Omaggio al compagno Azad
Questo è l'ultimo saggio pubblicato da Rajkumar Cherukuri, noto come compagno Azad, portavoce del CPI ( maoista ) assassinato dalle forze dell’Indian Special Intelligence Bureau il 2 luglio 2010. Si tratta della risposta ad un articolo di un noto intellettuale borghese indiano. E' stato pubblicato nella rivista Outlook, Domenica 11 Luglio , 2010).
di Cherukuri Rajkumar ( Azad )
Fiducia nella multinazionale: uno scherzo crudele!
Nel leggere l’articolo di B.G. Verghese “Daylight at the Thousand-Star Hotel” in Outlook (del 3 maggio), si rimane storditi dalla povertà abissale di pensiero e dalla mentalità coloniale di questo noto intellettuale. Come è possibile che un illetterato, apparentemente incivile, arretrato, adivasi seminudo pensa, analizza e agisce molto meglio di un intellettuale consolidato, ben istruito, altamente qualificato come Verghese?
La storia della libertà nel nostro paese presenta innumerevoli simili contrasti: l'uomo bianco altamente istruito, con la sua vasta e profonda conoscenza del mondo e delle scienze naturali e sociali, che glorifica il Raj britannico come un regime con una missione civilizzatrice; e il mezzo nudo, analfabeta indiano che brama la libertà e l'indipendenza. Per giustificare l’oppressione dei loro sudditi nelle colonie, gli “educati” intellettuali coloniali hanno inventato espressioni come "il peso dell'uomo bianco", “missione civilizzatrice” etc. Il combattente per la libertà, tuttavia, non è stato colpito dallo 'sviluppo' che i colonialisti britannici hanno portato in India attraverso le loro ferrovie, strade, reti di comunicazione, le piantagioni, miniere ecc.
Verghese è un tipico esempio di sedicenti civilizzatori dell’India moderna, simile al bianco 'civilizzatore' di ieri, che sarebbe stato l'orgoglio di un Rudyard Kipling. Egli rivela questa mentalità coloniale con veemenza, sostenendo tesi a favore della missione civilizzatrice dei pescecani imperialisti e dello Stato indiano per trasformare i poveri, gli arretrati Adivasi da selvaggi in persone civili attraverso un 'sviluppo' che distrugge l'economia della gente, la vita sociale, la cultura e tutti i valori umani. Ironia della sorte, ignoranti come lui immaginano che gli adivasi siano le vittime del non-sviluppo.
Gli avvoltoi delle imprese e i loro servi politici, hanno detto, attraverso Verghese, che cosa pensano di un dialogo con i maoisti. Citando dalla mia intervista a The Hindu, Verghese dà una propria interpretazione alla mia proposta per i colloqui. Egli deride la mia affermazione: "i colloqui daranno qualche sollievo al popolo oppresso e represso sotto il tallone dello Stato indiano ... ", e lo interpreta come " tregua per gli oppressi (i quadri)". Tale è il pio desiderio, il cinismo, la banalizzazione e la volgarizzazione di una questione di vita o di morte cui si trovano di fronte milioni di persone infelici!
Verghese ritiene inoltre che l'abolizione della messa al bando del nostro partito, la liberazione dei leader incarcerati per farli partecipare alle trattative, e la tregua per gli oppressi sono condizioni irragionevoli. Può qualcuno, ad eccezione di Verghese e altri falchi della guerra – immaginare che i maoisti abbiano posto la tregua come condizione preliminare? Avevamo solo spiegato perché pensiamo che un cessate il fuoco sia necessario per dare sollievo agli oppressi e repressi nelle zone devastate dalla guerra.
In ogni guerra ci possono essere diversi periodi di pace che dipendono da molti fattori, quali calamità naturali che colpiscono una fetta significativa della popolazione e la necessità di relativa pace per la ricostruzione e l'assistenza alle vittime; una guerra di aggressione da parte di un altro paese che chiede la resistenza unita di tutti e di ciascuno; stanchezza da guerra tra la gente e anche tra i belligeranti; condizioni di carestia cronica per una percentuale significativa della popolazione derivante essenzialmente da prolungati periodi di guerra; le esigenze di entrambe le parti di una pausa, per vari motivi, e così via. Tuttavia, è solo quando entrambe le parti nella guerra sentono il bisogno di pace che nascono un cessate il fuoco reciproco e una situazione utile per iniziare un dialogo.
