L'imperialismo Usa ha convocato a Kabul i ministri e alti responsabili di quasi 70 paesi per una Conferenza per fare il punto della situazione sull'occupazione e lanciare improbabili decisioni strategiche per contenere una sconfitta che non vogliono ammettere. Hanno tenuto quella che chiamano Conferenza arroccati in una capitale blindata e l'hanno tenuta in tutta fretta (è durata solo 4 ore, non si sa mai che la guerriglia decidesse di rompere la tregua).
La parola d'ordine che maschera il fallimento imperialista a guida Usa è "transizione".
Hanno fatto dire al loro fantoccio Karzai che il paese si prepara "ad assumere le responsabilità della sua sicurezza all'orizzonte del 2014" aprendo il "negoziato" con la resistenza talebana e creando le basi per una guerra civile come Petraeus ha già messo in campo in Irak. Così i "donatori" daranno a Karzai 600 milioni di euro per 'comprare' la resa di 36mila combattenti della resistenza afgana e circa 11 miliardi di euro all'anno per corrompere i signori della guerra e della droga e i politici. Continuando, cioè, a fare quello che hanno fatto fino ad ora, portando ancora di più alla fame il popolo afghano e facendo vivere nel lusso politici e mafiosi.
'La nostra missione - ha dichiarato Rasmussen, segretario generale della Nato - finirà quando, solo quando gli afgani saranno in grado di garantire la propria sicurezza. Il processo di transizione sarà basato sulle reali condizioni del momento, non su calendari. Le forze internazionali non lasceranno l'Afghanistan (nel 2014, ndr): acquisiranno semplicemente un ruolo di supporto. Non abbiamo alcuna intenzione di abbandonare la nostra missione di lungo termine: quella di ottenere un Afghanistan
stabile, sicuro e pacificato. Troppe nazioni, specialmente l'Afghanistan, hanno troppo sofferto per vedere questo Paese scivolare indietro''.
Intanto si preparano ad allestire una base in Azerbaigian a supporto della guerra in Afghanistan.
Le truppe Nato, quindi, rimarranno ad oltranza, ben oltre quella data, solo che adesso vogliono fare degli afghani carne da macello e lavorare nell'ombra addestrando polizia ed esercito, continuando anche la guerra a bassa intensità con l'intelligence e facendo affari.
Lo scorso dicembre Obama ha indicato luglio 2011 come la data per avviare il ritiro delle truppe statunitensi. "Questa data - ha precisato Hillary Clinton- è l'inizio di una nuova fase, non la fine del nostro coinvolgimento". Cambia la forma, ma c'è una sostanziale continuità nella politica imperialista Usa anche perchè Obama, il "riformatore", non ha mai tagliato neanche un'euro per le spese militari, anzi.
L'Italia ha un ruolo fondamentale nell'occupazione a guida Usa. Lo ha ricordato Obama nella recente intervista al Corriere della sera. E, come un servo riconoscente, Frattini ripete che "l'impegno militare non può essere a tempo determinato".
Intanto la "ricostruzione" comporta che lo sfruttamento di rame, litio, zinco, oro, marmo, petrolio possa avvenire in condizioni di sicurezza e investendo sulla logistica. La Stampa riporta la notizia che al contingente italiano è destinato il distretto di Gulram, straricco di materiali ferrosi e con una forte presenza iraniana.
Gli imperialisti s'illudono di potere spartirsi le risorse che appartengono al popolo afghano. Glielo ha ricordato la resistenza popolare che nel mese di giugno è arrivata a colpire 103 soldati occupanti (60 americani) e ha accolto con una pioggia di razzi l'arrivo del segretario generale Onu per la Conferenza.
Via le truppe imperialiste dall'Afghanistan!
prolcomra
21/07/2010
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