Lettera di licenziamento per i 400 lavoratori
Il curatore fallimentare ha avviato la procedura il giorno dopo la manifestazione in piazza
Il giorno dopo la manifestazione di piazza,
arrivano i licenziamenti per gli operai dell'ex Embraco. Il curatore
fallimentare della Ventures ha comunicato questa mattina l'avvio delle
procedure di licenziamento collettivo per 398 lavoratori sui 406 dello
stabilimento di Riva di Chieri. Fim, Fiom, Uilm, Uglm di Torino in una
nota parlano di "una notizia purtroppo attesa, il cui primo effetto è di
incrementare ulteriormente l'incertezza per 400 lavoratori che da oltre
tre anni stanno lottando per difendere il proprio posto di lavoro". I
sindacati, proprio ieri scesi in piazza per chiedere di sbloccare
l'ennesimo stallo in vista di luglio quando scadranno gli ammortizzatori
sociali, chiedono ora un incontro urgente alla curatela fallimentare.
"La procedura che si apre oggi lascia 75 giorni di
trattativa prima di rendere effettivi i licenziamenti - spiegano Fim,
Fiom, Uilm, Uglm - È sempre più urgente un intervento incisivo del Mise
di concerto con le Regioni Piemonte e Veneto per costituire la nuova
società Italcomp e mettere in sicurezza i 400 lavoratori di Torino e i
300 della Acc di Belluno". Il progetto di rilancio dell'ex Embraco
infatti fa rotta sul Veneto e sul salvataggio della fabbrica di
compressori per frigoriferi che dovrebbe entrare nella futura Italcomp,
insieme a Embraco: una società per il 70 per cento a capitale pubblico
che, nei piani del Mise, dovrebbe rilanciare la filiera di produzione
degli elettrodomestici in Italia. Perché ciò accada, però, mancano
ancora due elementi: il via libera a un prestito bancario che metta in
sicurezza la Acc e i suoi 270 lavoratori, per cui nonostante la garanzia
di Sace al momento non ci sono certezze, e il socio privato disposto a
entrare al 30 per cento del capitale.
La mancanza di queste due condizioni, e la crisi
di governo, apre ora la strada ai licenziamenti dei lavoratori che da
mesi ormai vivono con i 700 euro al mese della cassa integrazione, i
pacchi della Caritas e gli aiuti della comunità, senza alcuna garanzia
per il futuro e per il proprio lavoro, nonostante le tante promesse
avute in questi anni.
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