Ho letto con
interesse l’articolo Cosa intendiamo quando parliamo di fascistizzazione
della società? comparso su La Città Furura n. 185 del 2 luglio
il discorso ad
un certo punto resta sospeso a mezz’aria.
“In altre parole,
la discriminante sarà rappresentata dalla possibilità o meno di dar vita
a un partito rivoluzionario capace di conquistarsi un legame organico con la
classe e produrre coscienza politica. Se ciò dovesse avvenire, e se da
ciò dovessero derivare le rotture necessarie ad aprire all'Italia la via della
salvezza, il livello dello scontro di classe salirebbe esponenzialmente e
l'alternativa "socialismo o barbarie" tornerebbe d'attualità come espressione
non di un avvenire minaccioso, ma della speranza che solo la lotta può dare. In
caso contrario, qualunque opzione politica venga a incarnare l'orrore dei
prossimi decenni, la loro cifra reale non cambierà.”
commento
“Se ciò dovesse
avvenire”: quindi bisogna farlo avvenire, direi io. Come avviene altrimenti? Per
opera dello Spirito Santo? Per un aneurisma storico? Per un processo di
formazione spontanea del partito a partire dalle lotte diffuse nei territori, o
attraverso sommatorie di piccole organizzazioni?
Dire che il mondo
andrà di male in peggio se non si forma un partito rivoluzionario è già una
buona discriminante rispetto a semplici perdigiorno e a profeti di sventura. Ma
un partito rivoluzionario è sempre nato per opera di qualcuno che ha iniziato a
costruirlo. Lenin non è partito dal partito che c’era già, ma dal partito che
bisognava costruire. L’umanità è gravida di comunismo e starà sempre peggio
finché non partorisce. Questo lo ha insegnato già Marx e la storia dopo di lui
lo ha confermato. Ma per partorire l’umanità ha bisogno di un’ostetrica. Questo
lo ha insegnato Lenin e la storia dopo di lui lo ha confermato. Come si forma
questa ostetrica? Cosa dobbiamo fare per costruire il partito rivoluzionario?
Questo quindi è il problema del nostro tempo.
Saluti
comunisti.
Ludmilla
Prandi.
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