Torniamo nuovamente sulla durissima lotta che sta sconquassando la provincia modenese, con alcune considerazioni che aggiornano sulla situazione del conflitto. Segnaliamo inoltre il lancio del boicottaggio nei confronti di Italpizza e una iniziativa di dibattito a Modena per il prossimo 9 febbraio.
Tre
giorni fa i primi due fermi, giovedì altri tre: si tratta di cinque
lavoratori iscritti al sindacato Sicobas. Le ragioni dello sciopero
davanti all'Italpizza potete trovarle qui.
Ieri ennesima giornata di picchetto con la presenza di Non Una Di Meno
regionale accorsa in solidarietà alle lavoratrici modenesi. Diverse
aziende da giovedì pomeriggio sono in stato di agitazione permettendo
cioè a tutti gli iscritti al sindacato di accorrere e rinvigorire le
fila di uno sciopero che sta scoperchiando e mettendo a nudo tutte le
contraddizioni presenti nel nostro territorio.
Ci
riferiamo in primo luogo ai sindacati confederali, incastrati nelle
loro contraddizioni storiche, facenti funzione, ormai, di organi
padronali (non che questo ci possa dispiacere o ci stupisca sia chiaro).
In
secondo luogo vediamo uno scontro tra blocchi di potere che nella
riorganizzazione del modello emiliano legato alla distribuzione del
lavoro vorrebbero strappare pezzetti di consenso utili soprattutto alla
prossima campagna elettorale. L'unità trovata giovedì dall'arco politico
istituzionale,
all'interno del consiglio comunale, nel condannare i blocchi di questi giorni, ci rivelano un dettaglio interessante.
all'interno del consiglio comunale, nel condannare i blocchi di questi giorni, ci rivelano un dettaglio interessante.
Mentre
può essere accettato uno sciopero 'passerella' utile a far emergere, su
un piano esclusivamente mediatico, le contraddizioni nella gestione
territoriale Lega Coop/Pd locale (vedi caso Castelfrigo), non deve
essere tollerato uno sciopero che, al contrario, riduce tutti gli attori
in campo a 'contro-parte' e arrechi seriamente un danno economico alla
produzione. Non si spiega altrimenti la feroce repressione messa in
campo in questi giorni.
Qui si apre un altro discorso legato al nuovo Dl Salvini, per la prima volta applicato nel nostro territorio.
Il
Decreto, ridotto in questi giorni nel dibattito sui social network a
una mero regolamento 'antimigranti', si sta rivelando per quello che in
realtà è: uno strumento di controllo e repressione generale e di massa.
L'applicazione del decreto nei confronti di tre compagni, dopo lo stato
di fermo in cui sono stati obbligati a ore in questura, è la prova di
come anche in Emilia la Lega abbia elargito un enorme favore al sistema
produttivo locale. In barba alla retorica del 'prima gli italiani'
questo infame strumento sta iniziando a dare i primi frutti nel mondo
delle lotte sindacali, colpendo indistintamente lavoratori italiani e
lavoratori immigrati.
La determinazione delle lavoratrici, così
come dei tanti e delle tante solidali però ha dimostrato che anche il
livello repressivo può poco quando dall'altro lato esiste uno spirito
battagliero nell'affermare i propri diritti. E quando si capisce di aver
consenso. Prova è anche il successo della campagna di boicottaggio
lanciata nella giornata di ieri, subito diventata virale. Questa ha
provocato la reazione scomposta dell'azienda, alle prese con le
difficoltà di rispondere anche sui social media del proprio operato,
della sua produzione di una pizza sporca di sangue di lavoratrici e
lavoratori resi schiavi per un profitto maggiore.SUPPORT MIGRANT WORKERS' STRIKE AT ITALPIZZA (Modena, Italy)!
BOYCOTT ITALPIZZA AND SIGN THE PETITION TO SUPPORT MIGRANT WOMEN WORKERS ON STRIKE!
This is a struggle against low wages and poor labour relations at Italpizza, a factory based in Modena, Northern Italy, which produces frozen pizza. This company does not want to recognise women and workers’ fair working conditions, and will to join S. I. Cobas, a rank and file Italian union. Initially, employers tried to divide workers but obtained the undesired effect of strengthening their determination. Later they threatened to move them to other workplaces, and, although picket lines have been organised since December 2018, union negotiations have been neglected. Needless to say, the police is still fiercely attacking the picket line with tear gas, and the xenophobic and racist practices led by the Italian government are deeply worsening migrant workers’ conditions and rights to protest, as workers risk to be charged with 6-12 years of prison and expulsion!
What can you do?
Boycott Italpizza!
Sing the petition and help these workers obtaining the recognition of their rights! Do not leave them alone and help to make their voices heard!
For more information and videos, visit:
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