domenica 8 ottobre 2023

pc 8 ottobre - Migranti: dopo la giudice di Catania e il tribunale di Firenze anche la Cassazione respinge il decreto Cutro


I decreti a raffica contro i migranti del governo Meloni infarcito di fascisti nascono per respingere i migranti, mentre non solo suscitano prese di posizione, proteste e manifestazioni di piazza, ma vengono anche “respinti” dai tribunali, in questo caso è la Cassazione che si è espressa contro il decreto Cutro.

“A ricordarlo – come riporta il Sole 24 ore del 6 ottobre - è la Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso di un cittadino extracomunitario contro il provvedimento che lo obbligava a lasciare l’Italia entro 15 giorni … Un’espulsione, decisa dal prefetto dopo il no alla richiesta della Carta di soggiorno per motivi familiari, «per difetto del presupposto della nazionalità italiana della moglie». Dicendo tra l’altro un falso perché la moglie è “cittadina italiana anche se naturalizzata”!

La canea rabbiosa del luridume fascioleghista si è accanita contro la giudice di Catania chiedendone le dimissioni, ma anche alla luce di queste diverse sentenze che chiariscono come l’attuale governo prova a fare carta straccia di ciò che viene elencato dagli stessi giudici: Convenzione europea dei diritti dell’uomo, Costituzione Italiana… solo per citarne alcuni… ad essere “dimessi” (visto che questa feccia non ha nessuna intenzione di dimettersi) dovrebbero essere tutti i membri di questo governo.

Nell’esprimere ancora una volta la solidarietà alla giudice di Catania non possiamo che ribadire che:

“La campagna scatenata da Salvini e dal suo governo, dai suoi organi di stampa contro la magistrata è parte della campagna fascista, razzista con cui questo governo vuole imporre una dittatura aperta, che utilizza anche la questione dei migranti per estenderla a tutti i campi della società, e in particolare l'attacco alla magistratura è una delle caratteristiche fondamentali di questo governo e riguarda anche tutti i magistrati che emettono condanne per i reati di corruzione politica, corruzione economica, per non parlare di tutti quei reati che attaccano le condizioni dei lavoratori.

Si vuole mettere un bavaglio alla magistratura sul piano generale per imporre i voleri del governo e delle classi dominanti che lo sostengono.

Ma in questo attacco di Salvini/Lega c'è un aspetto anche più osceno e strumentale. Esso è parte della lunga campagna elettorale, della competizione di Salvini verso la Meloni per riprendere la scena politica. I due caporioni razzisti si contendono i futuri voti delle europee nell'essere più reazionari, fascisti dell'altro; sulla pelle dei migranti in primis e sull'attacco ai minimi diritti democratici.”  (da Controinformazione rossoperaia del 6/10)

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L'articolo del Sole24Ore

Decreto Cutro, monito della Cassazione sulle espulsioni

Per la Suprema corte in caso di rischio di violazione dei diritti fondamentali, c'è la tutela della nostra Carta e della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, sovraordinate alle leggi ordinarie

6 ottobre 2023

Anche dopo il decreto Cutro, i diritti fondamentali dell’individuo, come il rispetto alla vita privata e familiare, continuano ad essere tutelati dalla nostra Costituzione e dall’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

A ricordarlo è la Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso di un cittadino extracomunitario contro il provvedimento che lo obbligava a lasciare l’Italia entro 15 giorni.

Un’espulsione, decisa dal prefetto dopo il no alla richiesta della Carta di soggiorno per motivi familiari, «per difetto del presupposto della nazionalità italiana della moglie».

Domande fino al 13 marzo fuori dal decreto

E questo malgrado la donna, nata nella repubblica dominicana, fosse cittadina italiana anche se naturalizzata. La Suprema corte (sentenza 28162) accoglie il ricorso, censurando la decisione del giudice di pace di Catania che aveva “sbrigativamente” escluso l’esistenza di ostacoli all’espulsione, senza valutare con «un attento esame» la complessiva situazione familiare documentata del ricorrente. Indagini da fare caso per caso, sulla natura e l’effettività dei legami personali.

Elementi, questi ultimi, che superano per importanza, quelli, considerati aggiuntivi, come la durata del soggiorno e l’integrazione sociale. Anche di recente, ricorda la Cassazione, è stato ribadito dalla giurisprudenza di legittimità, che il divieto di respingimento ed espulsione - previsto dall’articolo 19 del testo unico sull’immigrazione nella versione post modifiche del 2020 - in violazione del diritto alla vita privata e familiare, impone al giudice di pace, nel rispetto di un obbligo di cooperazione istruttoria, di acquisire tutte le informazioni necessarie previste dal Dl immigrazione e sicurezza.

Una norma, che ampliava i casi in cui poteva scattare la protezione speciale, ancora applicabile nel caso esaminato. La Cassazione ricorda, infatti, che il colpo di spugna, passato con il decreto Cutro, sull’articolo 19 del testo unico immigrazione per la parte che escludeva la possibilità di allontanamento dello straniero, se non prima di aver valutato il rischio di un vulnus alla sua vita familiare, non vale, come previsto dalla stesso decreto, per le istanze presentate dagli stranieri fino alla data di entrata in vigore e dunque fino al 13 marzo 2023 o, nei casi in cui il cittadino extracomunitario abbia già ricevuto l’invito a presentare la domanda alla questura competente. Ipotesi in cui si continua ad applicare la vecchia disciplina.

Le norme sovraordinate alla legge ordinaria

Detto questo però la Cassazione chiarisce che il rispetto alla vita privata e familiare, anche dopo il decreto Cutro, resta tutelato - oltre che dal sopravvissuto articolo 5 del testo unico immigrazione, che subordina la revoca o il rifiuto del permesso di soggiorno al rispetto della Costituzione e degli obblighi internazionali - soprattutto dalle norme sovraordinate alla legislazione ordinaria.

A garanzia dei diritti fondamentali, come la vita privata e familiare, c’è infatti l’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. A tutela dei diritti inalienabili «connessi alla dignità della persona e al diritto a svolgere la propria personalità nella formazioni sociali», c’è anche la nostra Carta costituzionale. Che, come la Convenzione, prevale sulle norme ordinarie.

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