Nepal-India: la revisione del trattato commerciale inizierà il 9 agosto
Katmandu, 02 ago 16:32 - (Agenzia Nova) - Il Nepal e l’India stanno per avviare il processo di revisione del trattato commerciale bilaterale, aggiornato l’ultima volta nel 2009: i primi colloqui si terranno il 9 e 10 agosto a Nuova Delhi. Il governo nepalese ha istituito un comitato composto guidato dal sottosegretario all’Industria e commercio, Ravi Shanker Sainju, e comprendente il sottosegretario agli Esteri, Bhrigu Dhungana, e rappresentanti dei ministeri delle Finanze e della Giustizia. A guidare la delegazione indiana sarà invece Bhupinder Singh Bhalla, sottosegretario al Commercio. Il trattato prevede il rinnovo ogni sette anni; la parte interessata a modificarlo deve notificarlo alla controparte tre mesi
prima. Nel 2016 non ci fu revisione perché il Nepal, colpito dal terremoto e dai disordini interni, non provvide alla notifica. Negli ultimi anni il divario commerciale tra i due paesi si è ampliato significativamente. Due terzi degli scambi nepalesi sono con l’India. Katmandu punta, tra l’altro, a una semplificazione delle norme sull’origine dei prodotti, alla rimozione delle misure non tariffarie e del sistema delle quote riguardante alcuni beni.
Il trattato attualmente in vigore prevede alcune disposizioni vietate dagli accordi multilaterali, come il contingente tariffario e le regole di origine. Dal 2002 l’India ha imposto un contingente tariffario su quattro prodotti nepalesi: burro chiarificato, ossido di zinco, filo di rame e filati acrilici. Nuova Delhi, tuttavia, ha accettato di semplificare le regole di origine per i paesi meno sviluppati: in base a un accordo nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc), tali paesi possono esportare con un’Iva del 25 per cento beni prodotti col 75 per cento di materie prime di importazione. Inoltre, il trattato attuale prevede che il Nepal conceda all’India lo stesso trattamento riservato a qualsiasi altro paese; pertanto il negoziato tra Nepal e Bangladesh per un accesso preferenziale dei prodotti nepalesi al mercato bengalese e viceversa non è andato in porto perché il Nepal dovrebbe offrire le stesse condizioni all’India. Di conseguenza sia le esportazioni che le importazioni del Nepal sono rimaste concentrate in India.
Katmandu intende aggiornare anche il trattato di transito, che risale al 1999, con l’obiettivo di facilitare ulteriormente i flussi delle merci. Chandra Kumar Ghimire, sottosegretario al Commercio, ha spiegato che al momento ci vogliono in media 42 giorni affinché un prodotto nepalese raggiunga la destinazione di esportazione e circa 35 affinché un prodotto di altri paesi raggiunga il Nepal; inoltre, ha riferito che il costo di spedizione per container pagato dal paese è molto alto: quasi 2.700 dollari, contro i 900 dello Sri Lanka e i 1.700 dell’India e del Bangladesh; pertanto, ha affermato, “la più grande responsabilità del governo è tagliare i costi commerciali e ridurre il numero di giorni nello scambio di beni”.
Katmandu, 02 ago 16:32 - (Agenzia Nova) - Il Nepal e l’India stanno per avviare il processo di revisione del trattato commerciale bilaterale, aggiornato l’ultima volta nel 2009: i primi colloqui si terranno il 9 e 10 agosto a Nuova Delhi. Il governo nepalese ha istituito un comitato composto guidato dal sottosegretario all’Industria e commercio, Ravi Shanker Sainju, e comprendente il sottosegretario agli Esteri, Bhrigu Dhungana, e rappresentanti dei ministeri delle Finanze e della Giustizia. A guidare la delegazione indiana sarà invece Bhupinder Singh Bhalla, sottosegretario al Commercio. Il trattato prevede il rinnovo ogni sette anni; la parte interessata a modificarlo deve notificarlo alla controparte tre mesi
prima. Nel 2016 non ci fu revisione perché il Nepal, colpito dal terremoto e dai disordini interni, non provvide alla notifica. Negli ultimi anni il divario commerciale tra i due paesi si è ampliato significativamente. Due terzi degli scambi nepalesi sono con l’India. Katmandu punta, tra l’altro, a una semplificazione delle norme sull’origine dei prodotti, alla rimozione delle misure non tariffarie e del sistema delle quote riguardante alcuni beni.
Il trattato attualmente in vigore prevede alcune disposizioni vietate dagli accordi multilaterali, come il contingente tariffario e le regole di origine. Dal 2002 l’India ha imposto un contingente tariffario su quattro prodotti nepalesi: burro chiarificato, ossido di zinco, filo di rame e filati acrilici. Nuova Delhi, tuttavia, ha accettato di semplificare le regole di origine per i paesi meno sviluppati: in base a un accordo nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc), tali paesi possono esportare con un’Iva del 25 per cento beni prodotti col 75 per cento di materie prime di importazione. Inoltre, il trattato attuale prevede che il Nepal conceda all’India lo stesso trattamento riservato a qualsiasi altro paese; pertanto il negoziato tra Nepal e Bangladesh per un accesso preferenziale dei prodotti nepalesi al mercato bengalese e viceversa non è andato in porto perché il Nepal dovrebbe offrire le stesse condizioni all’India. Di conseguenza sia le esportazioni che le importazioni del Nepal sono rimaste concentrate in India.
Katmandu intende aggiornare anche il trattato di transito, che risale al 1999, con l’obiettivo di facilitare ulteriormente i flussi delle merci. Chandra Kumar Ghimire, sottosegretario al Commercio, ha spiegato che al momento ci vogliono in media 42 giorni affinché un prodotto nepalese raggiunga la destinazione di esportazione e circa 35 affinché un prodotto di altri paesi raggiunga il Nepal; inoltre, ha riferito che il costo di spedizione per container pagato dal paese è molto alto: quasi 2.700 dollari, contro i 900 dello Sri Lanka e i 1.700 dell’India e del Bangladesh; pertanto, ha affermato, “la più grande responsabilità del governo è tagliare i costi commerciali e ridurre il numero di giorni nello scambio di beni”.
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