a fare della slovena Lubiana una provincia d’Italia.
Dalla foiba di Basovizza, assunta a simbolo di tutte le foibe, sono state
rinvenute le spoglie di una decina di uomini soltanto, e tutti militari
tedeschi.
Riportiamo alcuni nominativi di italiani riconosciuti quali “martiri delle
foibe”.
- Cossetto Giuseppe, infoibato nel ’43 a Treghelizza, possidente, segretario
del fascio a S. Domenica di Visinada, capomanipolo MVSN (Milizia Volontaria
Sicurezza Nazionale, sottoposta direttamente ai tedeschi), già squadrista
sciarpa Littorio;
- Morassi Giovanni, arrestato a Gorizia nel maggio ’45 e scomparso,
Vicepodestà e Presidente della Provincia di Gorizia;
- Muiesan Domenico, ucciso nel ’45 a Trieste, irredentista, legionario
fiumano, volontario della guerra d’Africa, squadrista delle squadre d’azione
a Pirano;
- Nardini Mario, ucciso nel ’45 a Trieste, capitano della MDT (Milizia
Difesa Territoriale, sottoposta direttamente ai tedeschi), già XI Legione
MACA (milizia fascista speciale di artiglieria controaerei);
- Patti Egidio, ucciso nel ’45, pare infoibato presso Opicina,
vicebrigadiere del 2° Reggimento MDT, già MVSN, GNR (Guardia Nazionale
Repubblicana), squadrista;
- Polonio Balbi Michele, scomparso a Fiume il 3 maggio ’45, sottocapo
manipolo del 3° Reggimento MDT;
- Ponzo Mario, morto nel ‘45 in prigionia, colonnello del Genio Navale, poi
inquadrato nel Corpo Volontari della Libertà del Comitato di Liberazione
Nazionale (antifascista) di Trieste, arrestato per spionaggio sul movimento
partigiano jugoslavo in favore del fascista Ispettorato Speciale di PS
(Pubblica Sicurezza, sottoposta direttamente ai tedeschi);
- Sorrentino Vincenzo, arrestato nel maggio ’45 a Trieste, condannato a
morte da tribunale jugoslavo e fucilato nel ’47, ultimo prefetto di Zara
italiana, membro del Tribunale Speciale della Dalmazia che comminava
condanne a morte con eccessiva facilità secondo gli stessi comandanti
militari italiani (“girava per la Dalmazia, e dove si fermava le poche ore
strettamente indispensabili per un frettoloso giudizio, pronunciava sentenze
di morte; e queste erano senz’altro eseguite”).
E’ assolutamente grave, mistificatorio, e inaccettabile che persone come
queste, fascisti e criminali fascisti, vengano ricordate definendole
“martiri” e attribuendo loro riconoscimenti come l’intitolazione di una via
cittadina.
Chiediamo alla Giunta Comunale di Parma città delle Barricate antifasciste
del ’22 e medaglia d’oro della Resistenza di desistere dal proposito di
realizzare “via martiri delle foibe”.
Chiediamo al Comune di Parma di dedicare una via ai quarantamila soldati
italiani che l’indomani dell’8 settembre ’43 si unirono alla Resistenza
jugoslava e combatterono insieme con l’Esercito Popolare di Liberazione
Jugoslavo, la metà di loro dando la vita in quell’epica lotta nei Balcani,
per
la liberazione dal nazifascismo e il riscatto dell’Italia dell’onta in cui
il fascismo l’aveva gettata.
COMITATO ANTIFASCISTA E PER LA MEMORIA STORICA – PARMA
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