milano
una piccola delegazione del mfpr ha partecipato al presidio per la riassunzione di Jessica, a cui è stata portata la solidarietà delle
compagne, delle precarie e disoccupate in lotta di Taranto, Palermo.
Jessica ha accolto con grande commozione, stupore e contentezza la solidarietà da realtà e città diverse.
La lotta è ancora lunga e difficile. Tanti cartelli a sottolineare il sostanziale maschilismo dell' ATM "licenziata perchè donna". Durante il
presidio l'azienda ha concesso un incontro-ma senza la partecipazione di Jessica- in cui sostanzialmente non ha proposto nulla di nuovo: un contratto a termine, in mansioni diverse, con stipendio più basso etc, in cambio la rinuncia ad avanzare "pretese", cioè l'assunzione a tempo indeterminato come autista, nei confronti di ATM.
E pensare che, in pompa magna, per l'8 marzo "..con il sostegno di sindaco e consiglieri di tutti i partiti.." era stata lanciata la proposta del nido anche in ATM per migliorare la condizione delle lavoratrici (sic!)
......Jessica Capozzi è stata licenziata da ATM. Finito il contratto a termine,non l'hanno più rinnovato. Jessica ha perso il lavoro, la casa, la
possibilità di pensare al proprio futuro. Da allora vive e protesta in macchina di fronte al deposito ATM di via Palmanova.
E' stata licenziata nonostante le ore di straordinario all'ATM siano senza fine, nonostante ci sia necessità di più autisti e più mezzi.
Jessica Capozzi condivide la sorte di tutti gli altri precari, il ricatto continuo di dover chinare la testa e subire umiliazioni per paura del
mancato rinnovo di quel contratto di schiavitù che è il precariato,l'impossibilità di costruirsi un futuro senza la garanzia di un posto di
lavoro a tempo indeterminato.Poco importano le motivazioni pretestuose che hanno portato al mancato
rinnovo del contratto. La vera colpa di Jessica è quella di non averaccettato passivamente la situazione durante il periodo di lavoro, e,
soprattutto di aver osato alzare la testa e rivendicare i propri diritti dopo il licenziamento.....
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