Ieri si è fatto il referendum tra le lavoratrici e lavoratori di Auchan di Taranto sull'intesa tra Azienda e Sindacati confederali. Un referendum volto solo a strappare un sì formale alla svendita fatta dai sindacati confederali. Si tratta infatti di un referendum ricattatorio, fatto in un clima di intimidazione e di decisione già concordate con l’azienda da parte dei sindacati confederali.
In ogni caso resta la rabbia soprattutto delle lavoratrici, per un'intesa che scarica tutto su di loro, tagliando fortemente gli orari del 22%, già per molte ridotti, imponendo più lavoro (le domeniche) con meno salario, attuando inaccettabili discriminazioni a fronte dell'esclusione di capi e capetti dal contratto di solidarietà. Ancora una volta le donne saranno le più penalizzate.
I sindacati
confederali hanno già deciso tutto! Hanno fatto nei giorni
scorsi assemblee solo per
convincere le lavoratrici. Ma le lavoratrici non possono
decidere!
Le lavoratrici dello Slai Cobas sc che avevano
fatto appello alle lavoratrici
Auchan a scendere in sciopero l'8 marzo, con il
volantinaggio fatto all'Auchan la scorsa settimana hanno raccolto
alcune loro testimonianze dell'ansia e paura per la situazione di
precarietà che stanno vivendo. Le lavoratrici hanno parlato della
loro rabbia. "I padroni e i sindacati confederali sono d'accordo,
leassemblee erano solo una scusa per farci ingoiare il rospo!" Cosi si sfoga una lavoratrice, "ci vogliono ridurre l' orario di lavoro, il nostro salario già misero lo vogliono ridurre con la scusa della crisi, ma noi la dobbiamo pagare? Ci hanno sfruttato, sempre a lavorare, niente feste, né domeniche a casa. Neanche per fare la pipì ti puoi allontanare dal tuo posto di lavoro! La lavoratrice parla di ricatti da parte dei padroni, per quelle che si erano rifiutate di lavorare i festivi e che sono a rischio licenziamento e con il referendum sanno che ne usciranno comunque perdenti.
Sì parla di circa 40 esuberi e se non ci si accorda per la solidarietà, c'è il trasferimento in sedi lontane da casa e per chi ha famiglia e deve tirare a campare é una tragedia. Le lavoratrici che sono la maggioranza, in quanto donne si sentono anche più discriminate.
Il clima ricattatorio è dato sia dall’azienda che dai sindacati confederali.
L’azienda pretende di ottenere comprensione per questo taglio delle ore e del salario, per il fatto di essere sul piano nazionale in difficoltà economica, a causa, dice, della competizione dei discount, della contrazione dei consumi. Ma queste sono il frutto solo delle loro stesse leggi del capitale. Tutti i padroni si fanno concorrenza spietata per avere il monopolio, a volte vince uno altre volte un’altro, tutti si muovono non certo sulla base di bisogni delle masse popolari ma per fare più profitti.
Nello stesso tempo i padroni, per scaricare la loro crisi, tagliano i salari, riducono sempre più il lavoro, lo impoveriscono, lo precarizzano sempre più, ecc., e poi si lamentano che vi è la “contrazione dei consumi”, che la gente normale deve tagliare anche spese essenziali, o andare a comprare dove i prezzi sono meno alti.
I padroni creano la crisi, ma poi pretendono di scaricarla sui lavoratori e che i lavoratori siano anche “comprensivi”.
I sindacati confederali ricattano dicendo ai lavoratori che o mangiano questa minestra o la prospettiva è licenziamenti; fanno passare come vittoria il fatto di aver concordato una solidarietà al 22% invece che al 27% come richiesto all’inizio da Auchan.
Noi pensiamo e speriamo che, al di là del risultato del referendum, la rabbia si trasformi in nuova organizzazione e in nuova lotta.
Auchan non si fermerà, una volta avuta "la mano", pretenderà se i suoi utili calano ancora, di avere il "braccio". Quindi, anche per questo non bisogna rassegnarsi e non aspettare il nuovo attacco per mobilitarsi.
Le lavoratrici Slai cobas sc hanno detto che sono pronte a sostenere ogni volontà e iniziativa di lotta delle lavoratrici contro i pesanti effetti di questo accordo bidone.
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