Se sottolineiamo la questione del padrone indiano - non è certo per nazionalismo o sovranismo - è perchè si tratta dello stesso padrone a cui sono state date le Acciaierie di Piombino - con risultati che sono sotto gli occhi tutti - e che erano insieme a Marcegaglia nella cordata alternativa per acquisire l'ILVA, prima che passasse all'ArcelorMittal.
Jindal all'epoca era sostenuto da Emiliano presidente della Regione Puglia e della sua corte dei miracoli composta a giorni alterni da ambientalisti, pezzi di sindacalismo, ecc
Di fronte al fallimento dell’ultimo tentativo di mediazione con la proprietà – la multinazionale indiana
Jindal – i lavoratori della Treofan martedi hanno deciso di occupare la fabbrica. Mentre dentro lo stabilimento ci si organizza per tenerlo occupato, una delegazione di lavoratori si è recata fuori dai cancelli dello stadio, in concomitanza della partita tra Ternana e Casertana, per sollecitare ulteriormente l’opinione pubblica della città sulle sorti di una fabbrica che rischia di compromettere il futuro di 142 famiglie.La Jindal rigettando l’accordo con i sindacati, ha decretato la indisponibilità a trovare una soluzione pacifica alla vertenza, motivo per cui ora, si prepara la durissima battaglia legale che porterà la multinazionale di fronte ai giudici italiani e saranno chiamati a rispondere.
Ieri si è riunito il tavolo tra ministero del Lavoro e dello Sviluppo, sindacati, liquidatore e avvocati di Jindal. L’azienda ha chiesto un’ulteriore proroga dei tempi della procedura di messa in liquidazione della società, in scadenza oggi, per provare a raggiungere un accordo tra le parti. Una settimana di tempo per salvare i posti di lavoro e scongiurare 142 licenziamenti.
Ma mentre si tratta, rimane fondamentale la salvaguardia dei macchinari, indispensabili per garantire la possibilità di continuità produttiva. Per questo prosegue l’occupazione della fabbrica.
da contropiano
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