Da una nota da Genova
Gli imperialisti ed i loro leccapiedi possono girarla come vogliono, ma quello che sta accadendo in queste ore nella Repubblica Bolivariana di Venezuela può essere definito in una sola maniera: colpo di Stato.
Un rovesciamento dell’ordine democratico che ha degli esecutori materiali, il sedicente presidente Juan Gerardo Guaidó Márquez, e dei mandanti ben precisi: tutti quei Paesi che si sono affrettati a riconoscere il capo dell’opposizione quale nuovo presidente della Repubblica.
Di chi si tratta è facile scoprirlo: naturalmente gli Stati Uniti d’America, veri ispiratori di tutte le manovre antidemocratiche che hanno coinvolto il Paese sudamericano sin dai tempi di Hugo Rafael Chávez Frías, ma non solo.
Hanno fatto a gara a chi arrivava per primo a sostenere il governo illegittimo di Caracas
rappresentanti di tutta una serie di altre nazioni, desiderosi di dimostrare al comandante in capo dell’esercito più terrorista al mondo la propria fedeltà.
E’ l’edizione telematica del Quotidiano Nazionale di giovedì ventiquattro gennaio a svelare chi siano i peggiori tirapiedi di Donald John Trump: Brasile, Canada, Colombia, Costa Rica, Perù, ed Ecuador.
Nessuno di questi stupisce, trattandosi di Paesi guidati da personaggi legati alla peggiore destra del continente americano.
Naturalmente, non poteva mancare l’appoggio dell’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, l’italiana Federica Mogherini, che – a nome dell’istituzione – dichiara che sostiene il fellone golpista.
Il Sole 24 Ore aggiunge altre dichiarazioni a quelle sopra menzionate; il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk: «Spero che tutta l’Europa si unisca nel sostegno alle forze democratiche in Venezuela. A differenza di Maduro, l’Assemblea parlamentare, incluso Juan Guaidò, ha un mandato democratico dai cittadini venezuelani».
E, ça va san dire, non può mancare il sostegno del presidente del Parlamento euproeo, il forzitaliota Antonio Tajani: «Contrariamente a Maduro, Guaidó ha legittimità democratica. Si devono rispettare le manifestazioni e la libertà di espressione di un popolo che è stanco di morire di fame e di soffrire gli abusi di Maduro».
Bosio (Al), 25 gennaio 2019
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
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