E' stata approvata dal senato la manovra finanziaria che conferma pienamente la volontà e l'impegno di questo governo da un lato, di distruzione della scuola pubblica, con una scuola sempre più di stampo classista, dall'altro di attacco alle condizioni di vita e di lavoro.
Lungi dal cancellare la famigerata L133, figlia della finanziaria del 2008 e i conseguenti tagli di circa 140.000 posti di lavoro nella scuola, con tagli di tempo scuola, materie, riduzione dell'obbligo scolastico e reintroduzione sostanzialmente dell'avviamento professionale, il governo persevera in una politica di “rapina” nei confronti della scuola pubblica e dei lavoratori; ma non solo con le finanziarie si continua a depauperare la scuola pubblica, ora i finanziamenti alle private arrivano anche con il “Fondo per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio” che finanzia la scuola Bosina o Libera scuola dei popoli padani, fondata nel '98 a Varese dalla Lega Nord e diretta dalla moglie di Bossi con 800.000 euro.
La finanziaria, infatti, prevede il mancato rinnovo dei contratti, l'allungamento dell'età pensionabile e il sostanziale congelamento degli scatti di anzianità-falsamente Bonanni si è vantato sostenendo di aver convinto Tremonti a ripristinare gli scatti senza un’ora di sciopero: sia perchè lo sciopero degli scrutini ha avuto fortemente presente anche la lotta contro questi ulteriori odiosi provvedimenti sia perchè lo scongelamento degli scatti sarà tema di futuri decreti e trattative. Di che vittoria, per i lavoratori, va cantando? Non riesce, invece, difficile immaginare che si intende proseguire sulla via di accordi che peggiorano le condizioni contrattuali e favoriscono i provvedimenti governativi, come, del resto, è del tutto evidente l'assoluta sordità di Bonanni e della Cisl al movimento reale dei lavoratori della scuola.
Movimento reale che ha costretto, in alcuni, pochi, casi, la Cgil a proclamare lo sciopero degli scrutini-solo di un'ora- a Milano e a dichiarare pubblicamente di sostenerlo in alcune province, a fronte di un'opposizione alla continuazione della lotta, e a questa forma di lotta in particolare, della dirigenza Cgil, che, invece, si è “spesa” per deviare il movimento di lotta verso un percorso di là da venire in cui organizzare i precari cgil. Precari, cgil in primis, che hanno potuto toccare con mano in occasione della manifestazione del 12 giugno, l'uso strumentale che la cgil fa dei precari della scuola a fronte di “.. sostanziale inettitudine e incongruità della dirigenza CGIL, al cui silenzio o alla cui condiscendenza vanno ascritti molti dei passaggi istituzionali che hanno portato all'annichilamento dei lavoratori della scuola” come scrive una lavoratrice dopo che ai precari viene impedito di parlare dal palco.
Purtroppo il movimento dei precari sul proprio cammino non ha incontrato solo la Cgil in un attivo contrasto alla lotta autorganizzata, autonoma, dal basso, in primis dei precari, ma anche l' azione del Cobas scuola, teso a costruire, con spirito minoritario, perdente, il coordinamento precari scuola cobas. L'esperienza del percorso per imporre lo sciopero degli scrutini ha mostrato, invece, la correttezza del rafforzare il coordinamento nazionale dei precari della scuola, all'interno del quale la battaglia ha portato ad una sostanziale unanimità nel riconoscere la giustezza di questo strumento di lotta ed ha permesso che sia stato praticato in maniera diffusa ed estesa, permettendo in modo più o meno stabile, a seconda delle condizioni concrete, di cominciare, anche, a porre le basi per una saldatura con i lavoratori della scuola “ di ruolo”. Di più, è stata ripresa, ad esempio a Milano, in maniera pianificata, prolungata la pratica della presenza ai cancelli delle scuole, un ruolo attivo di propaganda, a fronte della semplice partecipazione degli iscritti, in maniera passiva ed autoreferenziale, quasi burocratica, ad una scadenza calendarizzata dal cobas scuola.
Manca la comprensione della effettiva posta in gioco - diritto al lavoro, condizioni salariali e nei posti di lavoro-, non solo nella scuola, una partita importante sulla e nella scuola si gioca per l'intera società e per il futuro di questo paese nella marcia verso un moderno fascismo che richiede una gioventù irreggimentata; la mini naja, voluta da La Russa e finanziata con la finanziaria in via di definizione, per i ragazzi dai 18 ai 30 anni permetterà di frequentare corsi di formazione tecnico-pratica con riconoscimento dei crediti formativi è un altro tassello che, in maniera chiara e forte deve far irrompere la parola d'ordine della lotta contro questo governo della distruzione della scuola pubblica, del più grande licenziamento di massa, dell'irreggimentazione della gioventù.
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