La
Terza Internazionale festeggia il centesimo anniversario
della sua Fondazione
La classe operaia è una
classe internazionale. Esiste in tutti gli angoli del mondo e produce
tutte le ricchezze del mondo, ed è sfruttata e oppressa in ogni
angolo del mondo, dagli stessi padroni, secondo le stesse leggi,
quelle del capitalismo, operante nel suo ultimo stadio,
l’imperialismo.
I padroni di tutto il mondo e
in ogni paese, oltre che sfruttarla, ne “colonizzano” il
pensiero, per inquadrare ciascun contingente operaio agli interessi
nazionali; la colpiscono uniti, facendo di tutto per tenerla divisa.
La peggiore e più assurda divisione è quella per nazione, secondo
la quale gli operai italiani sarebbero diversi dagli operai francesi,
dagli operai indiani, dagli operai brasiliani, dagli operai arabi,
ecc., pur venendo sfruttati secondo le stesse leggi nelle grandi
medie e piccole fabbriche spesso appartenenti agli stessi padroni.
Il proletariato non ha
nazione. Il proletariato è l’unica classe internazionale che
abolendo il proprio sfruttamento, abolisce lo sfruttamento e ogni
oppressione di tutta la propria classe e di tutta l’umanità,
costruendo un mondo libero, uguale, giusto, con il potere nelle mani
effettivamente di chi lavora e
produce, libero da fame, guerre, miseria, libero da fascismi, razzismi, sessismi, malavita, disastri ambientali; l’unica classe che può far uscire l’umanità dalla barbarie e dalla preistoria e costruire una nuova storia. Questa nuova storia di chiama Comunismo.
produce, libero da fame, guerre, miseria, libero da fascismi, razzismi, sessismi, malavita, disastri ambientali; l’unica classe che può far uscire l’umanità dalla barbarie e dalla preistoria e costruire una nuova storia. Questa nuova storia di chiama Comunismo.
200 anni fa Marx tracciava la
parola d’ordine adatta “Proletari di tutto il mondo, unitevi!”,
e forniva le armi teoriche, analitiche pratiche per concretizzarla,
100
anni fa, dopo la grandiosa vittoria del proletariato in Russia con la
Rivoluzione d’Ottobre, guidata da Lenin applicando il marxismo alla
realtà concreta, analizzando il sistema del capitale divenuto
imperialismo e mettendo fine alla carneficina della guerra mondiale
portava al potere i lavoratori - veniva fondata la Terza
Internazionale Comunista. Con la conseguente nascita dei Partiti
comunisti in tutto il mondo - nel nostro paese nasceva nel 1921 il
Pcd’I, divenuto subito dopo il partito di Gramsci- la Terza
Internazionale tracciava subito i punti e le linee guida per
costruire l’unità del proletariato internazionale attraverso
l’unità dei partiti d’avanguardia del proletariato in ogni
paese.
La
Terza Internazionale ha assolto al suo ruolo storico dimostrandosi
una grande vittoria della classe operaia di tutto il mondo e la più
grande risorsa che le masse popolari avevano per controbattere e
sconfiggere la barbarie del capitale che si afferma col nazismo.
L’Unione
sovietica guidata da Stalin e la linea della Terza Internazionale
guidata anch’essa da Stalin sconfiggono il nazismo e aprono le
ignobili porte di Auschwitz.
Cosa c’è stato di più
grande nella storia del mondo?
Certo,
il movimento comunista e la classe operaia internazionale non è
riuscita a conservare questo strumento nella fase del dopoguerra. Gli
errori e la morte di Stalin l’hanno minata all’interno. I vermi
del revisionismo sono usciti allo scoperto in Russia come in ogni
paese – anche nel nostro il Partito comunista, finita la Terza
Internazionale, è degenerato in un partito parlamentare qualunque
che tradendo gli interessi dei lavoratori ha liquidato la sua forza e
le conquiste ottenute.
La
bandiera della Terza Internazionale è stata ripresa e tenuta alta da
Mao Tse tung e dai comunisti cinesi che hanno guidato un’altra
tappa della storia del movimento comunista e operaio internazionale.
La parola d’ordine è divenuta: “proletari e popoli oppressi di
tutto il mondo unitevi’ e il vento della grande Rivoluzione
culturale proletaria in Cina ha mostrato la strada della ripresa del
potere proletario, della rivoluzione socialista sviluppando la lotta
di liberazione nei paesi oppressi dall’imperialismo e incendiando i
paesi imperialisti con il movimento rivoluzionario del 68/69 e degli
anni 70
Ora
tocca ai comunisti di oggi, in qualsiasi paese in cui essi operano e
qualunque sia la loro forza attuale, di organizzarsi, guidare e
fondersi con l’odierna classe operaia, con l’odierno proletariato
internazionale, con gli odierni popoli oppressi e in lotta nel mondo,
e ricostruire insieme la nuova Internazionale Comunista.
E’
l’imperialismo che non ha, né deve avere un futuro, attraversato
come è dalla sua devastante crisi che trascina proletari e popoli in
guerre infinite, e che mette in pericolo le sorti dell’intero
pianeta
Il
futuro può e deve essere della classe operaia e delle masse
popolari! Ma può esserlo solo se la rossa bandiera
dell’internazionalismo proletario e della rivoluzione mondiale
torna a sventolare.
“I
proletari non hanno nulla da perdere che le loro catene. E hanno un
mondo da guadagnare!”
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