Ieri su "La Stampa": "Il governo Draghi e le donne - Da Livia Turco a Susanna Camusso e Marisa Rodano, si moltiplicano gli appelli di reti e raggruppamenti di associazioni femminili al presidente incaricato. Due le richieste: metà ministri donna e una nuova visione della politica...".
Subito alla corte del nuovo governo a pietire poltrone... Uno
schifo!
Le donne, la maggioranza delle donne non vogliono posti nella greppia di un governo che raccogliendo tutti e il contrario di tutti, con rientro di fascio-populisti, di Salvini, di papponi alla Berlusconi, con Pd eM5S a fare da "responsabili da contorno", farà tornare alla grande l'attacco ai diritti delle donne, a cominciare dal diritto d'aborto, renderà ancora più facile ai padroni licenziare, discriminare le donne, rialimenterà un clima di sessismo, di "uomini che odiano le donne" e le ammazzano, insieme ad un clima e politica razzista verso le immigrate, toglierà anche le briciole date dal precedente governo, ecc. ecc.
Noi vogliamo subito combattere questo governo!
Queste donne, ex sindacaliste, parlamentari, dirigenti di associazioni femminili ben le conosciamo: hanno già fatto non poco male alla lotta delle donne...
Noi non vogliamo le misere briciole al femminile di un Recovery fund, non è questo il nostro terreno di rivendicazioni, non vogliamo avere posto nel tavolo della mangiatoia!
Chi vuole stare a questi tavoli, per condividere i pezzi (soldi) lasciati dai padroni, non fanno parte del movimento delle donne, che si travestano da femministe o meno.
Il nostro posto è negli scioperi, nelle piazze, nella lotta senza se e senza ma. Abbiamo una doppia lotta da fare, abbiamo doppie/triple catene da spezzare; abbiamo una vita da cambiare
Lo dobbiamo far vedere l'8 marzo, nello sciopero delle donne
E continueremo a far vedere anche dopo!
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