martedì 29 giugno 2010

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PROCESSO ETERNIT: UDIENZA DEL 28 GIUGNO

L'udienza odierna, che inizia alle ore 9:15, prevede l'audizione di due
testimoni delle parti civili e quella dell'ultimo teste del pm: il signor
Marco Patrucco (in sostituzione del signor Lessio, ricoverato in ospedale in
condizioni molto gravi e non trasportabile), la signora Romana Blasotti
Pavesi (dal 1988 presidente dell'Afeva), ed il signor Bontempelli (il
responsabile del Sil, il Servizio di igiene e sicurezza sul lavoro
dell'Eternit).
I primi due riprendono tutti gli argomenti apportati dai precedenti
testimoni, aggiungendo ulteriori particolari personali che rendono sempre
meglio il carattere genocida, sia per gli operai sia per la popolazione,
delle lavorazioni che si svolgevano con il cemento-amianto.
Particolarmente toccante è la testimonianza della Blasotti Pavesi, che
racconta la storia della sua famiglia, all'interno della quale ci sono state
ben cinque morti per mesotelioma: il marito Mario, l'unico che aveva
lavorato in fabbrica, deceduto nel maggio 1983; la sorella, scomparsa nel
1990; il figlio della sorella, defunto nel 2003; la cugina, morta nel 2003
al paese di origine - precedentemente in provincia di Gorizia, ora in
territorio sloveno; infine la figlia, deceduta nel 2004 dopo 47 giorni di
ossigenazione forzata a seguito di tutte le complicazioni a cui porta il
mesotelioma.
Significativa appare la risposta che la teste dà ad una domanda
dell'avvocato Maria Grazia Napoli: alla richiesta di riferire cosa vorrebbe
dire agli imputati, risponde che "non voglio vendetta, è un sentimento che
non mi appartiene; semplicemente vorrei che i colpevoli di questa situazione
avessero la possibilità di seguire un malato di mesotelioma dall'inizio alla
fine".
Per quanto concerne la lunga audizione (circa te ore e mezza) del
Bontempelli, essa è puntellata da frequenti "non so, non ricordo"; quando
invece è in grado di rispondere, con altrettanta frequenza contraddice
quanto affermato da chi è stato ascoltato in precedenza.
In realtà un interessante contributo da lui apportato al procedimento c'è:
già nel 1978 egli era a conoscenza dei rischi legati all'uso dell'amianto,
perché gli fu detto - dal dottor Robok - che questa lavorazione portava i
lavoratori al rischio di contrarre l'asbestosi ed alcuni tipi di tumore;
sempre a proposito della presunta tutela della salute degli operai -
attraverso la misurazione della concentrazione delle fibre ed il
campionamento dei lavoratori - asserisce a più riprese di aver effettuato le
misurazioni, ma da nessuna parte esistono evidenze di questo fatto.
Si evidenzia sempre di più la volontà genocida dell'Eternit: nonostante
almeno già dal 1978 i dirigenti italiani fossero a conoscenza dei danni alla
salute causati dall'amianto, nessuno dei vertici dell'azienda si è mai
preoccupato di avvertire i dipendenti;in sostanza si rivelano esatte le
parole di Patrucco - ex membro del Consiglio di fabbrica licenziato nel
novembre del 1976 per rappresaglia, per aver protestato contro
l'insopportabilità delle condizioni ambientali del posto di lavoro - che,
durante la sua deposizione, ha affermato che "all'azienda non gliene fregava
nulla se morivano uno, dieci, cento operai a causa delle condizioni di
lavoro, l'importante era che la produzione continuasse".
Nella prossima udienza, in programma lunedì 5 luglio, verranno ascoltati -
con l'aiuto di un interprete - Thomas Schmidheiny e Niederholzer.

Torino, 28 giugno 2010
Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino

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