lunedì 19 luglio 2010

pc quotidiano 19 luglio - la borghesia indiana ..il terrore sistematico contro il popolo

Il brutale assassinio a sangue freddo del portavoce del Partito Comunista dell’India (Maoista), Azad, e del giovane giornalista Pandey che si trovava con lui, perpetrato dalle forze militari indiane il 1° luglio scorso, non è riuscito a fermare, come era nelle intenzioni e nelle speranze del governo, l’azione rivoluzionaria in corso che, anzi, ha già dato una prima risposta ai reazionari mettendo a segno una serie di attacchi militari che insieme alla grande solidarietà verso la guerra popolare suscitata in tutto il mondo a causa di questo ennesimo deliberato omicidio ha gettato ancor più nella disperazione il governo indiano ai suoi massimi livelli, perché con le sue profonde ingiustizie e barbarie alimenta anziché spegnere la guerra rivoluzionaria.

Davanti a questo ennesimo scacco il governo indiano ha pensato bene di accelerare il ritmo della guerra civile non dichiarata che chiama Operazione Green Hunt per approfondire l’intervento militare contro le masse più povere del paese (e del mondo intero!).

Infatti, il 14 luglio scorso, dice un articolo della stampa borghese (indianexpress del 18 luglio) il governo ha tenuto una riunione dei Primi Ministri degli stati “colpiti dal naxalismo” (così viene definito il maoismo) presieduta dal Primo Ministro Manmohan Singh insieme al Ministro degli Interni P. Chidanbaram, nella capitale, per istituire il Comando Unificato per la lotta contro i naxaliti, che avrà sede nella capitale di ognuno dei quattro Stati scelti: Chhattisgarh, Jharkhand, Orissa e West Bengal al cui comando saranno i rispettivi segretari di stato affiancati dal direttore generale della polizia di stato, dal commissario per lo sviluppo, dall’ispettore generale (per le operazioni antinaxalite) della polizia di stato e della CRPF (central reserve police force), un ufficiale dei servizi segreti (Intelligence Bureau-IB) e un ufficiale dei servizi segreti dello stato insieme ad un General Maggiore dell’esercito in pensione.

Il Comando Unificato coinvolgerà oltre alla CRPF, il Border Security Force, e Indo Tibetan Police Force (polizia di frontiera) e la polizia di stato e appronterà i piani di azione per lo sviluppo di iniziative una volta che queste forze dominano un’area. Potrà usare gli elicotteri per operazioni di salvataggio e rafforzamento delle truppe; nel frattempo il governo centrale in coordinazione con questi quattro stati sta inoltre pianificando nuove basi d’atterraggio per gli elicotteri in modo tale da sviluppare ulteriormente le operazioni aeree in queste aree.

Il settore aereo delle BSF sarà fornito di altri elicotteri ALH (Advanced Light Helicopter) e altri della Idian Air Force…

Ma il rafforzamento spropositato sul piano militare non basta al governo che cerca anche di conquistare l’opinione pubblica contrastando, con le denigrazioni e le minacce, gli intellettuali che prendono posizione e si schierano al fianco della lotta denunciando, tra l’altro, le atrocità della polizia del Chhattisgarh che cerca di reclutare giovani tribali nell’organizzazione paramilitare e fascista sostenuta dallo Stato, Salwa Judum; intellettuali come Arundhati Roy, che ha dichiarato che non le interessa se l’arrestano per il suo sostegno alle popolazioni che insorgono.

Ma il governo naturalmente si illude di poter conquistare l’opinione pubblica o ancor di più “le menti e i cuori” di centinaia di milioni di indiani che quotidianamente subiscono le angherie del governo centrale e dei governi dei vari stati ad ogni livello e che hanno sentito come ulteriore segno di profonda ingiustizia la sentenza, 25 anni dopo, sul disastro industriale di Bhopal: la notte tra il 2 e il 3 dicembre 1984, quaranta tonnellate di gas letali fuoriuscirono dalla fabbrica di pesticidi della multinazionale americana Union Carbide. 8000 furono i morti nell'immediato. Oggi si contano 25000 vittime. I sopravvissuti non hanno mai ricevuto un risarcimento adeguato. Il sito non è stato bonificato e la gente continua a bere acqua contaminata…

Dunque UN SOLO “INCIDENTE” causato dalle multinazionali ha fatto 8.000 morti nell’immediato, 25.000 morti fino ad oggi e non si sa quanti ancora ne moriranno. Ma per la borghesia questi morti non contano... mentre quasi tutti gli articoli della BBC, per citare solo una fonte, che si occupano della guerra popolare in India, per destare avversione e orrore nell’opinione pubblica, concludono dicendo che i “ribelli” maoisti dal 1967 (anno della prima rivolta naxalita) ad oggi hanno provocato 6.000 morti. Non dice mai nemmeno che di questi 6.000 la maggior parte è composta da “civili”, e cioè da indigeni inermi massacrati dalla polizia o dall’esercito. La borghesia ha uno strano modo di contare i morti!

Ci vuole una gigantesca opera di “controinformazione” per controbattere e “chiarire” questi e altri punti della lotta in corso ed è questo uno dei compiti portati avanti dal PCI (Maoista), sostenuto anche da singoli e organizzazioni che condividono la rabbia contro il governo.

Altro che “conquistare le menti e i cuori” con lo “sviluppo industriale” questo orrore senza fine, fatto di assassini a sangue freddo, infiniti stupri di donne, deportazioni di interi villaggi, inimmaginabili angherie non si ferma davanti ad alcuna atrocità: in una recente operazione contro le varie tribù della giungla i militari sono stati fotografati mentre trasportavano i corpi dei “maoisti” morti, tra cui alcune donne, legati mani e piedi e appesi a canne di bambù, “come animali” ha piagnucolato il ministro degli affari interni che ha espresso la sua “disapprovazione”, MA, aggiunge comprensivo il ministro, “si capisce che all’interno della foresta ciò è comprensibile, ma una volta fuori dalla foresta si possono ben trovare altri modi”[!!!].

Questa “morale” non è che il risultato necessario del “terrorismo delle multinazionali” come lo ha chiamato qualcuno, che con quella parte di borghesia indiana burocratico-compradora al proprio servizio continua a rubare tutte le risorse naturali possibili, a sfruttare milioni di operai nelle fabbriche, mentre i contadini, che sempre più si suicidano per la disperazione, imparano a proprie spese, avvelenandosi e morendo nelle miniere, i nomi dei minerali indispensabili per la tecnologia moderna.

Questa è la “morale della borghesia indiana, che come quella di altri paesi, fa carta straccia della propria Costituzione quando cerca di far passare per scontri armati le esecuzioni sommarie, quando fa addestrare i propri servizi segreti, l’APSIB (Andra Pradesh Special Intelligence Burdal) in parte dal Mossad; quando scatena operazioni in stile nazista come l’Operazione Green Hunt, quando organizza battaglioni della morte come il Salwa Judum, e tanto altro ancora.

Il ricorso al terrore sistematico contro il popolo, nella speranza di spegnerne la giusta rabbia e fermarne la lotta, uccidendone i capi, che invece trasforma in combattenti immortali come esempio da seguire, è una delle “risorse” della borghesia quando si sente minacciata nel suo potere, e nel caso della borghesia indiana questa minaccia si fa ogni giorno più vera…

Nessun commento:

Posta un commento