Verghese non parla come un osservatore imparziale, ma tradisce i suoi motivi coscienti per denigrare i maoisti, con la sua retorica ideologica da bancarotta. La sua parzialità intrinseca risulta da alcune delle sue osservazioni, come la sua accusa che i maoisti si atteggiano a "Robin Hood ma governano con la paura e il comando autoritario su intimiditi seguaci". Dice ancora: «Molti compagni hanno lasciato i ranghi disgustati dalla brutalità e dalla superbia dei maoisti". Può egli citare alcuna fonte autentica per la sua accusa, lasciando stare la campagna di disinformazione scatenata dai governanti reazionari e la loro intelligence? Quanti compagni hanno lasciato i ranghi disgustati dalla nostra "brutalità e arroganza"? Lo sfidiamo a fornirci un elenco.
Per un uomo comune che non vede altro che una cultura di paura e di autoritarismo dappertutto, virtualmente ogni partito guidato da uno o due individui autoritari che si tratti di Indira Gandhi, Sonia Gandhi, LK Advani, M. Karunanidhi , Y.S.R. Reddy, Chandrababu Naidu, Jyoti Basu e così via, è difficile immaginare una vera democrazia e la fiducia reciproca che è il marchio di un partito proletario come il nostro. I maoisti non hanno mai considerato se stessi Robin Hood ed hanno anche fatto una profonda analisi di come il culto della personalità faccia parte della cultura borghese, e come le masse siano i veri eroi. Oltre ad una forte unità ideologico-politica, i maoisti sono riconoscibili dal loro sforzo cosciente di promuovere il diritto al funzionamento collettivo dal comitato centrale ai comitati delle organizzazioni di massa, che è uno dei motivi per cui ogni tentativo di dividere il partito non è riuscito fin dai tempi di KG Sathya Murthy e Kondapalli Seetharamayya nell’ex PW o Bharath Badal nell’ex MCCI .
Uno è anche esterrefatto nel sentire Verghese rimproverare Arundhati Roy dicendo: "Perché si fanno beffe di un ospedale oncologico costruito vicino Raipur da Vedanta, la multinazionale dell'alluminio o la proposta di una Università Vedanta lungo la costiera dell’Orissa? Sono queste, per definizione, tutte imprese malvagie?" Egli passa poi a ripetere le osservazioni della signora Roy sulle povere condizioni di salute e la mancanza di qualsiasi assistenza sanitaria in Dandakaranya e chiede: "Da dove cominciare? Bruciando l'ospedale Vedanta?"
Si deve pensare che sia a causa della sua innocenza o per la sua falsa coscienza derivata dalla propaganda ininterrotta da parte dei pescecani delle multinazionali che Verghese pone una domanda così stupida? Vedanta può apparire a Verghese come una multinazionale benevola, ma la vita ha insegnato agli adivasi ciò che essa rappresenta. Anche se Verghese ne esce come un apologeta dei peggiori colpevoli di crimini contro l'umanità, ci sono organizzazioni come la Chiesa di Inghilterra, e diversi azionisti di Vedanta che sono più razionali e ritirano le loro azioni dalla Vedanta. Anche i colonialisti sembrano più umani e razionali degli intellettuali servili delle loro ex colonie! Inoltre, anche la Corte suprema dell'India e il ministero dell'ambiente hanno sollevato obiezioni alla proposta dell’Università Vedanta e dell’impresa mineraria. Solo un Chidambaram, che ha servito come membro del suo consiglio di amministrazione fino al 2004, e Verghese, con la sua “compassionevole" mentalità coloniale tesa a "civilizzare" il popolo arretrato, può sostenere gli avvoltoi come Vedanta, Tata, POSCO , Jindal ....
La mentalità coloniale di Verghese si esprime al meglio quando dice: "Sì, ci saranno acquisizioni dei terreni e deportazioni, questa è la storia della civiltà; ma ci saranno anche nuove sistemazioni, risarcimenti e formazione per nuove vocazioni." Gli Adivasi e i contadini poveri nel nostro paese non potranno mai immaginare come la gente come Verghese possa falsare la storia così spudoratamente. Chiedete ai 60 milioni di persone che sono state sfollate con l'acquisizione della terra da parte dei "civilizzatori". Come e perché tale barbarie si chiami storia della civiltà, solo Verghese lo sa. Per convincere gli scettici, dice ancora: «Certo, questa (nuova sistemazione, compensazione) non sempre è stata fatta bene o al meglio. Ma i tempi stanno cambiando. Nuovi quadri giuridici, una migliore normativa, un più stretto monitoraggio, il miglioramento delle attività di R & R (Reasoning and Rehabilitation) e pacchetti di mezzi di sussistenza sono continuamente stati messi in atto".
