giovedì 22 luglio 2010

pc quotidiano 22 luglio - la lotta dei precari della scuola non si ferma..

presidio il 15 luglio davanti a Montecitorio, indetto dal Coordinamento precari scuola.

Una delegazione è stata ricevuta dal presidente della Commissione cultura, on. Valentina Aprea. In questa audizione sono state affrontate da un lato, le condizioni generali della scuola all'indomani della prima applicazione della L. 133, dall'altro, la questione del reclutamento del personale della scuola con riferimento anche al decreto salva precari.
Aprea ha sostenuto che: i tagli sono necessari a causa della crisi, ma...
tutti sanno che la Finanziaria 2008 è stata varata prima che la crisi si "materializzasse" !
Aprea ha sostenuto che la scuola ha bisogno di essere riformata e che bisogna intervenire sugli sprechi degli anni passati, ma...
tutti sanno che, annualmente, migliaia di euro sono destinati a finanziare le scuole private e che, questo governo, in piena crisi, è riuscito a reintrodurre i finanziamenti alle private, esclusi dalla finanziaria, mentre manteneva in toto i tagli alla scuola pubblica!

Aprea dice che le graduatorie sarebbero la cusa della precarietà nella
scuola, ma...
tutti sanno che la precarietà è causata dalle mancate immissioni
in ruolo.... inoltre Aprea ha tenuto a precisare che, comunque, la tendenza è verso gli albi regionali e concorsi banditi per singole scuole o reti di scuole.

Nel report dell'audizione fatto dal coordinamento precari scuola si dice: "Nonostante un atteggiamento meno aggressivo e
determinato rispetto all'anno scorso, frutto evidentemente degli effetti
palesi e innegabili dei tagli sulla scuola, le posizioni sono e restano
assai distanti, senza possibilità di mediazione alcuna rispetto agli scenari
prossimi. Abbiamo quindi ribadito la nostra ferma determinazione a
proseguire la lotta e anzi a svilupparla da settembre in avanti."

Noi crediamo che, sì, l'atteggiamento meno aggressivo e determinato dell' on
Aprea sia dovuto all'evidenza dei disastri che sta subendo la scuola
pubblica, ma è anche frutto di una lotta determinata, autorganizzata dal
basso che non si è mai fermata e, anzi, ha avuto dei salti di qualità.
Condividiamo l'opinione per cui non c'è possibilità di mediazioni con questo
governo, per cui, la parola d'ordine deve essere chiaramente contro questo
governo dei licenziamenti di massa, della distruzione della scuola pubblica,
del peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro

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