Questa lezione di Pomigliano è stata anche un colpo duro al sistema dell'informazione del padrone. Come si sa, tutti i giornali sono usciti il 24 mattina strombazzando la grande vittoria del Si e dando numeri non corrispondenti alla realtà.
Eppure si erano organizzati, anche in fabbrica, perchè non si facessero simili figure di m. “I sindacalisti uniti che controllavano i seggi – racconta in un retroscena il Sole 24 Ore – si erano organizzati in maniera da mescolare tutti i voti, comunicare i flussi dei voti in maniera omogenea, senza che ci fossero sbalzi dovuti all'appartenenza originaria alle singole urne”.
Ma perchè fare tutto questo? Perchè, come dice sempre il Sole 24 Ore “Era stato organizzato un sistema mediatico con politici e opinionisti che parlavano sulla base dei primi numeri”. Ci si è presi la briga perfino di fare lo spoglio del reparto confino di Nola alla fine, in modo che i suoi dati fossero gli ultimi e quindi ininfluenti alla valutazione finale.
Ma ai sindacalisti di Pomigliano non è andato bene niente questa volta; è andata esattamente nel modo opposto. “Non lo abbiamo fatto – ammette seccato su Sole 24 Ore Domenico Pacchiano della Uilm – i sindacalisti non hanno mescolato nulla e hanno cominciato a scrutinare un'urna alla volta, mandando in tilt il sistema mediatico”.
Un altro articolo, sempre su questo giornale molto divertente nella sua edizione del 24 giugno, a firma di Michele Martone svela un altro argomento di questa goebbelsiana campagna della Fiat. Traspare dall'articolo di Martone che quelli che hanno votato No altri non potevano essere che quelli che si avvalgono dei permessi quando ci sono le elezioni, che abusano della malattia; o, se per caso erano un pò di più, si trattava degli iscritti Fiom. Figuriamoci la faccia che deve aver fatto! Scrive infatti: “I risultati del referendum sono diversi dalle previsioni. Sono molto di più di quelli che si avvalgono dei permessi quando ci sono le elezioni, rappresentano oltre il 37% della forza lavoro (ma si tratta ancora di più come i dati dimostrano - ndr), sono più del doppio degli iscritti alla Fiom”.
Dovendo arrampicarsi sugli specchi, cambia gli argomenti iniziali del suo stesso articolo e cerca di svolgere in altra maniera il suo tema da pennivendolo: “L'imprevista affermazione del No dimostra che il voto è stato libero”. Non è vero, quindi, come dicevano gli oppositori, che il voto è stato condizionato dalla paura di perdere il posto di lavoro.
Fattosi coraggio da solo torna poi all'argomento principe del suo articolo, scrivendo un pezzo di rara comicità, di esaltazione di quelli che hanno votato Si: ”si tratta di tutti quei lavoratori che non abusano dei permessi quando ci sono le elezioni, che non si mettono in malattia perchè ci sono i ponti e che non vogliono perdere la retribuzione partecipando agli scioperi... sono quelli che hanno avuto coraggio, hanno espresso il loro voto e incarnato quella compagine silenziosa che magari non protesta ma che per fortuna in democrazia dovrebbe contare, e ora merita di essere rispettata... ci auguriamo che la Fiom faccia venire meno la logica dei veti in ossequio di quei lavoratori che si vergognano di essere assenteisti”.
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