giovedì 22 luglio 2010

pc quotidiano 22 luglio - Ma quale calo degli infortuni! La verità dell'Inail e quella dei lavoratori

I dati Inail sugli infortuni e le morti sul lavoro del 2009 parlano di una diminuzione rispetto all'anno precedente (-6,3 per gli infortuni mortali e -9,7 per gli infortuni sul lavoro nell'anno 2009) e di un aumento delle malattie professionali. Tutti i mezzi di informazione non hanno fatto altro che dare spazio alla notizia del "calo" del numero dei morti sul lavoro mentre nessun risalto è stato dato sulle cause, e cioè non hanno aggiunto che incidono su quei dati la disoccupazione di massa, i tagli allo straordinario e la cassaintegrazione, i rapporti di lavoro precari e in nero. Una notizia "di parte" (padronale) nella giornata in cui si è compiuta l'ennesima strage di operai: ben 7 sono morti sul lavoro e i giornali danno risalto alle dichiarazioni di padroni di Confindustria, ministri di questo governo soddisfatti del calo del numero degli infortuni!
Cosa dice l'Inail: "sono 790.000 gli infortuni sul lavoro avvenuti nel 2009, per un calo del 9,7% rispetto al 2008 (85mila in meno). I casi mortali sono stati 1.050, per una flessione del 6,3% (70 decessi in meno)".
Numeri che confortano i padroni non certo i lavoratori che vivono un'altra realtà, quella dello sfruttamento quotidiano e della mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Il ministro Sacconi è soddisfatto che "non siamo il peggior paese al mondo, come a volte si dice con un'enfasi che non aiuta". E cosa invece aiuta, signor ministro, i dati di parte dell'Inail?
Il presidente dell'Inail Sartori: "È cambiata la cultura della sicurezza". Ma, forse, la verità è che sta cambiando, più precisamente, il ruolo dell'Inail voluto da questo governo. In linea con i tagli ai controlli ispettivi e alla prevenzione, con il peggioramento del Testo Unico sulla sicurezza, con l'azzeramento dei diritti nel Collegato Lavoro e nell'attacco allo Statuto dei lavoratori.
Sulla questione delle malattie professionali in continuo aumento, in un Convegno nazionale organizzato dalla Rete per la sicurezza sul lavoro a Ravenna il 13 marzo, Vito Totire di Medicina Democratica e dell' Associazione Esposti Amianto era intervenuto rispetto al ruolo dell'Inail. Riportiamo dal suo intervento pubblicato nel n° 3 del Bollettino della Rete: "la sinistra in Italia, i lavoratori, come s’immaginano il futuro dell’Inail? La presidenza Inail oggi è stata consegnata definitivamente alla Lega Nord. Il suo presidente afferma pomposamente, nella sua relazione su carta patinata, che tutti i governi di questi ultimi 15/20 anni hanno lavorato per potenziare l’istituto.
Un ente che per finalità e per mestiere punta alla negazione dell’eziologia professionale delle malattie, che punta anche a negare la componente professionale nelle dinamiche infortunistiche, allora se sull’Inail non facciamo un programma che dice: riformare l’Inail, togliere definitivamente all’Inail tutte le competenze che riguardano la valutazione del nesso di causalità tra esposizione e causa professionale altrimenti saremo nel campo della mancata prevenzione, ma anche del mancato risarcimento del danno. I tumori professionali stimati dagli epidemiologi in Italia sono attorno ai 15 mila. L’Inail ne riconosce un migliaio! Certo che non è tutta colpa dell’INAIL, c’è tutta una gravissima situazione di sottostima, di sottosegnalazione dell’apparato sanitario, dei medici. Ma l’INAIL comunque fa la sua parte con un’attività sistematica di respingimento di tutta una serie di denuncie di malattie professionali, con aree nel paese di estrema gravità. Pensiamo al sud, dall’Enichem di Manfredonia all’Ilva di Taranto, dove l’Inail non risponde a casi di morte per tumore neanche dopo un anno e mezzo!
Noi vediamo l’INAIL come ente pubblico che mantenga il suo ruolo di raccolta delle quote assicurative per i datori di lavoro, togliergli le competenze riguardo formazione/informazione, passare la valutazione decisionale del nesso causale tra esposizione e la malattia e tra esposizione al rischio infortunistico all’AUSL. così per i lavoratori sarà più facile ottenere il riconoscimento del danno
subito".
La lotta dal basso per la salute e la sicurezza sul lavoro non ha nessun motivo per fermarsi.
La Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro rilancerà la sua attività con un convegno per quest'autunno.

rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro
bastamortesullavoro@gmail.com

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