TERZO GIORNO DI SCIOPERO DELLA FAME DEGLI OPERAI SOMMINISTRATI ILVA.
Gli operai sono decisi a resistere, hanno convocato una conferenza stampa per lunedì prossimo alle ore 16 presso il loro presidio sulla scalinata vicino alla Direzione dell'Ilva.
Dopo di lunedì se non ci dovessero essere segnali positivi, potrebbero essere decise anche altre le iniziative.
Uno degli operai sta molto debole, ma non vuole lasciare i suoi compagni, benchè la situazione cominci a diventare difficile, soprattutto di notte, e con il poco spazio che hanno a disposizione.
Anche stamattina una delegazione dei Disoccupati Organizzati e dello Slai cobas per il sindacato di classe è andata al presidio a portare una solidarietà concreta: Lo Slai cobas ha investito la città con manifesti, le portinerie dell'Ilva e delle Ditte; sta portando quotidianamente la lotta dei somministrati a livello nazionale, tanto che cominciano a giungere messaggi di solidarietà da altre città e realtà lavorative; messaggi che domenica porteremo al presidio costruendo un pannello.
Questa solidarietà concreta serve la protesta degli operai.
Non altrettanto la ipocrita solidarietà di sindacalisti, come oggi quello della Cisl, responsabili di accordi che hanno permesso all'Ilva di usare, sfruttare senza rispetto di diritti contrattuali, di norme di sicurezza i somministrati per anni e poi buttarli fuori; o l'altrettanta inutile solidarietà di assessori al lavoro della Provincia (che dicono che loro non possono fare nulla) o di parlamentari, come il presenzialista Vico Ludovico del PD che si fanno propaganda ma non fanno alcun vero atto che possa disturbare il manovratore.
Questa lotta ora ha bisogno di fare un salto sia nei contenuti che nelle forme.
Chiedere un anticipazione del tavolo nazionale tra OOSS e Ilva del 9 dicembre è troppo poco senza vincolare i sindacati a precisi obiettivi e a organizzare iniziative di lotta, se c'è un nulla di fatto o un altro rinvio
Occorre chiedere alle Rsu dell'Ilva che convochino una riunione straordinaria e urgente da tenersi sotto il presidio dei somministrati Ilva, e qui ogni delegato ci deve “mettere la sua faccia”.
Chiedere un accordo che “permetta di ritornare a lavorare se pure alla fine della crisi”, lascia di fatto il coltello in mano a Riva, visto che per l'azienda, come sta dimostrando con la cassintegrazione (che doveva già essere terminata secondo i precedenti impegni), la crisi ha sempre una proroga e quindi così non ha mai fine – di fatto Riva, come tanti grandi padroni, ha trovato il “filone d'oro” per continuare a scaricare ogni difficoltà sugli operai, liberarsi di alcuni e supersfruttare chi resta, negare diritti, ecc.
Nelle forme, occorre collegarsi a chi sta anche lottando per il lavoro, in primis i Disoccupati Organizzati in lotta, collegarsi e chiamare tutti lavoratori che hanno perso o stanno perdendo il lavoro, in primis quelli dell'appalto Ilva; insieme fare anche altre iniziative di lotta che non lascino in pace padron Riva e impongano con la lotta dura provvedimenti concreti delle Istituzioni.
Se l'Ilva e le Istituzioni non temono la lotta dei lavoratori, non faranno nulla!
MARTEDI' 23 NOV. VIENE A TARANTO LA MARCEGAGLIA AD INCONTRARSI CON RIVA. LO SLAI COBAS ORGANIZZA UN PRESIDIO ALL'ILVA SOTTO LA DIREZIOEN E CHIAMA TUTTI I LAVORATORI, I DISOCCUPATI AD ESSERE PRESENTI.
CASSINTEGRAZIONE, ANCORA UNA VOLTA RIVA HA OTTENUTO CIO' CHE VUOLE!
Ieri, 18 novembre, l'Ilva e Fim, Fiom, Uilm hanno firmato l'ennesima nuova massiccia cassintegrazione che toccherà 1000 operai e partirà dal 6 dicembre.
Con che coraggio le OOSS firmano? quando è palese che Riva ha trovato il “filone d'oro” per scaricare sempre e comunque ogni difficoltà economica sui lavoratori.
Nei mesi scorsi Riva aveva detto che si andava verso la fine della cig e il rientro stabile di tutti gli operai; ora bellamente viene meno ai suoi stessi impegni e nessuno dice niente; anzi si firma una cassintegrazione, che se rimane in deroga è peggiore delle precedenti!
Con che coraggio, nonostante anche nel verbale di accordo si scrive che vi sono “segnali di miglioramento congiunturali”, si va verso una cassintegrazione in deroga che di fatto è l'ultima spiaggia, dopo di chè vi sono le dichiarazione di esuberi?
La verità è che in questo modo la cassintegrazione non avrà mai fine e la crisi continuerà ad essere usata normalmente da Riva per salvaguardare i suoi profitti.
I risultati che Fim, Fiom, Uilm sbandierano: la riduzione da 1500 a 1000, sono un'offesa verso gli operai.
Le modifiche richieste, come quella di chiedere all'INPS di cambiare da cigs in deroga a cassintegrazione ordinaria, non sono ancora certe.
E'inoltre inaccettabile che di fronte alla continua perdita di posti di lavoro nell'appalto Ilva con migliaia di licenziamenti degli operai, le OO.SS. invece di chiedere la difesa dei posti di lavoro, il reintegro dei licenziati, chiedono un Tavolo per il “monitoraggio sullo stato delle aziende dell'appalto siderurgico e sulla situazione dei diritti dei lavoratori...” - e mentre “monitorizzano”, gli operai continuano a perdere il lavoro!
GLI OPERAI DELL'ILVA E DELL'APPALTO FINO A QUANDO CONTINUERANNO AD ACCETTARE TUTTO QUESTO?
PER CHI NON VUOLE CONTINUARE A PIEGARE LA TESTA, PER CHI NON VUOLE RASSEGNARSI, LA VIA C'E'. E' QUELLA DELLA LOTTA E DELL'AUTORGANIZZAZIONE, A PARTIRE DAI REPARTI.
RIVA E' FORTE FINCHE' LO SI LASCIA ESSERE FORTE!
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