Sfratti in via Brodolini e corso Acqui? Cissaca occupato
ALESSANDRIA
- “Sappiamo per certo che, entro due settimane, si proverà a sgomberare
gli edifici occupati di via Brodolini (dove vivono 15 famiglie) e corso
Acqui (abitato da 12 nuclei): siamo disposti a tutti pur di non farlo
accadere, perché la casa è un diritto e, in quegli alloggi, si trovano
genitori con figli e persone che, anche per via della perdita del
lavoro, sono costrette a scegliere se mangiare o pagare per avere un
tetto sopra la testa”: per questo, mercoledì mattina, gli attivisti del Movimento per la casa hanno simbolicamente occupato, per circa un'ora, la sede del Cissaca, in via Galimberti.
“Purtroppo
il Decreto Salvini ha peggiorato ulteriormente le cose – la
dichiarazione dei giovani della
'rete' – Ora non si esita a far intervenire le forze dell'ordine per provvedere agli sfratti, ma i servizi sociali sono al corrente di questa emergenza? Ecco perché siamo qui al Consorzio: la linea di questa amministrazione è ormai quella di non dialogare con chi, come noi, aveva delle proposte per arrivare a soluzioni”.
'rete' – Ora non si esita a far intervenire le forze dell'ordine per provvedere agli sfratti, ma i servizi sociali sono al corrente di questa emergenza? Ecco perché siamo qui al Consorzio: la linea di questa amministrazione è ormai quella di non dialogare con chi, come noi, aveva delle proposte per arrivare a soluzioni”.
Al confronto - assente il presidente Gianni Ivaldi, per motivi di lavoro - ha preso parte la direttrice, Stefania Guasasco:
“Siamo consapevoli dei problemi esistenti – la sua risposta - e da un
anno e mezzo stiamo lavorando per arrivare a risolvere problemi
evidentemente non semplici. Noi, comunque, siamo qui e siamo disponibili
ad ascoltare le richieste del Movimento e delle famiglie”.
Secca
la risposta degli occupanti e, anche, di chi in via Brodolini o corso
Acqui vive: “Noi siamo lì perché siamo senza lavoro, non per scelta.
Abbiamo dei figli: cosa dobbiamo fare? Andare a vivere in mezzo a una
strada? Purtroppo, non si può scegliere tra strada e occupazione, e da
quei palazzi non ce ne andremo”.
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