venerdì 12 aprile 2019

pc 12 aprile - Contro la NATO, contro l'imperialismo italiano - prepararsi a combattere contro la guerra imperialista in ogni area

Intervista al vicesegretario generale della Nato, Rose Gottemoeller,


Nato: vicesegretario generale Gottemoeller a “Nova”, da Italia grande contributo su fianco sud

Roma, 12 apr 14:05 - (Agenzia Nova) - Il contributo dell’Italia alle azioni della Nato, la crisi in Libia, le tensioni tra Russia e Ucraina nel Mar Nero, gli investimenti nella difesa e la posizione della Turchia nell’Alleanza atlantica. Questi i temi principali affrontati dal vicesegretario generale della Nato, Rose Gottemoeller, in un’intervista concessa ad “Agenzia Nova” oggi nel corso della sua visita al Nato Defence College (Ndc) di Roma. “L’Italia rimane un alleato affidabile della Nato, sempre pronto a fornire quello che serve all’Alleanza”, chiarisce subito Gottemoeller ricordando come, anche in tempi difficili nei rapporti con un altro paese alleato, ovvero la Francia nel 1966, l’Italia si sia sempre fatta avanti come quando ha accettato di ospitare a Roma la
struttura di formazione della Nato dove oggi è stata in visita per celebrare il 70mo anniversario della fondazione dell’Alleanza atlantica. Il significativo contributo dell’Italia nella Nato, secondo quanto evidenzia il vicesegretario generale, si è concretizzato nell’ultimo periodo in particolare su due fronti: l’hub per il sud presso il comando Nato di Napoli, che testimonia il grande sostegno offerto dall’Italia per la sicurezza del fianco sud dell’Alleanza, e la partecipazione italiana alla missione di polizia aerea nella regione dei Balcani.

Riguardo quest’ultimo punto, Gottemoeller cita come esempio l’intervento dei giorni scorsi nei cieli del Montenegro, quando un aereo civile aveva interrotto le comunicazioni con le torri di controllo, determinando lo “scramble” di due Eurofighter italiani decollati dalla Puglia: “Era stato solo un problema di comunicazione con le torri di controllo, ma quello che importante sottolineare è che
l’Italia ha voluto partecipare a questa missione di polizia aerea nella regione de Balcani”. L’hub per il sud presso il comando Nato di Napoli è un altro elemento caratterizzante l’azione dell’Italia nell'Alleanza, ad evidenziare un contributo rilevante nella lotta contro l’estremismo violento e il terrorismo tramite “uno sguardo a 360 gradi sulle minacce nell’area”.

“La Nato è concentrata nel garantire la sicurezza del fianco sud e l’Italia ci ha aiutato a comprendere meglio le potenziali minacce nell’area proprio grazie all’hub per il sud, creato solo pochi anni fa presso il comando Nato di Napoli ma che già dà un aiuto molto importante”, dichiara il numero due della Nato, secondo cui Roma offre all’Alleanza un “contributo creativo” tramite idee innovative per affrontare le nuove sfide alla sicurezza globale. Dall’altra parte rimane il monito al rispetto degli impegni relativi alle spese per il settore difesa. “Tutti i paesi alleati hanno firmato questo impegno, in Galles nel 2014, per spendere il 2 per cento del Pil per la difesa entro il 2024 – afferma -. E il 20 per cento di questo 2 per cento deve essere stanziato per l’acquisizione di nuovi mezzi. Questo obiettivo è nell’interesse dell’Italia, non si tratta quindi di un favore nei confronti di Washington o di un altro paese alleato, ed è molto importante poiché tutti i paesi alleati sono alle prese con la necessità di modernizzare i loro equipaggiamenti militari e con la costosa necessità dell’addestramento delle truppe”.

Il vicesegretario generale della Nato risponde poi ad alcune domande sul recente avvicinamento del governo italiano a Cina e Russia, in particolare riguardo la cooperazione economica. “La Nato è una alleanza difensiva – rimarca - e le questioni economiche e commerciali contano soprattutto per l’Unione europea. Dalla nostra prospettiva vogliamo che ogni alleato investa in maniera appropriata nella difesa ed abbia un ruolo nelle responsabilità nella Nato. Ci sono molti dibattiti anche sulla sicurezza energetica, con la Germania che investe nel gasdotto Nord Stream 2, e sugli investimenti cinesi in Europa: quello che conta per l’Alleanza è che le infrastrutture siano disponibili per la Nato se dovesse condurre un’operazione in Europa; abbiamo bisogno della mobilità militare con la possibilità di spostare le truppe e gli equipaggiamenti da porti ed aeroporti in tempi rapidi attraverso l’Europa”. Secondo quanto evidenzia Gottemoeller, quindi, “vogliamo che le scelte economiche degli alleati siano nel rispetto dei requisiti per la mobilità militare, ed è questo che dobbiamo tenere d’occhio quando ci sono investimenti da parte di paesi terzi come la Cina.

