Riflessioni di Ingranaggi sul corteo antirazzista
In primis il dato
che immediatamente salta all’occhio è la presenza di oltre mille persone
(1000) ad un corteo con parole d’ordine chiare contro il razzismo e il
fascismo. Era da tempo che non si vedeva nel nostro territorio ed il
fatto che sia stato promosso dagli studenti delle scuole, non può far
altro che farci piacere e regalarci un po’ di ottimismo per il futuro.
Il nostro plauso va ai collettivi studenteschi che hanno saputo dare una sterzata al silenzio sotto cui stava passando la gravissima aggressione subita da un loro compagno.
Il nostro plauso va ai collettivi studenteschi che hanno saputo dare una sterzata al silenzio sotto cui stava passando la gravissima aggressione subita da un loro compagno.
Proprio
questa aggressione è il secondo passaggio della nostra riflessione.
Spiegateglielo voi ai benpensanti che si ostinano a dire che nel 2019 il
fascismo è morto e sepolto. Spiegateglielo al ragazzo che ha subito
un’aggressione da solo contro dodici (12), di notte, ad Ostia, al grido
di "negro di merda". Potevamo starci noi li in mezzo, potevi esserci tu
al posto di quel ragazzo che vive le tue stesse felicità ed emozioni,
che soffre l'incertezza e la precarietà del futuro che lo attende mentre
aspetta la bella stagione per farsi un tuffo al mare di Ostia.
C’è
un filo rosso che accomuna la mobilitazione ostiense con quella che si è
svolta ieri mattina a Torre Maura in risposta alla chiamata alle armi
dei soliti gruppuscoli fascisti. Un trait d’union che lega la voglia di
reagire a questa violenza insensata e al clima d’odio che
quotidianamente ci viene vomitato addosso da politica e stampa. Una
continua ricerca del capro espiatorio su cui riversare colpe non sue. Un
tentativo di delineare differenze tra cittadini di serie A, serie B e C
basate su motivazioni razziali o religiose.
Niente di nuovo insomma, la storia ce lo insegna. Ma nuovamente ci troviamo a dover ribadire che le uniche differenze esistenti sono quelle nell’accesso alle opportunità lavorative, ai servizi, alla cultura, alla casa, nel rapporto non paritario fra i generi sui luoghi di lavoro e in famiglia. E queste, e solo queste, sono le differenze da combattere.
Niente di nuovo insomma, la storia ce lo insegna. Ma nuovamente ci troviamo a dover ribadire che le uniche differenze esistenti sono quelle nell’accesso alle opportunità lavorative, ai servizi, alla cultura, alla casa, nel rapporto non paritario fra i generi sui luoghi di lavoro e in famiglia. E queste, e solo queste, sono le differenze da combattere.
Ieri,
Ostia come Torre Maura hanno dimostrato che una risposta dal basso è
possibile. Hanno dimostrato che siamo di più. Hanno dimostrato che è dai
giovani che bisogna ripartire. Hanno dimostrato, soprattutto, che non
bisogna lasciare MAI alcuno spazio ai fascisti ed ai razzisti.
Ci rendiamo conto che chi leggerà queste poche righe sarà, molto probabilmente, qualcuno che ha già una sensibilità e una consapevolezza sul tema, che gli permetterà di comprendere facilmente quanto stiamo dicendo. Il nostro appello infatti non è diretto a voi. Si rivolge al vostro vicino di casa, all’amica con cui vi andate a bere una birra al pub, ai vostri colleghi di lavoro e alle vostre compagne di classe. È con loro che bisogna andare a parlare. È un impegno da cui nessun* di noi può esimersi.
Facciamogli capire a cosa porta questo clima d’odio fra subalterni. Dimostriamogli che il conflitto tra ultimi è solo funzionale a chi ha interessi elettorali. Spieghiamogli che il primo responsabile è sempre chi ha gli strumenti decisionali, economici e politici per governare i processi di mantenimento dello status quo/cambiamento. Non certo chi ha meno di noi.
Non diamo per scontato nulla. Non permettiamo più che si facciano discorsi fascisti e razzisti nello stesso luogo in cui ci troviamo. Prepariamoci sempre a rispondere con fermezza e intelligenza. Prendiamo spunto da Simone, il quindicenne che ha saputo con coraggio fronteggiare una bestia solo apparentemente invincibile, perché “non ce deve sta bene che no”!
Ci rendiamo conto che chi leggerà queste poche righe sarà, molto probabilmente, qualcuno che ha già una sensibilità e una consapevolezza sul tema, che gli permetterà di comprendere facilmente quanto stiamo dicendo. Il nostro appello infatti non è diretto a voi. Si rivolge al vostro vicino di casa, all’amica con cui vi andate a bere una birra al pub, ai vostri colleghi di lavoro e alle vostre compagne di classe. È con loro che bisogna andare a parlare. È un impegno da cui nessun* di noi può esimersi.
Facciamogli capire a cosa porta questo clima d’odio fra subalterni. Dimostriamogli che il conflitto tra ultimi è solo funzionale a chi ha interessi elettorali. Spieghiamogli che il primo responsabile è sempre chi ha gli strumenti decisionali, economici e politici per governare i processi di mantenimento dello status quo/cambiamento. Non certo chi ha meno di noi.
Non diamo per scontato nulla. Non permettiamo più che si facciano discorsi fascisti e razzisti nello stesso luogo in cui ci troviamo. Prepariamoci sempre a rispondere con fermezza e intelligenza. Prendiamo spunto da Simone, il quindicenne che ha saputo con coraggio fronteggiare una bestia solo apparentemente invincibile, perché “non ce deve sta bene che no”!
Infine
agli studenti del X Municipio va il nostro invito a non sprecare questa
potenzialità accumulata. Siamo convinti che sarete capaci di rilanciare
nelle vostre scuole le parole d’ordine del corteo, dando vita a nuove
riflessioni e momenti di confronto fra studenti e studentesse. Da parte
nostra ci sarà tutto il supporto di cui avrete bisogno, quando ne avrete
bisogno, perché un quartiere realmente solidale e consapevole passa
inevitabilmente attraverso di voi.
Ingranaggi (X Municipio, Roma) https://www.facebook.com/ingranaggimunix/
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