Tremonti nell'intervista di domenica scorsa a La Repubblica, contrastando una affermazione del giornalista: “Ministro, a parte i tagli alle Regioni, nella manovra non c'è niente di strutturale”, risponde:
“Nella manovra è stata fatta la riforma delle pensioni più seria d'Europa in questi anni e in pari data c'è stata Pomigliano, con il lavoro che non esce ma torna in Italia e nel Mezzogiorno. E forse queste due, pensioni e Pomigliano, sono due P più importanti della P3. Con rispetto parlando, e con orgoglio parlando, l'azione del governo contro la criminalità organizzata ha un'intensità e un'efficacia finora non conosciute. E forse anche questo va messo sul piatto della giustizia.”.
In generale nei commenti di questi giorni sulle varie cose dette da Tremonti nell'intervista questa frase è stata (volutamente?) trascurata, ma per la politica e per la filosofia di questo governo, dal punto di vista del proletariato, è forse la frase più significativa, emblematica e appunto “strutturale”.
Tremonti è “uomo d’onore” e le cose le dice per quelle che sono: questi attacchi sono ben più che provvedimenti economici per contrastare la crisi, sono passaggi politici, ideologici dell’azione moderno fascista di padroni e governo. Tremonti, che si propone come il nuovo serio rappresentante della borghesia italiana che può sostituire nei fatti il pagliaccio e compromesso Berlusconi, dice che la vera P3 ha come punti strategici l’affermazione di un nuovo schiavismo operaio e il doppio sfruttamento e oppressione delle donne.
Lo dice lui, quindi, che l’attacco ai diritti di operai e donne sono decisivi. Ma, nello stesso tempo, ci sta dicendo anche che soprattutto operai e donne potrebbero far saltare questa P3?
Ma Tremonti dichiara ancora altro. Nella stessa risposta al giornalista aggiunge: “Con rispetto parlando, e con orgoglio parlando, l'azione del governo contro la criminalità organizzata ha un'intensità e un'efficacia finora non conosciute”.
Apparentemente non ci sarebbe un legame tra la prima affermazione sulla manovra del governo e questa. Perché allora? Tremonti sa bene di cosa parla: da un lato parla ai “suoi”, alle marionette manovrate che si fanno trovare con le mani nella marmellata e sputtanano la serietà del processo di moderno fascismo; dall’altro lancia un messaggio alla gente che serva ad oscurare l’azione antipopolare del governo. E’ un caso che in questo periodo nei mass media, nei telegiornali, alle notizie (molto scarse) sull’opposizione a Pomigliano, sulle lotte degli operai, sulle lotte delle masse siano spesso seguiti ampi, enfatici resoconti, con interviste al seguito, sulle operazioni contro la criminalità organizzata, in particolare nel napoletano?
Tremonti, infine, afferma un’altra cosa: quando nella risposta mette l’accordo di Pomigliano come se facesse parte della manovra governativa, svela anche lui apertamente quello che noi comunisti diciamo da sempre, che il governo è dei padroni, che il programma del governo è solo la difesa degli interessi dei padroni, che difesa dell’economia dell’Italia coincide con la difesa del capitalismo italiano, contro gli interessi della stragrande maggioranza della popolazione. Quindi dichiara apertamente che il governo è di parte (di una piccola parte che ha però tutta la ricchezza, il potere nelle mani).
Ma se un governo, uno Stato sono di “parte”, Tremonti stesso dichiara che non sono legittimi; e se sono illegittimi, se sono la vera “P3”, possono e devono essere rovesciati dall’altra parte che è la maggioranza.
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