venerdì 13 ottobre 2023

pc 13 ottobre - Firenze. Il Mossad a Palazzo Vecchio

Apprendiamo dal Corriere Fiorentino (ed regionale del Corriere della Sera) del 8 ottobre che la sera del 7 ottobre il cosiddetto «coordinamento delle forze di polizia presieduta dal Prefetto Francesca Ferrandino» ha stabilito di aumentare la sorveglianza sugli «obiettivi israeliani sensibili» in città.

A l coordinamento erano presenti anche «il console onorario di Israele, il presidente della Comunità ebraica di Firenze e il responsabile alla sicurezza della Comunità ebraica di Firenze».

Il sindaco Dario Nardella, e non c’era da dubitarne, ha dichiarato che loro sono «vicini al popolo israeliano». Ha detto anche che «Questi attacchi rappresentano una pericolosa escalation del conflitto israelo-palestinese».

Ha detto la sua anche il console onorario di Israele per Toscana, Emilia e Lombardia, a suo tempo generoso mecenate di Matteo Renzi, quel Marco Carrai – per poco, nel 2016, proprio grazie ai legami

con Israele, non era finito a capo della “task force” governativa per la cosiddetta cybersicurezza.

Il quale, immedesimato quanto mai nel proprio ruolo, ha parlato di «guerra terroristica iniziata dall’organizzazione Hamas nei confronti di Israele» e, chiamando a raccolta neri e bianchi, ha detto di attendersi l’unanimità per la condanna «senza se e senza ma da tutte le istituzioni», perché «non si può giocare tra chi sia l’aggressore e l’aggredito. Tra chi sia un terrorista e chi difenda libertà e democrazia».

Il presidente di Toscana Aeroporti (che è lo stesso Carrai, ai vertici di tante altre cose, tra cui acciaierie “Jsw”, Università San Raffaele, Lumsa e Ca’ Foscari e, da qualche giorno, anche presidente della Fondazione Meyer) ha tirato le orecchie anche a quelle «comunità religiose che in passato hanno talvolta colpevolmente vacillato nel prendere le distanze dai terroristi di Hamas».

Infine, a conclusione di un’omelia da Torquemada, ha praticamente messo all’indice coloro che disobbedissero all’intimazione di scendere «in piazza per difendere Israele», impartendo quindi la direttiva affinché «i comuni e le istituzioni italiane espongano la bandiera di Israele».

Ordine che a Firenze è stato immediatamente eseguito: Palazzo Vecchio ha «accolto la richiesta del vice presidente del Consiglio comunale Emanuele Cocollini, presidente dell’Ass. Italia-Israele, di proiettare la bandiera di Israele».

Poco prima, Cocollini aveva scritto inorridito su feisbuc di una «guerra terroristica cominciata all’alba di questa mattina da Hamas». E aveva, anche lui, esortato gesuiticamente a «mostrare unità nella condanna a questa gravissima aggressione».

Non poteva mancare la voce del presidente regionale Eugenio Giani: «Esprimo la mia piena solidarietà al popolo israeliano per l’attacco subito».

In tutti questi “deus lo vult” alla crociata contro Hamas, l’unica volta in cui compare la parola “palestinese” è nella frase di Dario Nardella, che parla di «conflitto israelo-palestinese»: non una parola sulla condizione in cui è costretto a vivere il popolo palestinese schiavizzato da Israele.

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