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Embraco, la manifestazione in piazza Castello diventa un corteo fin sotto la sede di Intesa Sanpaolo
Nel mirino della protesta le banche e il nuovo
governo: "Progetto di rilancio fermo, in ballo il destino di 700
famiglie"
La manifestazione dei lavoratori Embraco è
diventata un corteo: da piazza Castello, dove hanno incontrato il
prefetto di Torino, Claudio Palomba, gli operai hanno raggiunto la sede
di Intesa Sanpaolo in piazza San Carlo, banca simbolo del territorio.
Sono proprio gli istituti bancari a finire oggi al centro della protesta
dei 406 lavoratori dell’ex Embraco, dopo che si è diffusa la notizia
che alcune banche, in attesa del nuovo governo, sarebbero pronte a
sfilarsi dal progetto di rilancio dell’Acc di Belluno che prevede un
finanziamento da 10 milioni comunque garantito da Sace, società
assicurativo-finanziaria del gruppo Cassa depositi e prestiti.
Il rilancio dell’azienda di Belluno, oggi
commissariata, in crisi di liquidità ma con molte commesse, è una
condizione fondamentale per la nascita di Italcomp, il nuovo polo
italiano della produzione di compressori per frigoriferi Che avrebbe
nello stabilimento di Riva di Chieri la sua seconda gamba. E così, dopo
tre anni, i lavoratori dell’ex Embraco sono di nuovo in attesa.
“Siamo molto preoccupati per lo stallo del
progetto Italcomp a causa delle verifiche in corso presso la Commissione
europea e per la caduta del governo Conte. Al nuovo esecutivo e alla
Regione Piemonte chiediamo di riprendere in mano il dossier per la
creazione della nuova società - dice Vito Benevento, della Uilm - Sono
state create molte aspettative per i lavoratori: se il piano non andrà a
buon fine, governo e Regione dovranno prendersi la responsabilità di
aver lasciato sul lastrico 400 famiglie a Torino e 300 a Belluno. Si
tratta anche di un banco di prova per il nuovo governo, per verificare
con quali strategie pensi di rilanciare l'industria nazionale messa a
dura prova dalla crisi causata dalla pandemia. Saremo sempre al fianco
dei lavoratori, queste famiglie non possono essere abbandonate in un
momento così difficile”.
“Ci sono tutte le condizioni: c’è il
prodotto, c’è il mercato, ci sono le competenze dei lavoratori. Non è
possibile incagliarsi ora a causa della crisi di governo. Le banche non
possono nascondersi dietro questo alibi” aggiunge Ugo Bolognesi della
Fiom Cgil. A preoccupare i lavoratori, oltre allo stallo del salvataggio
della Acc di Belluno che insieme a Embraco dovrebbe dar vita a
Italcomp, è l’avvicinarsi di luglio, quando scadrà l’anno di
ammortizzatori sociali concessi alla Ventures per chiudere la società
che ha rilevato Embraco.
“Abbiamo davanti l’avvio delle procedure di
licenziamento collettivo che il curatore fallimentare farà partire a
breve per non dover pagare i tempi del preavviso - fa notare Arcangelo
Montemarano della Fim Cisl - non si può perdere altro tempo".
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