Le grandi manifestazioni, scioperi in Bangladesh degli operai, con una massiccia partecipazione delle donne, delle fabbriche tessili, dove vengono confezionati i lussuosi abiti dei marchi occidentali, e per cui ci muoiono anche centinaia di operaie - come è avvenuto poco tempo fa - sono un grido forte di denuncia e di attacco anche all'imperialismo e alle grandi industrie che sullo sfruttamento, il sudore, la miseria e il sangue degli operai fanno superprofitti.
Per questo, non basta indirizzare le campagne di solidarietà alle lotte dei lavoratori contro il governo del Bangladesh, se a questa denuncia non si unisce la denuncia in "casa nostra" e la lotta contro il nostro imperialismo.
dal Comunicato della campagna Abiti Puliti (*)
Migliaia di lavoratori in Bangladesh sono scesi in strada per protestare contro la recente revisione dei salari nel settore tessile. Quando la polizia di Dhaka ha iniziato a sparare proiettili di gomma e gas lacrimogeni sulla folla, un lavoratore è rimasto ucciso e molti altri feriti.
La Campagna Abiti Puliti, sezione italiana della Clean Clothes Campaign, condanna con forza la
violenta repressione del diritto di manifestare e chiede al governo di fermare la violenza e le intimidazioni ai lavoratori e sindacalisti e di smetterla di ignorare le loro richieste.
Il clima generale è pessimo. Le proteste si svolgono in un quadro generale disastroso per la libertà di associazione nel Paese, già evidenziato dalla crisi irrisolta del 2016 in Ashulia, quando in una settimana dozzine di fabbriche chiusero, più di 1500 lavoratori furono licenziati, circa 30 operai e sindacalisti furono arrestati e 50 leader sindacali costretti a nascondersi. Molti hanno ancora accuse pendenti nei loro confronti e sono in costante rischio di arresto.
Il governo del Bangladesh ignorò le richieste di aumento salariale nel 2016. Durante il lungo processo di revisione dei salari dello scorso anno non ha tenuto conto della richiesta dei lavoratori di 16.000 taka (164 euro). Il nuovo salario minimo per i lavoratori meno qualificati è stato fissato solo alla metà: 8.000 taka (82 euro). Per la maggior parte de lavoratori, la nuova revisione non ha praticamente corrisposto nessun aumento del salario base. Allo stesso tempo, le fabbriche stanno prendendo misure contro i lavoratori per mitigare l’effetto del presunto aumento...
Le manifestazioni si stanno svolgendo in un momento in cui gli occhi del mondo e dell’industria dell’abbigliamento sono già concentrati sul Bangladesh, dopo la controversa vittoria del partito al potere e con l’Alta Corte in procinto di decidere sul futuro dell’Accordo per la prevenzione degli incendi e sulla sicurezza degli edifici in Bangladesh...
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