giovedì 1 luglio 2010

pc quotidiano 1 luglio - Fiat, il documento finale dell'assemblea nazionale dei delegati fiom di Napoli

ASSEMBLEA DELEGATE E DELEGATI
FIAT, GRANDI GRUPPI E MEZZOGIORNO
1° luglio 2010
DOCUMENTO FINALE
L'Assemblea delle delegate e dei delegati della Fiom-Cgil del Gruppo Fiat, dei Grandi gruppi
industriali e delle aziende metalmeccaniche del Mezzogiorno ringrazia le lavoratrici e i lavoratori di
Pomigliano per non essersi piegati al ricatto della Fiat.
Un atto di coraggio e di dignità che mette al centro un'idea di sviluppo e di società fondata sul
lavoro, sui diritti della persona e sulla democrazia quali elementi tra di loro inscindibili.
L'Assemblea condivide e sostiene la scelta operata della Fiom-Cgil di non sottoscrivere il testo
imposto dalla Fiat e diventato accordo separato, perché esso contiene inaccettabili deroghe al
Contratto nazionale, alle leggi vigenti in materia di tutela e salute e sicurezza nei luoghi di lavoro,
violazione del diritto di sciopero sancito dalla nostra Costituzione e la volontà di mettere in crisi i
fondamenti della rappresentanza e della contrattazione collettiva.
Le lavoratrici e i lavoratori di Pomigliano hanno con chiarezza indicato che vogliono continuare a
produrre auto e chiedono alla Fiat di confermare gli investimenti per produrre la nuova Panda,
coniugando un più elevato livello di utilizzo degli impianti, di produttività e di qualità del prodotto
con una rigorosa applicazione del Contratto nazionale senza mettere in discussione i diritti, la
dignità delle persone e la nostra Costituzione.
Se la Fiat vuole davvero ricercare il consenso delle lavoratrici e dei lavoratori di Pomigliano e di
tutte le organizzazioni sindacali, riapra su tali basi un vero tavolo negoziale che fino ad ora non c'è
stato.
La Fiom, a partire dal Piano industriale presentato dalla Fiat lo scorso 21 aprile 2010, è convinta
che vadano messe in campo tutte le iniziative, anche con il coinvolgimento delle istituzioni, ad ogni
livello, utili a realizzare la difesa, l'innovazione e lo sviluppo delle produzioni automobilistiche
comprensive della componentistica in Italia e dell'occupazione senza chiusure traumatiche di
stabilimenti, come Imola e Termini Imerese.
Termini Imerese non può chiudere e deve continuare a produrre auto utilizzando al meglio le
competenze acquisite in questi anni.
A tal fine il Gruppo Fiat, anche in un ottica di responsabilità sociale, deve favorire da subito
soluzioni industriali, anche di altri produttori di auto, capaci di garantire la continuità produttiva e la
difesa dei livelli occupazionali, diretti e dell'indotto.
La Fiom è impegnata a sviluppare una iniziativa di livello europeo, in stretto coordinamento con la
FEM, per evitare che i processi di riorganizzazione in atto da parte delle grandi imprese
multinazionali siano costruiti sulla base della contrapposizione tra stabilimenti e lavoratori dei
diversi paesi europei.
L'Assemblea considera decisivo contrastare e respingere il tentativo della Confindustria e del
Governo di utilizzare la gravissima crisi economica e finanziaria in atto per mettere in discussione
l'esistenza stessa del Contratto nazionale, per cancellare il diritto del lavoro e lo stesso Statuto dei
diritti dei lavoratori, estendendo così il processo di precarizzazione nei luoghi di lavoro e nella
società.
L'inaccettabile manovra del Governo che taglia ulteriormente lo Stato sociale e non combatte in
alcun modo l'evasione fiscale e le rendite finanziarie, la totale assenza di un progetto di politica
industriale delineano un quadro economico recessivo che scarica tutti i costi della crisi sulle
lavoratrici e i lavoratori dipendenti ed i pensionati, senza indicare alcuna prospettiva alle giovani
generazioni.
Il divario industriale del Mezzogiorno con il resto del paese e dell'Europa in questi anni è
aumentato, è cresciuto il lavoro nero e irregolare fino a giungere a forme di vero e proprio
schiavismo, si sono estesi i fenomeni di illegalità e di controllo malavitoso del territorio fino ad
assumere dimensioni sempre più preoccupanti per la stessa tenuta democratica.
Il tentativo di offrire Pomigliano quale modello generale, con cui sancire che investimenti e lavoro
si possono realizzare solo abbassando salari e diritti, derogando dai contratti nazionali e dalle leggi
fino alla violazione della carta Costituzionale, va assolutamente respinto con l'impegno e la
mobilitazione di tutta la Cgil, continuando ed estendendo la mobilitazione avviata con lo sciopero
generale dello scorso 25 giugno e del prossimo 2 luglio.
Occorre collettivamente costruire e mettere in campo un nuovo piano per il lavoro e lo sviluppo
sostenibile e la legalità che riunifichi il mondo del lavoro.
L'Assemblea condivide la proposta di dar vita fin dai prossimi giorni ad una iniziativa itinerante di
mobilitazione e discussione, che nel mese di luglio a partire da Termini Imerese coinvolga ogni
regione fino a giungere al presidio del Parlamento e della Presidenza del Consiglio.
Sull'insieme di tali questioni la discussione svolta in questa Assemblea assegna al Comitato
Centrale della Fiom il compito di definire un piano di azione a partire dalla convocazione di una
Conferenza per il Mezzogiorno, nel mese di settembre, fino alla necessaria iniziativa di
mobilitazione in difesa del lavoro, dei diritti, della democrazia e per la riconquista di un vero
Contratto nazionale di lavoro.
Approvato all'unanimità

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