Il vicesegretario generale Nato affronta poi la questione della crisi in Libia. “Voglio sottolineare che questa crisi non sarà risolta sul campo tramite un’azione militare, ma solo con un processo di negoziati – afferma -. La Nato sostiene il lavoro del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres e dell’inviato speciale Ghassam Salamè per far tornare tutte le parti al processo politico. Questo fine settimana doveva tenersi la conferenza volta ad avviare la transizione verso le elezioni in Libia: questa dovrebbe essere la soluzione, non l’uso della forza militare”. Goettmoeller chiarisce che “la Nato vuole essere impegnata in Libia per costruire le necessarie istituzioni, aiutando nella creazione di un ministero della Difesa, di uno Stato maggiore della Difesa e delle strutture di sicurezza per assicurare un buon addestramento e organizzazione istituzionale”. In proposito, ammonisce, “non siamo ancora stati in grado di lavorare direttamente con i libici, perché abbiamo atteso che la situazione della sicurezza fosse quella giusta; anche per questo attendiamo che tutte le parti tornino al tavolo dei negoziati”.

Passando alla situazione lungo il fianco orientale della Nato, il vicesegretario generale osserva che la questione della sicurezza nel Mar Nero è stata al centro dell’ultima riunione ministeriale di Washington nei giorni scorsi, in occasione del 70mo anniversario della nascita dell’Alleanza atlantica, dove i ministri degli Esteri hanno concordato su un “Pacchetto per il Mar Nero” che include una “serie di misure pratiche” per aiutare non solo l’Ucraina, ma anche la Georgia, ad affrontare le minacce alla sicurezza nell’area. “Ciò significa in particolare lavorare con questi paesi sull’addestramento navale e della guardia costiera; lavorare con loro sullo scambio di informazioni; lavorare sulle esercitazioni delle forze di sicurezza. La scorsa settimana il secondo gruppo navale permanente della Nato (SNMG 2) è stato dispiegato nel Mar Nero per esercitazioni sia con la Georgia che con l’Ucraina. La presenza della Nato nel Mar Nero è aumentata in maniera significativa nei mesi scorsi e il Pacchetto del Mar Nero assicurerà un impegno ancora maggiore”, dichiara Gottemoeller.

Riguardo i rapporti con la Russia, il numero due della Nato sottolinea che nel summit del 2016 a Varsavia è stato indicato che la politica nei confronti di Mosca si deve muovere contestualmente su un doppio piano: “Deterrenza e difesa da una parte e dialogo dall’altra”. “Negli ultimi tre anni abbiamo avuto 9 incontri del Consiglio Nato-Russia, a livello di ambasciatori quindi ci incontriamo su basi regolari; mentre anche il segretario generale Jens Stoltenberg ha incontro con il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, e a livello militare il comandante del Comando alleato per l’Europa (Saceur) Curtis Scapparotti si confronta con il comandante della forze russe Valery Gerasimov”. Ma il vicesegretario generale è netto riguardo la necessità di avere una posizione ferma a difesa dell’Ucraina: “Dopo l’occupazione della Crimea e dopo le azioni destabilizzanti della Russia nel Donbass non possiamo tornare ad avere rapporti business as usual”.

Infine la Turchia, uno storico alleato della Nato che però intende acquistare i sistemi missilistici russi S-400. “Certamente nella vicenda sono coinvolti due alleati importanti della Nato, Turchia e Stati Uniti. Ogni alleato ha il diritto sovrano di prendere le sue decisioni riguardo gli investimenti, ma è fondamentale l’interoperabilità in quanto per la Nato è necessario che i mezzi degli alleati siano del tutto interoperabili, mentre gli S-400 non si integrano con nessun sistema dell’Alleanza”, osserva Gottemoeller. “Dall’altra parte – conclude -, siamo lieti di vedere che la Turchia continua a lavorare con l’Italia e la Francia per la costruzione del sistema di difesa aerea Samp-T, e con gli Stati Uniti proseguono negoziati per acquisire i sistemi missilistici Patriot”.

Nessun commento:

Posta un commento