Lunedì la Asso Ventotto, vascello di supporto a una piattaforma petrolifera della Mellitah Oli&Gas di cui Eni detiene il 50 per cento, ha recuperato 101 persone a bordo di un gommone nel Mediterraneo riaccompagnandoli nel porto di Tripoli. Il gommone in difficoltà, come ricostruisce il deputato di Leu Nicola Fratoianni, era stato segnalato dal Centro di coordinamento e soccorso di Roma della Guardia Costiera.
Poi, è stato il
caos, tra mancante risposte di Roma e della Libia con il vascello
battente bandiera italiana che nel corso di una comunicazione radio, spiega Fratoianni, ha ammesso di “seguire le disposizioni di Eni”.
Secondo il deputato di Leu le autorità italiane
erano informate fin dall’inizio dell’intera operazione di soccorso in
quanto “la prima segnalazione di un gommone in difficoltà era partita
proprio dal Imrcc di Roma“. “È stato un respingimento collettivo”, ribadisce ricostruendo attraverso le comunicazioni radio quanto avvenuto. “Sul sistema Navtex (il sistema utilizzato dalle navi su cui
circolano i messaggi di soccorso, ndr) abbiamo ricevuto un messaggio rilanciato da Imrcc Malta ma proveniente da Imrcc Roma in cui si segnalava un gommone blu in difficoltà in area libica”, subito dopo aver ricevuto l’allarme Open Arms, a bordo della quale è imbarcato, si è mossa verso l’area indicata. “Poco dopo il Colibrì,
un aereo da ricerca francese, dà comunicazione a tutti, dunque
all’Italia, a Malta e ai libici di altri due gommoni bianchi in
difficoltà a nord di Sabratha, nei pressi di una piattaforma petrolifera”. Da Open Arms a quel punto contattano Imrcc Roma, “con un mail e per telefono,
due volte, ma non riceviamo alcuna indicazione. E comunichiamo anche ai
libici – aggiunge Fratoianni – ma a 3 dei 4 numeri non risponde nessuno
mentre l’ultimo chi prende la chiamata parla solo arabo. Poco dopo ci mandano una mail dicendoci che sarebbero intervenuti loro”. Dalla nave della Ong partono le imbarcazioni veloci per la ricerca dei gommoni, ma non trovano nulla. Poco dopo entra in scena Asso Ventotto.
“Apprendiamo che ha recuperato 108 migranti (in realtà, preciseranno più
tardi, sono 101, tra cui 5 donne e 5 bambini) – dice Fratoianni –
Contattiamo l’equipaggio che conferma il recupero,
spiegandoci di essere stati loro ad avvistare il gommone ad un miglio e
mezzo dalla piattaforma e di aver avuto indicazione di riportali a Tripoli“.
E da chi arriva questa indicazione? “La prima risposta è ‘dai libici’ –
sottolinea Fratoianni – ma subito dopo si contraddicono e affermano:
‘Stiamo seguendo le indicazioni della piattaforma per
cui lavoriamo’. Vale a dire dall’Eni”. Il deputato sostiene inoltre di
essere “praticamente certo” che Asso Ventotto abbia sbarcato i migranti
direttamente nel porto di Tripoli.
Il diritto internazionale prevede che le persone salvate in mare debbano essere portate in un porto sicuro e quelli libici, nonostante la mistificazione della realtà da parte del governo italiano, non possono essere considerati tali”. Anche l’Unhcr,
attraverso il suo profilo ufficiale di Twitter, ha spiegato di aver
acquisito “informazioni” e che se il racconto fosse confermato sono
“possibili violazioni del diritto internazionale” tenendo conto del
fatto che i porti libici “non sono sicuri”.
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