Perché il 17 novembre abbiamo scelto di partecipare alla costruzione uno spezzone autorganizzato? Il 17 novembre è stato proclamato, da molti anni, Giornata Internazionale dello Studente, ed in quel giorno si terranno come sempre manifestazioni in parecchie città italiane. Da anni però, questa data è stata svuotata del suo contenuto di lotta. Il 17 novembre è diventata l’ennesima sfilata di partiti, partitini e sindacati studenteschi – emanazione di quelli concertativi – che proprio come i loro “progenitori” svendono le istanze dei lavoratori, si accordano con la controparte, hanno rinunciato alla lotta.
Ci siamo autorganizzati perché non dimentichiamo che, negli ultimi venti anni, a demolire il sistema formativo nel nostro paese, a colpire duramente i diritti degli studenti, a condannarci alla disoccupazione o alla precarietà a vita, ad ipotecare il nostro futuro, sono stati sia i partiti di centrodestra che quelli di centrosinistra, con l'appoggio complice di CGIL-CISL-UIL.
Ci siamo autorganizzati perché vogliamo riprenderci il nostro diritto a studiare, a pensare criticamente, a decidere, ad agire, scavalcando e lasciandoci alle spalle chi, da anni, ci parla di “dialogo” e “moderazione” salvo poi venderci come merce di scambio, oggi come studenti, domani come lavoratori! Perché non vogliamo delegare la nostra rappresentanza. Perché a ciò che verrà dopo Berlusconi dobbiamo ancora resistere, perché la nostra lotta per l'uguaglianza e la libertà non si accontenta di un cambio di facciata, ma vuole mettere in discussione tutte le ingiustizie che vigono nella nostra società: lo sfruttamento, la disoccupazione, il taglio dei servizi sociali, l'attacco ai diritti più elementari, la condizione dei migranti...
Chi siamo? Siamo studenti, dottorandi, ricercatori, docenti precari... Ma siamo prima di tutto donne e uomini che lottano: contro la devastazione ambientale, contro il neofascismo, che hanno lottato per la reintegrazione delle agevolazioni ai trasporti a Napoli per le fasce più deboli, che hanno nel cuore la causa dei popoli oppressi che combattono quotidianamente per la propria terra e per il diritto al ritornarvi, come fa, instancabilmente, quello palestinese da ormai più di sessant’anni.
Siamo gli studenti che occupano, autogestiscono, assieme ai lavoratori, la mensa pubblica universitaria, per far capire alla Regione che i soldi vogliamo che vengano spesi come noi vogliamo e non come vuole qualcun altro, altrimenti le cose ce le riprendiamo senza chiedere il permesso. Siamo studenti-lavoratori-precari, che passano notti lavorando “a nero”, per pochi spiccioli, in locali, ristoranti; che la mattina rispondono alle telefonate nei call center, che si ritroveranno gettati in un mondo del lavoro sotto attacco e, oramai, senza tutele, dove ogni garanzia, frutto di decenni di lotte, ci viene negata.
La repressione poliziesca ed il linciaggio massmediatico non sono gli unici modi sperimentati da decenni per far fallire le lotte che genuinamente sorgono. Cercando di disattivarci anche diffondendo pregiudizi contro chi si impegna, o insegnandoci che si deve distinguere fra i manifestanti “buoni” ed i “cattivi”...
Ma un altro modo di combattere per i propri diritti è possibile! Negli ultimi mesi l'abbiamo visto in Grecia, oppure in Francia, dove gli studenti e i lavoratori hanno riempito le piazze contro la riforma del sistema pensionistico del Governo Sarkozy. L’abbiamo visto qualche giorno fa in Inghilterra, dove in 50.000 hanno riempito le strade della capitale contro gli spropositati aumenti delle tasse universitarie, occupando e sanzionando il quartier generale del partito conservatore... Ma l’abbiamo visto anche qui da noi dove gli abitanti di Terzigno, Giugliano e Boscoreale hanno lottato senza riserve, nonostante le cariche, gli arresti e i tentativi di criminalizzazione, contro la devastazione del nostro territorio.
Per questo dobbiamo costruire in autonomia i nostri percorsi di lotta e reclamare un nuovo protagonismo dal basso, lontani da bandiere e sigle che da tempo hanno dimenticato tutto ciò. Il 17 Novembre a Napoli a Piazza del Gesù ci sarà la piazza dell’autorganizzazione, che vorrà rappresentare la sintesi di tutto questo e un nuovo punto di partenza.
Vogliamo fare la nostra parte nella costruzione di una reale opposizione sociale nella nostra città e in Italia, dalle scuole ai posti di lavoro.
Il futuro non è scritto!
Collettivo Autorganizzato Universitario - Napoli
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