mercoledì 11 ottobre 2023

pc 11 ottobre - Massima solidarietà al popolo palestinese, alla sua resistenza - Sosteniamo tutte le iniziative a sostegno


Massima solidarietà al popolo palestinese, alla sua resistenza, al suo attacco armato allo Stato di Israele, al cuore di questo Stato.

Ma quale terrorismo? Il vero terrorismo è quello dello Stato sionista di tipo nazista di Israele che, in tutti questi anni, tanti anni, ha colpito, ha occupato, invaso, ucciso, fatto strage di ogni genere, di donne, bambini ragazzi, e ha trasformato la Palestina in una grande prigione nella quale le masse sono state impoverite, ghettizzate, perseguitate.

In tutti questi anni il popolo palestinese ha resistito, con lo sviluppo della lotta antimperialista, della lotta armata delle masse, con l'intifada e ha pagato un costo altissimo in vite umane, al diritto di avere uno Stato. I palestinesi loro sì che ci sono nati lì e che ci sono sempre stati.

È chiaro che dove c'è oppressione c'è ribellione. E questo nuovo generale movimento in corso in Palestina è innanzitutto un grande moto di ribellione popolare in una fase in cui lo Stato sionista di tipo nazista di Israele aveva accentuato tutti i caratteri di sempre dell'oppressione su tutti i piani.

Il governo Netanyahu è un governo reazionario, condannato anche all'interno del Israele da una larga fetta della popolazione per la sua odiosa riforma della giustizia con la quale il governo, fatto di

corruzione e di privilegi, vuole bloccare ogni inchiesta della magistratura che riguardi Netanyahu e che riguardi i ministri e la classe dominante da esso rappresentata.

Tutti hanno detto che Netanyahu marciava verso il fascismo, verso una dittatura aperta all'interno d'Israele, tutti hanno detto che questo governo, immettendo nella sua compagine rappresentanti della parte più razzista della popolazione di Israele si preparava a scatenare una guerra contro il popolo palestinese in violazione del diritto internazionale, delle risoluzioni dell'ONU, dei diritti umani. E aveva già cominciato su questa strada, aveva scelto la via dell'umiliazione, anche religiosa, delle masse palestinesi che sono in maggioranza musulmane.

Se aumenti l'oppressione, l'oppressione non ferma la protesta delle masse popolari ma l'alimenta e ha spinto la resistenza palestinese, rappresentata attualmente dalla sua organizzazione maggioritaria, Hamas, a preparare una nuova fase della loro ribellione e della loro lotta di liberazione.

L’attacco del 7 ottobre è stato una straordinaria risposta del popolo palestinese e delle sue organizzazioni più rappresentative alla fase attuale di oppressione dello Stato di Israele al servizio dell'imperialismo, della guerra. Un esercito considerato invincibile, preso a riferimento da tutto il mondo imperialista e da tutti i governi reazionari e fascisti che opprimono il loro popolo, dall'America Latina alla stessa Ucraina e perfino in Francia - in occasione della rivolta dei lavoratori e della gioventù proletaria dei quartieri il governo Macron ha chiesto aiuto e sostegno per la repressione di essa allo Stato di Israele. Ovunque c'è da reprimere, opprimere un popolo, ovunque c'è da colpire le avanguardie organizzate di questo popolo, lo Stato di Israele non fa mai mancare il suo appoggio.

Uno Stato nel cuore del mondo arabo per rappresentare l'imperialismo occidentale, per rappresentare gli Stati Uniti e il loro controllo delle vie geostrategiche e delle risorse naturali, per mantenere il popolo arabo sotto l'oppressione, le masse arabe - non solo le masse palestinesi - sotto il tallone di ferro dell'imperialismo. Uno Stato fatto per la guerra e per difendere un'ideologia, il sionismo, che considera cittadini solo quelli di religione ebraica e tratta come una razza inferiore tutto ciò che non è di religione ebraica - e lo fa nella sua Costituzione -, uno Stato illegittimo che ha violato infinite volte le risoluzioni dell'ONU con la complicità dell'imperialismo e delle potenze occidentali.

Ebbene, questo Stato è stato messo in scacco dalla creativa resistenza armata delle masse palestinesi. Laddove pensavano di avere tutto sotto controllo, laddove pensavano che le truppe assassine, i sistemi di tecnologia avanzata, lo stradominio militare, potessero impedire ogni sorpresa e potesse continuare lo stillicidio quotidiano di uccisioni di palestinesi, che avviene nel silenzio complice della stampa rappresentativa di quei governi che considerano la repressione di Israele normale e naturale, hanno invece trovato la forza di un popolo.