Verghese qui viene fuori come una incarnazione del tipico burocrate indiano, come un GK Pillai. Qui appare tutta la pretenziosità dell’intellettuale che si rivela come un fedele servitore dei pescecani-compradore indiani. Allora perché tutto questo baccano sull’acquisizione dei terreni e lo spostamento forzato messo su da persone come Arundhati Roy e gli altri?
Verghese afferma le virtù da lui immaginate delle multinazionali, senza senso di vergogna: "C'è molta virtù nel tradurre il concetto di Gandhi di fiducia in un nuovo, e in evoluzione, idioma della corporate social responsibility (responsabilità sociale dell’impresa) cui le multinazionali, lo Stato e i tribunali hanno variamente dato espressione. I nuovi accordi messi in atto da POSCOs , Vedanta, Tata, Mittals e altri sono molto più avanti di ciò che veniva offerto anche cinque anni fa." Ciò che Verghese sta cercando di dire è: lasciate che le multinazionali godano delle ricchezze minerarie e saccheggino il paese a piacimento, purché gettino qualche briciola di carità o 'responsabilità sociale' ai poveri, indifesi, miseri esseri che vengono gettati fuori dalle loro case e terre. Perché Verghese non visita Balitutha, Dhinkia e Jagatsinghpur Nuagaon, nel distretto di Orissa e convince gli agitatori anti-POSCO che capiscano il nuovo paradiso che viene costruito per loro da parte dei suoi capi industriali? Oppure visiti Baligotha, Chandia e Baragadia in Kalinganagar per far tornare alla ragione gli “arretrati” Adivasi che protestano contro il progetto della Tata Steel? Dopo secoli di rapace saccheggio da parte di bande capitaliste che hanno portato al controllo monopolistico delle risorse mondiali di una manciata di multinazionali, Verghese può effettivamente fare appello alla fiducia verso queste multinazionali!
Un altro esempio interessante dove Verghese distorce fatti è nella crescita delle popolazioni tribali. Al fine di confutare la preoccupazione di Arundhati Roy sul probabile genocidio di tribali a causa della guerra condotta dallo Stato indiano, Verghese afferma che "la popolazione tribale dell'India era 19,1 milioni nel 1951, è salita a 84,3 milioni secondo il censimento del 2001 e si stima a poco meno di 100 milioni (8,1 per cento della popolazione) oggi." Se avesse fatto un piccolo sforzo, egli avrebbe saputo che la crescita apparentemente enorme nel numero di membri delle tribù in India non è a causa di un aumento della la popolazione delle tribù stesse, ma a causa dell'inclusione di persone fino ad ora non appartenenti ad alcuna tribù nella categoria ST (Tribù Censite).
L’atteggiamento di Verghese verso l'occupazione delle scuole da parte delle forze di sicurezza è altrettanto superficialmente criminale. Dice: "Sì, le scuole nelle zone colpite dai Naxaliti sono spesso occupate dalle forze di sicurezza, non per impedire l'educazione, ma perché la scuola e le altre attività di sviluppo, così come sono, non hanno futuro." Ancora peggio, egli accusa i maoisti di opporsi alle scuole e di essere interessati solo ai "centri di agitazione e propaganda per indottrinare i giovani". Ciò rivela la portata dell’indottrinamento subito da questa mente intellettuale da parte degli onnipotenti media imperialisti e del sistema di istruzione servile di cui egli è un prodotto. Egli continua dicendo: "Sviluppo e connettività li minacciano. Perciò essi distruggono strade, canali sotterranei, ponti. Di qui gli attacchi sfrenati alla ferrovia e progetti autostradali che, se completati, potrebbero collegare e aprire aree remote e arretrate. Se l'educazione, la sanità, le strade, l’irrigazione, i mercati e le comunicazioni venissero forniti e la povertà diminuisse, i maoisti sarebbero fuori mercato".
In tutto il suo articolo, Verghese agisce come un apologeta delle gesta dei governanti reazionari, e, a volte il suo linguaggio è indistinguibile da quello di Chidambaram. Per esempio, Chidambaram ha detto anche alla JNU (Università di Delhi) recentemente: "I maoisti vogliono che i tribali siano isolati e inaccessibili (alle correnti politiche principali), e fanno saltare in aria edifici, binari e prendono di mira progetti di sviluppo. Stanno cercando di creare un museo archeologico nelle aree tribali, mantenendo i tribali lontani dallo sviluppo?"
