Nelle fabbriche le norme di sicurezza anticovid non sono sufficienti e il numero crescente di morti e malati operai vengono taciuti - i protocolli approvati o non vengono applicati o non sono assolutamente sufficienti a tutelare i lavoratori dal contagio pandemico.
Governo e istituzioni nei loro decreti non citano neanche quello che succede nelle fabbriche e sui posti di lavoro, dando per scontato la linea di 'produci e crepa'.
I sindacati confederali sono o assenti o complici di tutto questo - con ridicoli incontri telematici che lasciano le cose come stanno.
I padroni mentre vogliono tutto per loro i fondi pubblici e fondi UE respingono le richieste contenute nelle piattaforme contrattuali, continuano a chiudere e a licenziare, impongono sui posti di lavoro condizioni sempre peggiori e fanno della cassaintegrazione COVID un'arma dello scaricamento della crisi sui lavoratori, un'arma per flessibilità, ristrutturazioni e ricatto occupazionale.
Il salario operaio falcidiato dalla cassa integrazione scende ai minimi termini, il futuro lavorativo è sempre più a rischio e si vuole cancellare il già non del tutto applicato blocco dei licenziamenti - una nuova catena di esuberi sta per abbattersi sui lavoratori dell'ArcelorMittal sulla base di un nuovo infame patto Governo ArcelorMittal ai danni di operai e popolazione a Taranto.
Ma questa voce e forza organizzata deve costruirsi ora! Dentro le fabbriche e posti di lavoro deve ripartire forte e chiara la lotta e la guerra di classe! Dal piccolo al grande, da pochi a tanti fino a una marea montante.
Un appuntamento importante è il 29 gennaio con lo sciopero di carattere generale indetto dall'assemblea dei lavoratori combattivi del 29 novembre. Ma nessuna attesa - ove si può e si deve, si deve lottare subito e cominciare a farsi sentire, a organizzarsi in tutte le forme possibili.
Per il salario e nuovi aumenti contrattuali - per la cassintegrazione al 100% del salario - per la riduzione dell'orario di lavoro a parità di paga - per salute e sicurezza vera - per condizioni di lavoro dignitose - per la difesa dei diritti e delle libertà di sciopero e manifestazione - perchè nessun operaio venga licenziato o mandato a casa senza prospettive - per il salario garantito a precari e disoccupati per vivere e per togliere armi a padroni e governo per premere e ricattare i lavoratori.
proletari comunisti PCm Italia
5 dicembre 2020
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