Da questo giovedì pubblichiamo interventi dalla "serata Engels" del 28 novembre.
Essi, insieme alle "lezioni" della Formazione operaia su Engels pubblicati nei giovedì nel corso di questi mesi, saranno poi riuniti in un Quaderno.
Ora, agli operai, ai giovani, alle donne, alle compagne e compagni che ce lo richiederanno, invieremo un nuovo importante opuscolo inedito sulla "Vita di Engels".
In questa giornata tanti altri compagni, organizzazioni stanno tenendo iniziative simili nei loro paesi. Sono compagni dell'America Latina, in primis compagni della Colombia, compagni della Tunisia, compagni della Galizia, altri compagni in Europa, in Germania dove i compagni turchi stanno facendo iniziative insieme ad organizzazioni tedesche.
La giornata di oggi è stata preparata innanzitutto con una iniziativa molto originale per il nostro paese, la diffusione di un depliant in alcune fabbriche italiane, a Taranto, a Bergamo, a Palermo, a Ravenna, con cui abbiamo voluto rendere onore agli operai, esattamente come rendeva loro Engels in un suo scritto importante, e come Lenin ci insegna, quando scriveva che ogni operaio dovrebbe conoscere il nome e la vita di Engels.
Per questo abbiamo costruito questa iniziativa innanzitutto come momento di conoscenza di Engels tra i lavoratori. Non potevamo far conoscere Engels senza aver sintetizzato alcune sue frasi, molto famose tra i compagni ma pressoché sconosciute agli operai oggi, che in qualche misura danno la dimensione del suo pensiero e rendono chiaro come si sia edificata la scienza, la teoria rivoluzionaria della classe più rivoluzionaria della storia, la classe operaia.
Engels è innanzitutto, insieme a Marx, il fondatore del marxismo, della teoria rivoluzionaria del proletariato. Engels è l'autore, con Marx, del Manifesto del Partito Comunista, pietra miliare della nascita e sviluppo del movimento comunista nel mondo.
Abbiamo realizzato una nuova pubblicazione, traducendo un testo mai tradotto in italiano, scritto in Russia nell'epoca della Russia socialista, in cui la vita di Engels è raccontata con una semplicità piena di fatti ed evidenze che in qualche misura restituisce non solo gli aspetti del suo pensiero ma anche la dinamica della sua attività militante e del rapporto straordinario con Marx.
Là dove abbiamo una sede, pur sapendo tutte le problematiche che attraversiamo, abbiamo voluto comunque tenere questa assemblea in queste sedi. La celebrazione di Friedrich Engels nelle sedi è un fatto giusto per dare il senso storico, non solo pratico, alle sedi dove si svolge l’attività militante degli operai, dei lavoratori e delle loro lotte. Sono le sedi dello Slai Cobas sc principalmente, dove non si fa solo sindacato ma si sviluppa la formazione operaia e la conoscenza della teoria rivoluzionaria e scientifica del proletariato, perché la lotta degli operai e dei lavoratori deve essere finalizzata sempre al rovesciamento di questa sistema sociale, al rovesciamento del capitalismo, dell'imperialismo, all’edificazione di una nuova società in cui il potere sia nelle mani degli operai. Se così non fosse, a cosa servirebbe la stessa lotta sindacale, se non a vendere al meglio la forza lavoro, come ci hanno insegnato proprio Marx ed Engels?
In questo senso, all'interno di una fase in cui i lavoratori stanno cercando faticosamente di riprendere i loro strumenti, il sindacato di classe è il fronte unico di classe, insieme a tutte le realtà che operano nel movimento di lotta del sindacato e delle lotte quotidiane dei proletari e dei lavoratori, abbiamo voluto porre con chiarezza da dove veniamo e dove vogliamo andare, dove la parte più cosciente dei lavoratori deve andare per rispondere effettivamente alla situazione che vive, che chiaramente la pandemia e la crisi hanno aggravato. Le sedi dei lavoratori, le sedi della lotte dei lavoratori devono essere quelle in cui deve essere riconquistata la capacità teorica, politica, scientifica della classe per rovesciare lo stato di cose esistente.
La nostra celebrazione si muove lungo questo solco, nel fuoco della lotta di classe e in stretto legame con le masse proletarie, perché non riusciamo a concepire un'altra forma di studio, di assimilazione e anche applicazione, di appropriazione del pensiero di Engels e della sua gigantesca opera di maestro del proletariato.
Questa serata è una goccia, un scintilla che vuole incendiare la prateria. La “prateria” della rivoluzione non è nel nostro orizzonte immediato, nonostante nel mondo grandi lotte stiano mettendo in discussione il fatto che la crisi la debbano pagare i lavoratori, le masse popolari, i popoli oppressi del mondo. Questa serata è fondamentalmente anche per la risposta a tutto questo, per darci la possibilità di guardare oltre la lotta quotidiana, di guardare alla prospettiva della rivoluzione. La “prateria” che intendiamo incendiare è quella delle avanguardie operaie, dei lavoratori che lottano, dei compagni che vogliono in questo paese ricostruire il partito comunista, ricostruire il fronte unito delle masse, ricostituire la forza politico-militare per una rivoluzione che ci permetta di liberarci del potere dei padroni, dello Stato borghese, del sistema sociale in cui ci troviamo.
In questo senso 10, 100 celebrazioni di Engels. Nessuna di queste è rituale. Di solito chi dice che queste celebrazioni sono dei rituali, che sono scontate, sono proprio quelli che in qualche maniera ostacolano quotidianamente la crescita teorico-politica dei proletari, sono coloro che pensano che i proletari non possano che occuparsi di salario e di condizioni di sopravvivenza, coloro che vedono la lotta e il movimento come il fine, secondo la logica che il movimento è tutto e il fine è nulla.
Questa iniziativa è consegnata nelle mani dei compagni perché la utilizzino per appropriarsi della teoria della rivoluzione, necessaria al proletariato per liberarsi dalle catene dello sfruttamento.
Nessun commento:
Posta un commento