venerdì 19 novembre 2010

pc quotidiano 19 novembre - no al 27 della Cgil, si allo sciopero generale.. opportunisti in azione.. il caso di piattaforma comunista

la manifestazione nazionale della cgil del 27 è una contromanifestazione
rispetto a quella del 16 ottobre, è l'investitura ufficiale della Camusso
portatrice della linea di destra della nuova concertazione con i padroni,
dell'unità con cisl e uil, dell'isolamento o normalizzazione della fiom,
della subordinazione della lotta operaia
alla linea della 'opposizione di sua maestà del PD e della campagna
elettorale anticipata della sinistra di palazzo
non ci vuole molto a capirlo e a distinguere tra il 16 ottobre e il 27
novembre e quindi differenziare azione e prassi tra la masse operaie e
lavoratrici
ma l'opportunismo politico e sindacali, specialisti in proclami
propagandistici a cui segue la pratica di meschino codismo fa fatica a
comprenderlo e la linea dei due èpiedi in due staffe e del centrismo può in
questa occasione liberamente esprimersi o nella sfumatura di aperta
'destra' - sempre nel nostro campo - esemplare i n questo il carc-npci o in
forme altrettanto equivoche come è quella di 'piattaforma comunista' et
similia
mai come in questa fase invece anche in scelte concrete e di analisi
concrete occorre coerenza di classe e battaglia affilata

proletari comunisti
ro.red@libero.it

Subject: 27 novembre, un passaggio di lotta importante


NO AL “PATTO SOCIALE”. PAGHINO I RESPONSABILI DELLA CRISI!

*Sciopero generale per cacciare Berlusconi e i suoi complici*

* *

Compagni, lavoratori, disoccupati, studenti,

la crisi mondiale del capitalismo si prolunga e si aggrava. La ripresa non
si vede e sono possibili nuove ricadute. Le gravi conseguenze di questa
situazione vengono scaricate dalla borghesia sulle spalle della classe
operaia e delle masse popolari. La verità è che questa crisi ha origine
nelle contraddizioni di un sistema che può offrirci soltanto licenziamenti
di massa, intensificazione dello sfruttamento, cancellazione dei diritti
(come il CCNL e lo Statuto dei lavoratori), repressione delle lotte ed
aggressioni imperialiste contro i popoli.

Di fronte alla macelleria sociale, di fronte a un Berlusconi che invece di
dimettersi minaccia la guerra civile, i socialdemocratici e i
liberal-riformisti continuano a frenare le lotte operaie e popolari. Questi
opportunisti si fanno garanti della “stabilità” e della “governabilità” per
rassicurare il grande capitale. Addirittura si appellano a un reazionario
come Fini per dar vita a un governo “di transizione” che proseguirà con le
solite ricette neoliberiste: tagli ai salari, alle pensioni, alle spese
sociali, ai diritti.

Dal canto loro i vertici sindacali procedono nel confronto sul nuovo “patto
sociale” dettato da Confindustria, contrario agli interessi dei lavoratori.
Stanno facendo di tutto per scongiurare una grande azione di lotta che
darebbe la spallata decisiva a un governo traballante. E invece essa è
sempre più urgente ed indispensabile per impedire altre manovre reazionarie
e antipopolari.

La classe operaia ha dimostrato il 16 ottobre di essere pronta alla lotta
contro l'offensiva capitalista, raggruppando intorno a se la resistenza di
tutti i settori sociali che si oppongono ai diktat dei monopoli
capitalistici. La mobilitazione popolare e studentesca cresce in tutto il
paese.

Occorre perciò *andare subito allo* *sciopero generale unitario,* *che va
realizzato assieme a tutte le forze e ai movimenti che intendono resistere e
lottare concretamente contro la borghesia, per cacciare il governo
Berlusconi ed i suoi complici.*

La manifestazione del 27 novembre non deve aiutare i vertici della CGIL a
proseguire nel confronto con Marcegaglia, ma a sbarrare la strada
all’offensiva capitalistica e alla reazione politica, a rafforzare la
costruzione dello sciopero generale ed a ribadire con ancora più forza:

“paghino la crisi i capitalisti, i ricchi, i parassiti, non i lavoratori!”

esigendo misure concrete a tutela degli interessi degli operai, dei
disoccupati, dei giovani, etc.

Sono la classe operaia e i suoi alleati che devono staccare la spina a
questo governo reazionario e realmente pericoloso. Lo devono fare con la
lotta di classe dura ed intransigente, costruendo *un fronte unico
anticapitalista,* sbarrando la strada a soluzioni di ricambio interne ai
gruppi dirigenti della borghesia che vogliono salvaguardare i loro
privilegi.

La lotta politica contro Berlusconi va sviluppata fino in fondo, con la
massima compattezza, decisione e vigilanza, attraverso la più vasta e
combattiva mobilitazione delle masse lavoratrici. Nessuna tregua, ma un
salto di qualità del movimento di lotta, per renderlo più forte ed unito.

Oggi più che mai serve una valida direzione politica, che non può essere
quella dei balbettanti riformisti, né può essere surrogata dai sindacati.
Per portare avanti una politica completamente differente, per risolvere i
compiti posti dall'aggravamento della crisi, per conquistare un g*overno
operaio e di tutti gli sfruttati *ci vuole un partito di classe,
indipendente e rivoluzionario.

E’ dunque indispensabile che il proletariato ricostruisca il proprio reparto
d’avanguardia, *il partito comunista*, strumento fondamentale per dirigere
le lotte verso un profondo e radicale rivolgimento economico, politico e
sociale diretto dalla classe operaia, per conquistare l’unico futuro
necessario e possibile: il socialismo!

*Piattaforma Comunista*

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