Mentre si può comprendere Chidambaram, che in qualità di rappresentante leale dei pescecani delle multinazionali, emette tale spazzatura, è davvero divertente vedere intellettuali come Verghese immaginare queste cose e trarre conclusioni fantastiche e soggettive. In diverse occasioni, abbiamo chiarito queste questioni. Abbiamo spiegato perché stiamo prendendo di mira strade, ponti ecc. Altro che opporsi, il nostro partito ha diretto anche lotte popolari per chiedere la costruzione di scuole, la nomina di insegnanti, servizi sanitari, mercati, irrigazione e così via. Ma, vedendo la totale apatia dei governanti, noi stessi abbiamo creato scuole, pozzi e cisterne per lo sviluppo dell'irrigazione e per aumentare la produttività e le rese delle colture, organizzato cooperative, addestrato i medici locali, costruito strade e ponti nel profondo della foresta.
Perché mai i maoisti dovrebbero essere minacciati dallo sviluppo e dalla connettività? Se Verghese e gli intellettuali della stessa pasta pensano che le strade di cemento siano il barometro dello sviluppo, allora vivono in un paradiso per sciocchi. Egli è preda dello schema di sviluppo della classe dominante che sposta con la forza gli Adivasi e distrugge le loro vite, le terre e culture. Dice che strade e ferrovie aprono zone remote ed arretrate. Per chi? Per il popolo o per una manciata di compagnie minerarie e industriali, imprese boschive e aguzzini della polizia che rendono la vita degli adivasi un inferno vero e proprio?
Ancora più divertente è l’affermazione di Verghese secondo cui i maoisti stanno lavorando solo tra gli adivasi e che essi saranno "fuori mercato" una volta che le aree adivasi si saranno sviluppate. Lui non conosce nemmeno il programma dei maoisti, che è quello di mobilitare la stragrande maggioranza delle persone che soffrono in tutto il paese. Possono i maoisti impadronirsi del potere e instaurare lo "Stato totalitario" di cui parla Verghese senza organizzare la maggioranza non adivasi che vive nelle regioni avanzate del paese?
Verghese si riferisce al Salwa Judum come una macchia selvaggia, ma conclude che "la protezione strategica" si limitava ad un distretto ed è stato impedito che si estendesse a qualsiasi altro distretto, anche in Chhattisgarh. Ma chi lo ha impedito e come, su questo preferisce tacere. E’ stata l'eroica resistenza, armata e non armata, delle masse adivasi guidate dai maoisti, dalla fine del 2005, che ha stravolto i piani subdoli dei governanti reazionari di sradicare l'intera popolazione adivasi . Egli non dice che Salwa Judum fu sconfitto e gli è stato impedito di creare scompiglio nelle nuove aree, perché i maoisti e le masse adivasi avevano inferto un colpo mortale a questa banda terrorista sponsorizzata dallo stato effettuando audaci offensive militanti come in Ranibodili e Errabore; che i governanti non avevano mai rinunciato al loro appassionato desiderio di spostare l'intera popolazione adivasi nei villaggi strategici, e che il Salwa Judum parte II è stato scatenato dalla banda Sonia- Manmohan-Chidambaram proprio per raggiungere tale obiettivo incompiuto.
Infine, il signor Verghese spera con ardore: "I maoisti scompariranno, l'India democratica e la Costituzione prevarranno, nonostante il tempo che sarà necessario e il dolore che produrrà." Se i maoisti svaniranno grazie alla superiorità del vostro modello di sviluppo, perché allora i sostenitori del vostro sviluppo sono così appassionati alla brutale soppressione dei maoisti e degli adivasi che questi guidano? In quale parte dell'India vige la Costituzione, sig Verghese? Nel Dantewada, Bijapur, Kanker, Narayanpur, Rajnandgaon? In Jharkhand, Orissa? A Lalgarh, Jangalmahal? Nella valle del Kashmir? Manipur? Dove si nascondeva la vostra Costituzione per 25 lunghi anni, mentre migliaia di Sikh venivano massacrati? Quando migliaia di musulmani venivano decimati? Quando migliaia di contadini sono costretti a commettere suicidio? Quando migliaia di persone vengono assassinate dalle bande del Salwa Judum sponsorizzate dallo stato? Quando le donne adivasi subiscono lo stupro di gruppo? Quando le persone vengono semplicemente rapite dagli scagnozzi in divisa? La vostra Costituzione è un pezzo di carta che non ha nemmeno il valore della carta igienica per la stragrande maggioranza del popolo indiano.
Infine, questo commento di Verghese - "I Tribunali del Popolo continuano a lanciare stanche parole d’ordine di ieri.... Non vedono il domani, forse lo temono"- vale più per gente come lui. Egli continua a ripetere vecchie parole d’ordine, monotone di ieri come "fine della storia","non c’è alternativa","morte del comunismo","Stato totalitario", e così via. Egli non vede il domani. Egli addirittura lo teme. Lo spettro del comunismo gli fa correre brividi lungo la schiena.
(Outlook, 13 July)
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