domenica 13 gennaio 2019

pc 13 gennaio - Polizia fascista sempre al servizio dei padroni: Modena, un'opera di street art sull'eccidio del 1950 distrutta dalla Digos

E silenzio dal sindaco piddino presente, preoccupato solo del decoro cittadino


Modena, street art sull'eccidio del 1950 distrutta dalla Digos
L'opera prima della distruzione





Prima della commemorazione dell'uccisione di sei operai durante uno sciopero gli agenti hanno tolto una installazione del collettivo emiliano Fx.
12 gennaio 2019

MODENA - Per la questura è stato un intervento di "prassi" degli agenti che hanno considerato l'opera "inopportuna". Sgomenti invece sono rimasti chi era andato alla cerimonia e ha visto distruggere l'installazione di street art creata dal Collettivo Fx, gruppo emiliano noto nell’ambiente artistico italiano, che voleva commemorare i morti dell’eccidio del 9 Gennaio 1950, quando la polizia sparò contro i manifestanti durante lo sciopero indetto dalla Cgil contro i licenziamenti alle Fonderie Riunite di Modena (sei operai morti).
"L’opera si intitola OBIETTIVO e, giocando sul doppio significato della parola inglese SHOOTING che significa sia sparare che fotografare, sovrappone due immagini che raccontano due diverse storie: - spiega una nota di Modena Volta Pagina - una che fa riferimento alla “celebrazione” in cui il politico di turno viene ritratto dal fotografo professionista, l’altra dell’operaio che viene ucciso dal poliziotto del governo Scelba".
"L’opera ha dunque un forte contenuto politico, ma questo è tipico delle opere d’arte appartenenti al filone della street art, come la maggior parte delle opere di Bansky, ad esempio, la cui arte urbana viene spesso osannata. - aggiunge Modena Volta Pagina - In questo caso, invece, l’opera non solo è stata rimossa dalla Digos poche ore dopo, ma sono anche stati richiesti i documenti a un ragazzo che si trovava lì. Ciò che lascia esterrefatti è che la politica non si sia preoccupata di salvaguardare l’opera d’arte rimossa, di chiederne il rispetto e una adeguata documentazione. Pare l’ennesimo esempio di come l’amministrazione non sia in grado di dialogare con se stessa, con la sua storia e con l’eredità del suo territorio. Infatti, recentemente è stata accettata in donazione dalla Galleria Civica la documentazione fotografica di due opere realizzate sulle pareti delle Ex Fonderie Riunite di Modena.
L'opera - un grande pannello appoggiato su un canello di un cantiere con un disegno raffigurante un fotografo che riprende un soggetto, scena che si trasforma in una fucilazione - è stata distrutta poco prima della commemorazione in presenza del sindaco Gian Carlo Muzzarelli. La Questura spiega che ha agito di propria iniziativa la pattuglia durante il controllo prima delle celebrazioni dell’eccidio alle Fonderie.

dalla cronaca della Gazzetta di Modena:
Mentre il pubblico affluiva notando quest’opera, alle 8.45 tre agenti di polizia in borghese l’hanno letteralmente strappata e fatta a pezzi intimando ai presenti: «Non fate foto o riprese mentre la togliamo!». Dopo che l’opera è stata distrutta e gettata sotto un cartellone pubblicitario, alcuni hanno chiesto spiegazioni. A un fotografo un agente ha detto: «È una schifezza». A un altro è stato detto che era «un’opera inopportuna». Nessuna reazione successiva è arrivata dalle autorità.

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