venerdì 18 gennaio 2019

pc 18 gennaio - La lotta dei Gilets jaunes - i maoisti francesi: "nessun dialogo con Macron!" - in italiano

Pas de débat avec les assassins du peuple !


Avue a Montepellier

Vu à Saint-Etienne

Nessun dibattito con gli assassini del popolo!
 15/1/2019
Oggi, Macron ha lanciato il suo “Tour dei sindaci" per il "Grande Dibattito" andando a Grand Bourgtheroulde in Normandia. La città è stata inquadrata, squadre di alta sicurezza schierate e uno stato quasi militare imposto per garantire che la visita presidenziale "vada bene". Questo è un esempio della differenza che esiste tra le masse che, ovunque esse si ribellano, si viene indebitamente controllati, detenuti, arrestati, imprigionati, feriti, uccisi, e i capi borghesi, per i quali si arresta e si fa andare al ritmo militare un intero villaggio. È ovvio che non possiamo discutere con quelli che ci sparano.
Eppure, Macron e il suo governo continuano a spargere fumo con il loro "Grande dibattito". Questo
non è altro che una truffa in più, facendoci credere che la soluzione sarebbe nel dialogo e nella consultazione.
Ovviamente, sono loro a stabilire le regole e a dirci cosa abbiamo il diritto di dire o meno. Il "Grande dibattito", che dovrebbe portare soluzioni ai nostri problemi, servirà solo a dividere il movimento orientandolo su soluzioni false, e proveranno allora a farci credere in una vittoria della loro "democrazia" sui "casseurs" [distruttori].
Ma tutto questo serve soprattutto a nascondere la vera natura del sistema. La legge fondamentale del capitalismo è che la borghesia ottiene il massimo profitto in un minimo di tempo. E questo profitto deriva dal nostro sfruttamento: lavoratrici e lavoratori. Perché la verità è che produciamo tutte le ricchezze di questo sistema, ma che è la borghesia ad avere la parte più grande della torta. Abbiamo solo le briciole. E Macron e il suo governo sono lì per assicurarsi che nulla cambi nell'ordine delle cose. Per questo sono pronti a tutto.
Così, ad ogni manifestazione, ad ogni occupazione, quei cani da guardia dello Stato che sono gli sbirri ci reprimono con maggiore violenza e i loro giudici ci condannano e ci imprigionano "con la massima fermezza", come si suol dire. Ma la paura non è più la stessa e cambia di camppo. E questa è chiaramente la forza di questo movimento.
Il movimento dei gilet gialli è riuscito a liberarsi in gran parte del pacifismo, che condannava innanzi tutto la violenza dei manifestanti prima di attaccare la violenza del sistema; un pacifismo che pensa che sia attraverso il dialogo che possiamo "cambiare le cose"; un pacifismo che pensa che mettere una scheda nelle urne sia più potente della violenza rivoluzionaria. Il movimento dei gilet gialli ci mostra che è vero il contrario. Senza gli atti più determinati, le assemblee popolari non avrebbero avuto più futuro delle “Nuit debout” e degli altri tipi di movimentismo.
Quindi, davanti alle masse che hanno deciso di alzare la testa e prendere il destino nelle proprie mani (e soprattutto che se ne dà i mezzi!), la repressione dello Stato s’infuria: una decina di morti; migliaia di feriti e mutilati; più di 220 prigionieri; migliaia di diverse condanne.
E la soluzione sarebbe il dialogo? Ci sono chiaramente due campi opposti, la soluzione non è nel dialogo, ma nella lotta prolungata fino alla vittoria. Il loro "Grande dibattito" è una trappola che non solo dobbiamo evitare, ma anche far fallire.
Con ogni mezzo necessario, dobbiamo opporci a questo dibattito, denunciarlo, farlo fallire. Ogni volta che parliamo di questo dibattito risponderemo "Nessun dibattito con gli assassini del popolo!". Invece del loro dibattito, dobbiamo esigere la riparazione, la giustizia e la verità per i compagni morti, feriti, mutilati e richiedere il rilascio di tutti i compagni imprigionati, la fine dei procedimenti in corso e la cancellazione di tutte le condanne. Questo non è solo per i prigionieri del movimento, ma molto più ampiamente per tutti coloro che sono vittime della violenza quotidiana dello Stato francese e della sua polizia qui, e del suo esercito all'estero o nelle sue colonie.
Non parteciperemo alla loro mascherata. Continueremo a rafforzare la lotta con tutti i mezzi necessari, puntando alla durata. Continueremo a costruire le nostre organizzazioni, gli strumenti della rivoluzione, in modo che tutta la nostra classe e le masse che hanno fatto irruzione nella scena politica possano trovare strumenti sempre più potenti, sempre più specifici e adatti per soddisfare tutte le loro esigenze per la rivoluzione.
Noi continueremo a realizzare i nostri compiti rivoluzionari per avanzare di un passo verso la rivoluzione che andrà a sostituire la legge fondamentale del capitalismo "massimo profitto nel minor tempo possibile" con la legge fondamentale della transizione socialista "massima soddisfazione delle esigenze della società nel suo insieme".
Nessun dibattito con gli assassini del popolo!
Contro la violenza poliziesca, autodifesa popolare!
Osare lottare, osare vincere!

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