Brutti segnali
Sono un Rsu FIOM di Pratola Serra. Il primo luglio, da Avellino, sono andato
a
Pomigliano per l'Assemblea nazionale Fiom delle delegate e dei delegati
della
Fiat, dei grandi gruppi e del Mezzogiorno. C'erano tutti i capi,
Landini,
Rinaldini, Cremaschi e dirigenti CGIL. Mi aspettavo una riunione dove si
serrassero i ranghi per affrontare la nuova fase dello scontro con la FIAT,
ma
sono rimasto subito deluso.
Cosa ci facevano lì dirigenti CGIL che nel fuoco dello scontro sul
referendum
si erano schierati per il SI?
Volevo intervenire, dire ai compagni di stare attenti a questi personaggi.
Che
la CGIL aveva già sacrificato i lavoratori del pubblico impiego, di fatto
senza
reazione. Brunetta li aveva stritolati, ed è tutto dire, e il sindacato
aveva
solo proclamato uno sciopero, (la solita passeggiata), fuori tempo massimo.
Volevo dire di stare attenti, perché come avevano fatto con il pubblico
impiego
avrebbero fatto con noi. La mia fabbrica, lâ FMA, è già un valido esempio
di
immobilismo funzionale al padrone. Mentre lui ci butta fuori e ci affama con
la
cassa integrazione, senza prospettive per il futuro, noi stiamo fermi,
oppure
passeggiamo?. L'unica volta che abbiamo dato fastidio allâ azienda
con un
blocco delle merci, ci hanno mandato addosso i poliziotti e i sindacalisti
ci
hanno detto di stare calmi.
Volevo parlare agli operai presenti, agli altri Rsu, ma un burocrate alla
presidenza mi ha detto che non c'era più spazio per altri interventi. Mi
hanno
tappato la bocca perché sanno che sono uno scomodo e combattivo. Mi chiedo,
perché? E' un brutto segnale. Non vogliono alzare lo scontro con la CGIL e
allora toni pacati, interventi con la vaselina. Ma così cosa concludiamo? La
mediazione con chi si è già schierato con Marchionne ci porta solo alla
sconfitta. Se le cose stanno così, devono solo trovare il modo per farcela
digerire.
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