- info dalla stampa borghese
Zapata e Terra di nessuno nel mirino di assessore e consiglieri del Carroccio.
È guerra aperta tra il Comune e i centri sociali
genovesi. A rompere gli indugi dopo mesi di frecciatine ci pensa la Lega, che
ieri in consiglio comunale ha annunciato lo sgombero del centro sociale Tdn
Terra di nessuno del Lagaccio. Subito dopo è arrivata la conferma dell’assessore
alla sicurezza Stefano Garassino, con tanto di precisazione: «Il primo a essere
sgomberato sarà lo Zapata». Pronta la risposta dei centri sociali: «Ci
difenderemo, tutti insieme». La chiusura di Tdn e Zapata potrebbe però non
essere così semplice. Entrambi i centri sociali hanno infatti in piedi dei
contenziosi in tribunale, legati al mancato pagamento di un canone relativo alla
loro presenza in
quegli immobili. Dal punto di vista legale, quindi, la strada da seguire potrebbe non essere la richiesta di sgombero del Comune nei loro confronti: semmai quella di sfratto, che prevede tempi e procedure ben diversi.
Rischia di fare i conti con l’eredità del passato il desiderio politico di annientare i centri sociali genovesi, nel mirino della Lega già durante la campagna elettorale a favore di Marco Bucci. La volontà di venirsi incontro fa ormai parte di un’altra era politica: ed è davvero lontanissimo il 2011,
quando con Don Gallo garante e Marta Vincenzi sindaco si arrivò a una
convenzione per riconoscere giuridicamente i centri sociali. Il progetto
rallentò con la morte del prete di strada; lo sgombero del Buridda dall’ex sede
di via Bertani da parte del sindaco Doria ha poi interrotto qualsiasi dialogo. E
nonostante a Genova i centri sociali siano ormai parte della vita dei quartieri
(lo Zapata è nato nel 1994, il Tdn nel 1996, il Pinelli nel 2000), ci si ritrova
con attacchi verbali che negli ultimi due anni sono aumentati mese dopo mese.
Ecco quindi le punzecchiature autunnali del consigliere comunale Alberto
Campanella di Fdi, che ha chiesto sanzioni contro il Buridda «per aver cambiato
il colore della facciata di un edificio di pregio», riferendosi all’ex Magistero
di corso Montegrappa; o le felicitazioni della Lega per lo sgombero del centro
sociale Utopia dalle aree abbandonate dell’Eni.quegli immobili. Dal punto di vista legale, quindi, la strada da seguire potrebbe non essere la richiesta di sgombero del Comune nei loro confronti: semmai quella di sfratto, che prevede tempi e procedure ben diversi.
Rischia di fare i conti con l’eredità del passato il desiderio politico di annientare i centri sociali genovesi, nel mirino della Lega già durante la campagna elettorale a favore di Marco Bucci. La volontà di venirsi incontro fa ormai parte di un’altra era politica: ed è davvero lontanissimo il 2011,
Ieri la Lega è passata all’attacco mettendo nel mirino i due centri sociali genovesi presenti in aree di proprietà del Comune. «Il centro sociale Terra di Nessuno è un problema che questa amministrazione deve risolvere, sia per via Bartolomeo Bianco, sia per tutta la delegazione», è l’intervento del consigliere Davide Rossi durante un’interrogazione comunale. «Ci sono registrazioni sui tanti schiamazzi e sulla musica alta fino a notte fonda che disturba la quiete pubblica. Nel centro sociale vengono, inoltre, organizzati corsi di autodifesa contro le forze dell’ordine, così come già avviene nel centro sociale Zapata». Lo appoggia l’assessore comunale Stefano Garassino. «Se un centro sociale non vuole rapportarsi con l’amministrazione e non vuole pagare gli affitti, o gli arretrati, è giusto che venga sgomberato».
L’intenzione della Giunta è cogliere l’occasione dei lavori negli ex Magazzini del sale di Sampierdarena per riottenere gli spazi utilizzati dallo Zapata. Al tempo stesso, riprendersi lo slargo di via Bianco (una “terra di nessuno”, come dice il nome del centro sociale) per fondare un centro di educazione ambientale. Dal Tdn fanno sapere di non aver ricevuto comunicazioni da parte del Comune. Il ricambio generazionale del centro sociale ha quasi mandato nel dimenticatoio il contenzioso con l’amministrazione, sorto perché il pagamento del canone di affitto a un certo punto si è interrotto. Analoga la situazione nello Zapata, che non ha mai avuto contatti con questa giunta. In questo caso il contenzioso legale è nato perché il demanio – proprietario sino al 2015 dei Magazzini del Sale, ora del Comune – anni fa ha avanzato la richiesta di arretrati per sanare la presenza del centro sociale nell’edificio. La situazione di entrambi i centri sociali è quindi ben diversa da quella che ha determinato gli sgomberi negli anni scorsi di palazzi in via dei Giustiniani e in piazza delle Vigne: in quei casi si trattava di occupazioni completamente abusive.
Nell’attesa della prossima mossa da parte del Comune, Tdn e Zapata negano con decisione di organizzare corsi per difendersi dalle forze dell’ordine, come sostenuto dal consigliere Davide Rossi. «Abbiamo però una palestra autogestita di boxe», fanno sapere dallo Zapata. «E’ gratuita, partecipano un sacco di ragazzi italiani e stranieri. La nostra maestra è appena diventata campionessa nazionale».
Nessun commento:
Posta un commento