È partita da Venaus sotto la pioggia ed è durata circa tre ore, senza
incidenti ma con un faccia a faccia con i cordoni di polizia, la marcia di
andata e ritorno del movimento No Tav diretta al cantiere della Torino-Lione di
Chiomonte, in Valle di Susa. I manifestanti erano migliaia: tra loro
anche famiglie e bambini. Il corteo si è snodato per i sentieri della Clarea
fino a raggiungere il cantiere. "La Valle che resiste. No Tav" era lo striscione
che apriva la marcia, inserita tra gli eventi del festival dell'Alta Felicità,
la manifestazione ispirata alla cultura dello sviluppo sostenibile e
all'opposizione alle grandi opere.
Tra i partecipanti i leader storici del movimento No Tav, "Continuiamo a essere vigili, attenti, non ci
fidiamo delle dichiarazioni dei giornali e vogliamo vedere atti concreti - ha
dichiarato - Perché un governo non opera con selfie, ma attraverso i documenti.
Oggi come ieri siamo quindi pronti a resistere". Alla passeggiata verso il
cantiere di Chiomonte hanno partecipato famiglie, alcune anche con bambini.
Molti i dimostranti provenienti da tutta Italia e, dall'estero, Francia e
Slovenia in particolare.
Giunto in prossimità del cantiere del tunnel geognostico della Tav, i
dimostranti hanno segato e divelto una rete metallica posta attraverso la strada
per creare un blocco intermedio sul cammino e hanno proseguito verso l'imbocco
della galleria, mentre gli agenti si ritiravano. Dopo circa 500 metri, ormai a
ridosso del cantiere, il corteo ha trovato un cordone di polizia schierato: i
manifestanti si sono avvicinati fino a una decina di metri e si sono fermati a
fronteggiare le forze dell'ordine gridando slogan contro la Tav. Dopo circa una
mezz'ora, senza che la tensione salisse e senza che vi fosse alcun incidente, i
No Tav hanno lasciato la zona e sono rientrati verso Venaus.
Al termine della manifestazione la Questura di Torino ha annunciato che una
ventina di partecipanti all'iniziativa, "non preavvisata a termini di legge" e
dunque "non autorizzata", sarà denunciata per aver violato l'ordinanza del
prefetto che vietava di superare lo sbarramento e per il danneggiamento della
rete. Sottolineando che la polizia "non ha raccolto le numerose provocazioni e
non ha reagito ai comportamenti anche penalmente rilevanti posti in essere, allo
scopo di preservare l'incolumità delle numerose persone presenti, tra le quali
diversi bambini", la nota della Questura rimarca la presenza tra i dimostranti
di due esponenti di Askatasuna, Giorgio Rossetto e Mattia Marzuoli, "di recente
colpiti dalla misura cautelare degli arresti domiciliari e liberati da pochi
giorni".
Nei giorni scorsi al cantiere della Tav, al centro
delle polemiche politiche, la protesta No Tav era tornata a farsi sentire con il
lancio di razzi e bombe carta che hanno portato la polizia a identificare 25
persone.
In un'intervista rilasciata a
Repubblica, il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino ha fatto
appello a un "moto d'orgoglio dei piemontesi" contro la minaccia di abbandonare
il progetto della Torino-Lione fatta da esponenti del governo che ascoltano
"solo chi appartiene alla loro tribù", e ha dichiarato di essere pronto a indire
un referendum perché i cittadini si esprimano su un'opera senza la quale il Nord
Ovest resterebbe isolato.
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