Da Torino a Taranto, ma passando per quelli che non vengono citati, come per esempio i depositi di armi nucleari abbandonati come quello di Isola delle femmine vicino Palermo…
Bisogna distruggere
il sistema capitalistico prima che esso distrugga definitivamente il pianeta, proprio
come dice Engels:
“ ...noi non dominiamo la natura come un
conquistatore ... come chi è estraneo ad essa, noi le apparteniamo con carne
sangue e cervello… Tutto il nostro dominio sulla natura… consiste nella
capacità di conoscere le sue leggi e impiegarle in modo appropriato… per
realizzare questa regolamentazione occorre di più che la sola conoscenza.
Occorre un completo capovolgimento del modo di produzione seguito fino ad oggi
e con esso di tutto l'attuale ordinamento sociale...”
***
Rifiuti: aumentano le scorie nucleari. L'allarme
arriva dal Piemonte
Il censimento dell’Isin: rifiuti radioattivi saliti a quota 32mila metri cubi. Da Legambiente lettera al governo: è urgente il deposito nazionale
Rifiuti: crescono le scorie
nucleari
L'Isin, l'autorità nazionale per la sicurezza nucleare, ha pubblicato il nuovo censimento delle scorie presenti negli stoccaggi provvisori in Italia nell'anno 2019. Il quadro mostra l'estrema urgenza, da parte dello stato italiano, di creare una rete di deposito nazionale unico, sicuro, controllato. Secondo quanto riportato dal Sole 24 ore, le scorie in un anno sono aumentate di 608 metri cubi, pari a un cubo con i lati lunghi circa 8 metri e mezzo. In tutto ne abbiamo stoccati (fino al decimetro cubo) 31.027,3 metri cubi. Per quantità e volume, fa sapere il Sole 24 ore, la maggior parte dei rifiuti atomici si concentra nel Lazio e in Lombardia, ma gli ingegneri nucleari e gli scienziati alzano il sopracciglio perché quelle accumulate in Lazio sono in gran parte scorie molte voluminose ma a bassissima radioattività; radiografie industriali, puntali di parafulmine, scarti della diagnostica media, rilevatori di fumo. Il caso
Piemonte è invece diverso: nella provincia di Vercelli, riporta il Sole 24 ore, si addensa una concentrazione molto alta di impianti nucleari a forte intensità tecnologica e con materiali ad alta radioattività. Anche la Legambiente del Piemonte è intervenuta in merito, scrivendo una lettera ai ministri dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, e dell’Ambiente, Sergio Costa, chiedendo loro di pubblicare la carta dei luoghi adatti a ospitare il deposito nazionale.Rifiuti: i dati del report di Isin
Ordinati per
variazione, in base a quanto riportato dal Sole 24 ore, nel 2019 sono
aumentati i rifiuti radioattivi stoccati in Emilia Romagna (da 3mila a 3.272
metri cubi), Basilicata (da 3.215 a 3.362), Piemonte (da 5.506 a 5.605),
Lombardia (da 6.060 a 6.147) e in Campania (da 2.965 a 2.968 metri cubi).
Invece è scesa un poco la quantità di rifiuti radioattivi detenuti in Lazio e
soprattutto in Puglia perché la Sogin, la Spa pubblica disimissione del
nucleare, è intervenuta e ha cominciato a smantellare un deposito abbandonato
per anni a Taranto nel disastroso capannone della Cemerad a Statte.
Ma la regione di gran
lunga più radioattiva è il Piemonte. Una concentrazione di impianti è fra
Saluggia e Trino, in provincia di Vercelli, con una centrale nucleare spenta,
gli impianti della Livanova, quelli dell’Eurex, il reattore sperimentale
Avogadro e altre installazioni; e a poche decine di chilometri ecco gli
impianti di Bosco Marendo e il deposito di Tortona (Alessandria). Il
settore è però sulla scia di una evoluzione tecnico- normativa: grazie ad
un nuovo sistema informatico di acquisizione dei dati relativi a produzione e
stoccaggio, fa sapere il Sole 24 ore, dal 2021 sarà possibile
disporre di informazioni ancora sempre più precisa e soprattutto in tempo reale
sulla produzione e movimentazione dei rifiuti radioattivi.
https://www.affaritaliani.it/economia/rifiuti-crescono-le-scorie-di-nucleare-allarme-in-piemonte-709915.html
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