Questa settimana sono iniziate nel circolo di Proletari comunisti di Taranto le riunioni per la formazione marxista, leninista, maoista dei proletari (lavoratrici precarie, disoccupati, e disoccupate, operai).
Su richiesta degli stessi lavoratori si è iniziato da Marx e dal "Manifesto del Partito comunista", per la comprensione delle basi della lotta di classe tra borghesia e proletariato e del ruolo dei comunisti.
Una comprensione che sia arma per l'azione, uno studio che fornisca strumenti teorici, frutto anch'essi di tutta la storia della lotta del proletariato contro la borghesia, indispensabili per l'autonomia di analisi, di idee dei proletari avanzati che vogliono andare oltre la lotta sindacale e costruire le condizioni organizzative, ideologiche, politiche, in primis il partito comunista di tipo nuovo, per una effettiva emancipazione dal sistema dei padroni.
Su questo i comunisti maoisti, di provenienza intellettuale, non devono fare i presuntuosi (a volte anche ciucci e presuntuosi), tantomeno stare a "lisciare" le difficoltà dei proletari che vogliono avanzare, ma devono porsi al servizio dell'avanzamento anche intellettuale dei lavoratori, che più di ogni altro sanno trasformare ogni conoscenza in avanzamento della pratica.
La riunione da un lato ha mostrato la "facilità" proprio per i proletari dell'elaborazione di Marx, di Engels, perchè risponde e chiarisce in modo inequivocabile il perchè delle forti, insanabili contrasti di classe che vivono ogni giorno e che emergono palesemente appena viene portata avanti una vera lotta (come ora per molti di loro quella dei disoccupati) - da qui, i compagni via via che si andava avanti nella lettura del 'Manifesto' scoprivano l'attualità di questo testo, come esso raffigura e risponda in pieno alle questioni generali e particolari che i lavoratori e le lavoratrici vivono, vedi la crisi odierna, la sua vera causa e come i padroni la scaricano sugli operai e le masse popolari; dall'altra che questo tipo di riunioni di formazione chiama i compagni e le compagne proletari/e ad uno sforzo, ad elevarsi, a sfidare anche su questo terreno la borghesia che vuole tenerli ignoranti e succubi intellettualmente. Soprattutto i proletari devono osare e guardare in alto, per impossessarsi della teoria che serva come arma per la prassi rivoluzionaria.
Nella riunione è stato approfondito soprattutto il 1° capitolo de il "Manifesto" e in particolare sono stati sottolineati e discussi alcuni passaggi:
- L'epoca della borghesia ha posto in maniera nuda e cruda il conflitto di fondo di questa società tra due grandi classi: borghesia e proletariato; questo conflitto non ha visto affatto in tutti questi decenni e fino ad oggi delle modifiche di fondo, i proletari, gli operai sono tuttora a livello mondiale non solo la classe determinante dello scontro sociale e politico, ma quella più numerosa dalle nuove città del capitalismo selvaggio dei paesi oppressi, agli imperialismi emergenti, di India, Cina, agli stessi nostri paesi imperialisti.
- La borghesia per la necessità di svilupparsi, aumentare profitti, sempre e dovunque, è globalizzata, ma questo non è un ostacolo alla lotta dei proletari o non rende inefficace la lotta in ogni paese, ma rende sempre più vera la frase de il "Manifesto": proletari di tutti i paesi unitevi! Questo rende anche la questione degli immigrati una questione prima di tutto di unità di classe.
- La borghesia ha spazzato via tutti i precedenti legami, rapporti, tutte le precedenti credenze e concetti; questo è stato prima di tutto un bene, perchè ha spazzato via ogni falsa catena e ipocrisia; coloro che invece ancora oggi a fronte della brutalità, della putrefazione dell'azione economica, politica, ideologica, della borghesia, vogliono una sorta di ritorno all'indietro, ai valori persi, devono trovare proprio nei proletari avanzati, nei comunisti quelli che chiamano a non tenere girata la testa all'indietro ma a conquistare un nuovo mondo; in questa lotta i proletari non sono soli ma devono essere in grado attraverso la loro azione organizzata di unire tutti i settori sociali ugualmente sfruttati, oppressi, schiacciati dalla borghesia.
- La borghesia come è stata progressiva rispetto ai sistemi sociali precedenti, oggi è un mostro che deve essere distrutto: "la società borghese che ha fatto nascere come d'incanto così possenti mezzi di produzione e di scambio, può paragonarsi allo stregone che non è più capace di dominare le potenze degli inferi da lui stesso evocate" (da "Manifesto del partito comunista"). Questo rende la lotta dei proletari per rovesciare questo mostro (i veri becchini della borghesia creati dalla borghesia stessa) da un lato necessaria, dall'altro inevitabile e niente la potrà impedire al di là degli avanzamenti e rovesci.
- Ma il punto su cui ci si è soffermati di più nella riunione è la frase nel "Manifesto" che dice: "Di quando in quando gli operai riportano la vittoria, ma solo temporanea. Il risultato vero e proprio della loro lotta non è il successo immediato, bensì l'unione sempre più estesa degli operai". Il risultato vero e' L'UNIONE, su questo nella riunione gli stessi lavoratori, disoccupati, disoccupate, hanno portato anche esempi diretti, provenienti dalla loro pratica di lotta a dimostrazione di quanto questa frase sia vera e profonda e di come la borghesia e tutte le sue forze, politiche, istituzionali, mass media, sindacali cerchino di spezzare la lotta e le forze dei proletari e delle masse popolari proprio agendo su questo aspetto. Ma nello stesso tempo i lavoratori hanno cominciato a comprendere che non è con gli appelli "morali" che si realizza l'Unità, ma con l'attività coerente, chiara e determinata, a partire dall'unione dei proletari avanzati nella costruzione del loro partito, oggi il partito comunista marxista leninista maoista.
Il circolo di Proletari comunisti si è dato appuntamento alla prossima settimana per proseguire questo importante lavoro di autoformazione.
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