I decreti a raffica contro i migranti del governo Meloni
infarcito di fascisti nascono per respingere i migranti, mentre non solo
suscitano prese di posizione, proteste e manifestazioni di piazza, ma vengono anche
“respinti” dai tribunali, in questo caso è la Cassazione che si è espressa contro
il decreto Cutro.
“A ricordarlo – come riporta il Sole 24 ore del 6 ottobre - è
la Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso di un cittadino
extracomunitario contro il provvedimento che lo obbligava a lasciare l’Italia
entro 15 giorni … Un’espulsione, decisa dal prefetto dopo il no alla
richiesta della Carta di soggiorno per motivi familiari, «per difetto del
presupposto della nazionalità italiana della moglie». Dicendo tra l’altro un falso
perché la moglie è “cittadina italiana anche se naturalizzata”!
La canea rabbiosa del luridume fascioleghista si è accanita
contro la giudice di Catania chiedendone le dimissioni, ma anche alla luce di
queste diverse sentenze che chiariscono come l’attuale governo prova a fare
carta straccia di ciò che viene elencato dagli stessi giudici: Convenzione
europea dei diritti dell’uomo, Costituzione Italiana… solo per citarne
alcuni… ad essere “dimessi” (visto che questa feccia non ha nessuna intenzione
di dimettersi) dovrebbero essere tutti i membri di questo governo.
Nell’esprimere ancora una volta la solidarietà alla giudice
di Catania non possiamo che ribadire che:
“La campagna scatenata da Salvini e dal suo governo, dai
suoi organi di stampa contro la magistrata è parte della campagna fascista,
razzista con cui questo governo vuole imporre una dittatura aperta, che
utilizza anche la questione dei migranti per estenderla a tutti i campi della
società, e in particolare l'attacco alla magistratura è una delle
caratteristiche fondamentali di questo governo e riguarda anche tutti i
magistrati che emettono condanne per i reati di corruzione politica, corruzione
economica, per non parlare di tutti quei reati che attaccano le condizioni dei
lavoratori.
Si vuole mettere un bavaglio alla magistratura sul piano
generale per imporre i voleri del governo e delle classi dominanti che lo
sostengono.
Ma in questo attacco di Salvini/Lega c'è un aspetto anche
più osceno e strumentale. Esso è parte della lunga campagna elettorale, della
competizione di Salvini verso la Meloni per riprendere la scena politica. I due
caporioni razzisti si contendono i futuri voti delle europee nell'essere più
reazionari, fascisti dell'altro; sulla pelle dei migranti in primis e
sull'attacco ai minimi diritti democratici.” (da Controinformazione rossoperaia del 6/10)
***
L'articolo del Sole24Ore
Decreto Cutro, monito della Cassazione sulle espulsioni
Per la Suprema corte in caso di rischio di violazione dei diritti fondamentali, c'è la tutela della nostra Carta e della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, sovraordinate alle leggi ordinarie
6 ottobre 2023
Anche dopo il decreto Cutro, i diritti fondamentali
dell’individuo, come il rispetto alla vita privata e familiare, continuano ad
essere tutelati dalla nostra Costituzione e dall’articolo 8 della Convenzione
europea dei diritti dell’uomo.
A ricordarlo è la Corte di Cassazione che ha accolto il
ricorso di un cittadino extracomunitario contro il provvedimento che lo
obbligava a lasciare l’Italia entro 15 giorni.
Un’espulsione, decisa dal prefetto dopo il no alla
richiesta della Carta di soggiorno per motivi familiari, «per difetto del
presupposto della nazionalità italiana della moglie».
Domande fino al 13 marzo fuori dal decreto
E questo malgrado la donna, nata nella repubblica
dominicana, fosse cittadina italiana anche se naturalizzata. La Suprema corte
(sentenza 28162) accoglie il ricorso, censurando la decisione del giudice di
pace di Catania che aveva “sbrigativamente” escluso l’esistenza di ostacoli
all’espulsione, senza valutare con «un attento esame» la complessiva situazione
familiare documentata del ricorrente. Indagini da fare caso per caso, sulla
natura e l’effettività dei legami personali.
Elementi, questi ultimi, che superano per importanza,
quelli, considerati aggiuntivi, come la durata del soggiorno e l’integrazione
sociale. Anche di recente, ricorda la Cassazione, è stato ribadito dalla
giurisprudenza di legittimità, che il divieto di respingimento ed espulsione -
previsto dall’articolo 19 del testo unico sull’immigrazione nella versione post
modifiche del 2020 - in violazione del diritto alla vita privata e familiare, impone
al giudice di pace, nel rispetto di un obbligo di cooperazione istruttoria,
di acquisire tutte le informazioni necessarie previste dal Dl immigrazione e
sicurezza.
Una norma, che ampliava i casi in cui poteva scattare la
protezione speciale, ancora applicabile nel caso esaminato. La Cassazione
ricorda, infatti, che il colpo di spugna, passato con il decreto Cutro,
sull’articolo 19 del testo unico immigrazione per la parte che escludeva la
possibilità di allontanamento dello straniero, se non prima di aver valutato il
rischio di un vulnus alla sua vita familiare, non vale, come previsto dalla
stesso decreto, per le istanze presentate dagli stranieri fino alla data di
entrata in vigore e dunque fino al 13 marzo 2023 o, nei casi in cui il
cittadino extracomunitario abbia già ricevuto l’invito a presentare la domanda
alla questura competente. Ipotesi in cui si continua ad applicare la vecchia
disciplina.
Le norme sovraordinate alla legge ordinaria
Detto questo però la Cassazione chiarisce che il rispetto
alla vita privata e familiare, anche dopo il decreto Cutro, resta tutelato
- oltre che dal sopravvissuto articolo 5 del testo unico immigrazione, che
subordina la revoca o il rifiuto del permesso di soggiorno al rispetto della
Costituzione e degli obblighi internazionali - soprattutto dalle norme
sovraordinate alla legislazione ordinaria.
A garanzia dei diritti fondamentali, come la vita privata
e familiare, c’è infatti l’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti
dell’uomo. A tutela dei diritti inalienabili «connessi alla dignità della
persona e al diritto a svolgere la propria personalità nella formazioni
sociali», c’è anche la nostra Carta costituzionale. Che, come la Convenzione,
prevale sulle norme ordinarie.
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