Pas de débat avec les assassins du peuple !
01/15/2019
Avue a Montepellier
Vu à Saint-Etienne
Nessun
dibattito con gli assassini del popolo!
15/1/2019
Oggi,
Macron ha lanciato il suo “Tour dei sindaci" per il "Grande Dibattito" andando a
Grand Bourgtheroulde in Normandia. La città è stata inquadrata, squadre di alta
sicurezza schierate e uno stato quasi militare imposto per garantire che la
visita presidenziale "vada bene". Questo è un esempio della differenza che
esiste tra le masse che, ovunque esse si ribellano, si viene indebitamente
controllati, detenuti, arrestati, imprigionati, feriti, uccisi, e i capi
borghesi, per i quali si arresta e si fa andare al ritmo militare un intero
villaggio. È ovvio che non possiamo discutere con quelli che ci sparano.
Eppure,
Macron e il suo governo continuano a spargere fumo con il loro "Grande
dibattito". Questo
non è altro che una truffa in più, facendoci credere che la soluzione sarebbe nel dialogo e nella consultazione.
non è altro che una truffa in più, facendoci credere che la soluzione sarebbe nel dialogo e nella consultazione.
Ovviamente,
sono loro a stabilire le regole e a dirci cosa abbiamo il diritto di dire o
meno. Il "Grande dibattito", che dovrebbe portare soluzioni ai nostri problemi,
servirà solo a dividere il movimento orientandolo su soluzioni false, e
proveranno allora a farci credere in una vittoria della loro "democrazia" sui
"casseurs" [distruttori].
Ma
tutto questo serve soprattutto a nascondere la vera natura del sistema. La legge
fondamentale del capitalismo è che la borghesia ottiene il massimo profitto in
un minimo di tempo. E questo profitto deriva dal nostro sfruttamento:
lavoratrici e lavoratori. Perché la verità è che produciamo tutte le ricchezze
di questo sistema, ma che è la borghesia ad avere la parte più grande della
torta. Abbiamo solo le briciole. E Macron e il suo governo sono lì per
assicurarsi che nulla cambi nell'ordine delle cose. Per questo sono pronti a
tutto.
Così,
ad ogni manifestazione, ad ogni occupazione, quei cani da guardia dello Stato
che sono gli sbirri ci reprimono con maggiore violenza e i loro giudici ci
condannano e ci imprigionano "con la massima fermezza", come si suol dire. Ma la
paura non è più la stessa e cambia di camppo. E questa è chiaramente la forza di
questo movimento.
Il
movimento dei gilet gialli è riuscito a liberarsi in gran parte del pacifismo,
che condannava innanzi tutto la violenza dei manifestanti prima di attaccare la
violenza del sistema; un pacifismo che pensa che sia attraverso il dialogo che
possiamo "cambiare le cose"; un pacifismo che pensa che mettere una scheda nelle
urne sia più potente della violenza rivoluzionaria. Il movimento dei gilet
gialli ci mostra che è vero il contrario. Senza gli atti più determinati, le
assemblee popolari non avrebbero avuto più futuro delle “Nuit debout” e degli
altri tipi di movimentismo.
Quindi,
davanti alle masse che hanno deciso di alzare la testa e prendere il destino
nelle proprie mani (e soprattutto che se ne dà i mezzi!), la repressione dello
Stato s’infuria: una decina di morti; migliaia di feriti e mutilati; più di 220
prigionieri; migliaia di diverse condanne.
E
la soluzione sarebbe il dialogo? Ci sono chiaramente due campi opposti, la
soluzione non è nel dialogo, ma nella lotta prolungata fino alla vittoria. Il
loro "Grande dibattito" è una trappola che non solo dobbiamo evitare, ma anche
far fallire.
Con
ogni mezzo necessario, dobbiamo opporci a questo dibattito, denunciarlo, farlo
fallire. Ogni volta che parliamo di questo dibattito risponderemo "Nessun
dibattito con gli assassini del popolo!". Invece del loro dibattito, dobbiamo
esigere la riparazione, la giustizia e la verità per i compagni morti, feriti,
mutilati e richiedere il rilascio di tutti i compagni imprigionati, la fine dei
procedimenti in corso e la cancellazione di tutte le condanne. Questo non è solo
per i prigionieri del movimento, ma molto più ampiamente per tutti coloro che
sono vittime della violenza quotidiana dello Stato francese e della sua polizia
qui, e del suo esercito all'estero o nelle sue colonie.
Non
parteciperemo alla loro mascherata. Continueremo a rafforzare la lotta con tutti
i mezzi necessari, puntando alla durata. Continueremo a costruire le nostre
organizzazioni, gli strumenti della rivoluzione, in modo che tutta la nostra
classe e le masse che hanno fatto irruzione nella scena politica possano trovare
strumenti sempre più potenti, sempre più specifici e adatti per soddisfare tutte
le loro esigenze per la rivoluzione.
Noi
continueremo a realizzare i nostri compiti rivoluzionari per avanzare di un
passo verso la rivoluzione che andrà a sostituire la legge fondamentale del
capitalismo "massimo profitto nel minor tempo possibile" con la legge
fondamentale della transizione socialista "massima soddisfazione delle esigenze
della società nel suo insieme".
Nessun
dibattito con gli assassini del popolo!
Contro
la violenza poliziesca, autodifesa popolare!
Osare
lottare, osare vincere!
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