L'azione delle masse palestinesi e della sua avanguardia armata si dice abbia colto di sorpresa, ma è stata fatta con armi povere, certo con uso di razzi e di tutto ciò che ha a disposizione la maggiore organizzazione di resistenza del popolo palestinese. Ma è l'infinita creatività delle masse che ha permesso un attacco senza precedenti che ha fatto pagare finora un costo alto, come non era mai avvenuto negli ultimi anni, allo Stato sionista israeliano, al suo governo e a tutta quella parte della popolazione che lo sostiene.

Come non essere dalla parte delle masse palestinesi, al di là delle cittadelle imperialiste, in tutto il mondo? La solidarietà è sempre andata al popolo palestinese, alla sua resistenza armata. Tutti i popoli del mondo in lotta, dall'America Latina, all'Asia, all'Africa, tutte le organizzazioni che lottano per la liberazione nazionale e sociale, sono dalla parte del popolo palestinese. Sono le potenze imperialiste, le sue classi dominanti - i suoi governi reazionari e antipopolari che sono dalla parte dello Stato d'Israele.

Questi hanno sempre detto, rovesciando la situazione di chi attaccava e chi viene attaccato: “lo Stato di Israele ha diritto di difendersi”.

Difendersi dalle masse palestinesi? E perché? il popolo palestinese non avrebbe questo diritto di difendersi?

E giustamente la rivolta di sabato 7 ottobre ha attaccato lo Stato di Israele anche all'interno dei suoi confini. Ma è chiaro che è sempre parte di una resistenza che si difende dall'oppressione e del dominio dello Stato sionista d'Israele e dei suoi padrini imperialisti.

Ora più che mai bisogna essere dalla parte del popolo palestinese e anche coloro che hanno espresso parole di solidarietà, di comprensione, per il popolo palestinese, devono sapere che questa comprensione deve andare alla sua resistenza, alla sua lotta di liberazione.

Noi consideriamo che le masse palestinesi - in lotta da tanti anni - devono costruire gli strumenti per un'autentica lotta di liberazione nazionale e sociale che secondo noi è lungo la strada della guerra di popolo di lunga durata, guidata dalle classi proletarie in Palestina. E che l'obiettivo debba essere uno Stato palestinese, libero, democratico, in cui tutti siano uguali indipendentemente da razze e religioni e che metta fine all'odioso Stato sionista israeliano.

Ogni tentativo di convincere il popolo palestinese a rassegnarsi al dominio eterno dello Stato d'Israele e alla negazione del suo diritto a uno Stato libero e democratico, è stato anche sviluppato attraverso accordi che avevano sempre lo scopo di mettere fine alla resistenza del popolo palestinese, di eternizzare il dominio di Israele. E anche quando parlano di due Stati, pensano uno Stato dominante, e una enclave, uno Stato sotto tutela dello Stato sionista d'Israele.

Una realtà inaccettabile che peraltro lo Stato di Israele non ha voluto neanche mai accettare, perché i suoi piani, i suoi programmi, la sua ideologia, parlano di “grande Israele,” un grande Israele che occupi tutta la Palestina e venga legittimata dal mondo arabo come potenza capitalistica, militarizzata e armata, con le armi nucleari che possiede e che faccia dello Stato di Israele, una delle potenze del mondo imperialista.

Sulla base di questo disegno è lo Stato di Israele, la sua classe dominante, che non accettano l'esistenza stessa del popolo palestinese, del suo Stato, del suo diritto, che poi si estende ai diritti sociali ai palestinesi che anche quando lavorano nello Stato d'Israele sono trattati come lavoratori di serie B.

Il governo israeliano dopo l'attacco ha annunciato di togliere l'elettricità, carburante, cibo. Il fatto stesso che lo Stato di Israele può togliere l'elettricità quando vuole a tutta la striscia di Gaza - e può farlo anche nella Cisgiordania -, portarla a condizioni di vivere al buio, senza l'elettricità anche negli ospedali e ovunque, dimostra cosa è Israele, uno Stato che ha il potere di accendere e spegnere la luce in tutta la Palestina. Come si può mai accettare una situazione di questo genere?

Le masse palestinesi hanno provato a ribellarsi in tutte le forme necessarie. E non hanno trovato né la solidarietà internazionale né l'effettivo interessamento - se non per frenarli e dire di non continuare - da parte dell'ONU o delle altre istituzioni internazionali. Il popolo palestinese non accetterà mai questa situazione, come non l'accetteranno le masse arabe di tutto il Medio Oriente, del Nord Africa, come non l’accetteranno le masse musulmane, anche perché è la loro fede religiosa che per Israele non deve esistere, chi non è ebreo non ha diritto, non ha cittadinanza e in certe condizioni non è neanche un essere umano.

