venerdì 4 dicembre 2020

pc 4 dicembre - Effetto Covid anche sui salari. Vanno in fumo 3.500 miliardi. L’ultimo rapporto dell’Ilo: in nove mesi persi 345 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo

Da la Repubblica che riprende una indagine dell’Ilo, l’Organizzazione internazionale del lavoro che calcola quanti salari le lavoratrici e i lavoratori hanno perso, ma anche su chi si scarica principalmente la crisi, donne, giovani, precari e migranti…

È giusto e necessario rivendicare, quindi, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario!

“Una crisi «senza precedenti» si è abbattuta assieme al Covid sulle economie del globo. Scaricandosi sui lavoratori – specie donne, giovani, precari – in modo spietato. L’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) calcola che nei primi tre trimestri dell’anno sono andate in fumo nel mondo il 12,1% delle ore lavorate, equivalenti a 345 milioni di posti a tempo pieno. E laddove sussidi e stop ai licenziamenti hanno conservato le occupazioni, i salari sono crollati del 10,7%, bruciando 3,5 trilioni di dollari. Vale a dire 3.500 miliardi.

“A soffrire di più il 76% dei lavoratori impiegati nell’economia informale – 1,6 miliardi di persone – sfuggiti ai radar degli aiuti pubblici. E penalizzati soprattutto nei Paesi, come l’Italia, che non riconoscono ancora una forma di salario minimo. Sono i super precari della “street economy”, ambulanti, rider, facchini, addetti alle pulizie, sottopagati in genere. Ma anche il popolo nostrano delle partite Iva. Il 95% delle micro e piccole imprese del mondo conta su questo tipo di manodopera alimentando un’economia grigia e nera. Qui, avverte l’Ilo, è altissimo il rischio di finire in povertà. Nel primo mese di lockdown il loro reddito si è ridotto del 60%. E l’indice di povertà relativa – che misura le disuguaglianze nella capacità di spendere il giusto per vivere – schizzato dal 26 al 59%. La Banca Mondiale stima che quest’anno di pandemia potrebbe spingere tra 71 e 100 milioni di persone in estrema povertà, alzando il tasso per la prima volta dal 1998.

“Le vittime di questo tsunami vanno ricercate tra i 164 milioni di lavoratori migranti

Tra i giovani, visto che il 40% è nei settori più colpiti (turismo, servizi, ristorazione, commercio) e il 77% è nell’economia informale dei lavoretti. Poi le donne che pagano carissimo il gender gap: il 70% lavora nella sanità e nei servizi sociali, esposto ai rischi maggiori, rappresentano i due terzi dei 55 milioni di lavoratori domestici, sono impiegate più degli uomini in occupazioni informali, hanno sopportato un carico enorme tra smart working e figli. Eppure la busta paga degli uomini è scesa globalmente del 5,4%, quella delle donne dell’8,1%. In Italia -6,4% contro -9,7%, nona in Europa. Peggio di noi il Regno Unito che registra una distanza di genere di sei punti: -6,8% contro -12,9%. Cinque punti in Francia e Portogallo, quattro in Spagna: è sempre la lavoratrice a perdere di più.

“Le prospettive d’altro canto non rassicurano. I nuovi dati Istat raccontano che in Italia, dopo il tracollo tra febbraio e giugno e il rimbalzino estivo, in ottobre l’occupazione ha ricominciato a scendere, in parallelo con la seconda ondata e le nuove restrizioni. Il Covid, tra febbraio e ottobre, ha cancellato 420 mila occupati: 136 mila autonomi, 284 mila a termine, 4 mila stabili. Gli inattivi – scoraggiati che non cercano più – si sono gonfiati di 280 mila unità: sono 4,5 milioni tra gli under 24, quasi 1,8 milioni nella fascia 25-34 anni e 2,5 milioni in quella 35-49. Un dato allarmante. Consola che il tasso di disoccupazione sia cresciuto di 0,8 punti in ottobre almeno tra i giovani, unici ancora a caccia di un posto che sarà complicato trovare. Crescono però ancora gli occupati a termine. E calano, come da decenni ormai, gli autonomi. «Attenzione alla disoccupazione nascosta», avverte Sebastiano Fadda, presidente Inapp. Quella coperta cioè da cassa integrazione e divieto di licenziare e che non vedremo nei dati fino ad aprile quando la bolla scoppierà.

https://www.sivempveneto.it/effetto-covid-anche-sui-salari-vanno-in-fumo-3500-miliardi-lultimo-rapporto-dellilo-in-nove-mesi-persi-345-milioni-di-posti-di-lavoro-in-tutto-il-mondo/

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