nella giornata di domani esce lo speciale 3 dedicato alla Fiat
da oggi invece esce una sorta di comunicato quotidiano per seguire in tempi reali
la vicenda
COMUNICATO N. 1 27 giugno 2010
La Fiat non si è ripresa dall'effetto shock; se la ragiona, non vuole rimedi peggiori del male, è tirata dalla giacca da diverse parti, accetta consigli ma non si fida, visto il non entusiasmante esito dei precedenti. Questo mette in ambasce servi sciocchi e servi intelligenti che si agitano e cercano di riprendere l'iniziativa e di dare un contributo alla “zuppa” o almeno al “pan bagnato”.
Il più attivo è Sacconi che per conto del governo guarda oltre, dato che non è in discussione solo l'accordo Fiat ma la Costituzione è il moderno fascismo di cui quest'accordo è tassello.
Per questo Sacconi si appresta a chiamare il Tavolo di mediazione per trovare l'escamotage della firma-non firma della Cgil e dell'addomesticamento della Fiom, necessario alla “guerra di sterminio” che riguarda le organizzazioni che si oppongono realmente e la testa e la dignità della “maggioranza rumorosa” della fabbrica, ma anche delle varie minoranze operaie interessate di tutte le fabbriche italiane. Sacconi mette sul tappeto in sostanza sgravi fiscali, tavoli concertativi.
Ma oggi è la giornata del lamento dei sindacati firmatari: ma che caspita! Abbiamo detto Si, ci siamo spesi, ci siamo sputtanati, e ora veniamo trattati, non come ci tratta Marchionne “lavorerò solo con chi ha firmato l'accordo”, ma come gente che dovremmo nuovamente elemosinare la disponibilità della Cgil.
Il sindacalista che firma ma non parla, Palombella Uilm, non ci sta! I cislini sono sospettosi. Ma ai servi dei servi tocca sempre muoversi a comando e quindi se il Tavolo serve, ci saranno.
Una proposta “dignitosa” ce l'avrebbero: Sacconi faccia da sé, “faccia una legge ad Pandam” - dice il segretario della Fismic. Se Cgil, Fiom ingoiano, grazie a Dio.
Sacconi chiede aiuto, chiama il leader maximum Berlusconi, che peraltro ha in mano anche il Ministero dell'industria dopo lo sventurato Scajola.
Poi ci sono i napoletani che la vedono nera e, rappresentando come sempre il sud straccione ossequioso del nord e del padrone, si agitano e vogliono fare qualcosa. Il Sindaco equivoco di Pomigliano ha fatto fiasco, con la marcetta ha portato voti al No; a questo punto è la Chiesa che prende il suo posto. Cardinal Bertone grida: prima di tutto il lavoro! E lancia un nuovo appello agli “uomini di buona volontà”. Sarà come sarà, qualche ideuzza nuova viene partorita, anche se il rischio 'marcetta' resta alto. Circola forte la voce che la Chiesa prepari la mobilitazione delle mogli degli operai per dare vita ad una processione che rivolgendosi a Dio tocchi il cuore del Dio denaro.
Ma come si vede, si tratta di sbandati, passati dall'offensiva arrogante alla difensiva pietosa.
Ci sono le condizioni per gli operai di passare dalla difensiva strategica della prima ora all'equilibrio strategico del referendum a una nuova offensiva strategica. Lavoriamoci.
proletari comunisti
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