E contro tutto questo che si è sviluppata l'azione militare di Hamas, dentro una dimensione di coinvolgimento di ampie masse, di un sostegno pressoché unanime delle masse palestinesi.

Noi siamo per la guerra di popolo di lunga durata, è questa è la strada. Il sostegno delle masse alle azioni armate che si sono sviluppate in questi giorni, per noi deve diventare esercito popolare, perché solo un esercito popolare può sconfiggere un Israele super armato, appoggiato da tutte le potenze imperialiste del mondo, a partire dagli Stati Uniti.

L'Italia i fascisti al governo: i La Russa, i Meloni, sono antisemiti da sempre, hanno sviluppato la massima persecuzione degli ebrei, hanno partecipato alle leggi razziali. Ne hanno condiviso la storia. E oggi sono dalla parte dello Stato di Israele perché riconoscono in questo Stato le stigma, non degli ebrei perseguitati, ma del neo-razzismo, del neofascismo, del neo-nazismo. La solidarietà dei personaggi da sempre facenti parte di un'ideologia razzista e quindi anche antisemita, è una solidarietà perché si riconosce nell'attuale classe dominante in Israele, nei suoi governi; perchè, sia pure in forme differenti, portano avanti la stessa ideologia, la stessa mentalità, la stessa forma di dominio - economico, politico, ideologico, culturale e pratica.

La resistenza palestinese non è terrorismo. Chiamare “terrorismo” come fanno da giorni tutto l'universo dei mass media è un insulto alla ragione, è un falso. L'unico Stato del Terrore che esiste in quell'area è lo Stato di Israele che ha usato ampiamente in tutte le forme questo terrore contro il popolo palestinese. L'unico vero terrorismo sono le bombe, i bombardamenti massivi della Striscia di Gaza, la caccia casa per casa che Israele, con le sue truppe armate, ha messo sempre in campo nei confronti della resistenza palestinese e in generale delle masse palestinesi.

L'operazione che Israele prepara in risposta all'attacco viene detta che sarà più dura che prima. Lo Stato di Israele vuole rispondere alla giusta resistenza armata con un genocidio del popolo palestinese.

Con una nuova Shoah? Forse il paragone è improprio, ma la la volontà dello Stato nazisionista di Israele è simile a quella del genocidio, la logica, ideologica, teorica, culturale, religiosa, dello Stato di Israele ha tutte le caratteristiche del genocidio.

Per questo i proletari, le masse povere, non devono farsi ingannare dal diluvio di falsa informazione, di deformazione della realtà, in cui chi è oppressore viene chiamato oppresso, chi è aggredito e oppresso dal lontano dopoguerra, da quando esiste lo Stato d'Israele, viene chiamato aggressore.

Questa menzogna deve essere smontata con la solidarietà, la resistenza, la controinformazione, innanzitutto verso i proletari, le masse povere, quelli che vogliono che i popoli siano liberi. Ecco tutto questo universo deve scendere in campo più che mai a sostegno del popolo palestinese.

Il 20 e 21 una parte del del mondo sindacale, del sindacalismo di base e di classe scende in sciopero in una giornata di lotta contro l'attacco del governo Meloni alle condizioni di vita, ma anche contro la guerra, la repressione, in solidarietà con i migranti.

Ed è chiaro che la grande emergenza che si genera nel Medio Oriente, in Palestina, dopo l’azione della resistenza domanda che le masse proletarie che scenderanno in lotta il giorno 20 facciano sentire forte e chiaro la loro solidarietà al popolo palestinese e alla sua resistenza armata.

Il 21 scenderemo in campo contro la guerra, con iniziative verso le basi militari.

La guerra. Dicono tutti che è una guerra in Ucraina è parte del grande scenario della guerra imperialista mondiale. Ecco, lo Stato di Israele è uno dei puntelli della guerra imperialista, della marcia verso la Terza guerra mondiale.

Quindi il 21 il sostegno alla guerra di popolo del popolo palestinese contro la guerra imperialista, contro la marcia verso la guerra imperialista, è elemento che deve essere presente nelle manifestazioni e crediamo sia nella consapevolezza di tutti.

Il popolo palestinese, con la sua resistenza, è parte della guerra dei popoli per fermare la guerra imperialista, per cambiare e eliminare dalla faccia della terra l'imperialismo, gli Stati razzisti, fascisti e nazisti, per eliminare l'oppressione, la miseria, che tocca buona parte dei popoli del mondo - e nel Medio Oriente più che mai - mentre si arricchiscono i signori della guerra e i signori del petrolio.

10-100-1000 iniziative di solidarietà in tutte le forme al popolo palestinese, 10-100-1000 iniziative che denuncino e smascherano la grande menzogna su cui la stampa, le televisioni, stanno vomitando sul popolo palestinese e la sua giusta resistenza.

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