Arresti
e sorprese per le condizioni di lavoro nelle cooperative logistiche.
Ma
queste condizioni di lavoro e di sfruttamento sono quotidiane e
generali negli appalti.
Grande spazio nella
cronaca dei giorni scorsi per gli arresti dei responsabili a vario
livello delle cooperative del consorzio Premium, facenti riferimento
come riportato nelle cronache a Bolondi. Anche nella cronaca locale
bergamasca vista la residenza di parte degli indagati.
Ma ferisce che le voci
che ogni giorno si levano dai posti di lavoro, dove le cooperative
logistiche si sono infiltrate come un cancro, coperte da normative
scandalose, in generale non vengano ascoltate e non trovino spazio le
denunce sulle condizioni neo schiaviste, con giornate di lavoro
infinite, o ridotte a poche ore per portare alla fame i lavoratori e
sottometterli, clima di terrore e licenziamenti arbitrari nei mille
posti che impiegano lavoratori con questo tipo di appalti
Con buona pace di
appaltatori e appaltanti solidali nel godersi i maxi profitti che
questo sistema genera. Denunce che i lavoratori
non fanno di certo mancare.
Le cooperative in ogni
caso si sono infiltrate ben oltre ‘i tradizionali magazzini’. Molte fabbriche, senza
alcuna ragione tecnico produttiva, hanno al loro interno tantissimi
lavoratori in cooperativa, che subiscono i medesimi soprusi. Senza
clamore, senza indagini nè interesse da parte della cronaca.
Non è quindi il marcio
o l’eccezione che vanno cercati. È questo sistema degli appalti,
in massima
parte alle cooperative logistiche, che è senza regole. O
per meglio dire dire, un sistema dove le regole le scrivono
unilateralmente padroni e soci.
Ne sono un esempio molto
diretto i lavoratori che il sistema Bolondi lo hanno conosciuto negli
anni scorsi dentro le fabbriche di Arti Group a Bergamo e provincia.
Nel 2016 è cambiata la cooperativa, ma questi lavoratori oggi stanno
ancora lottano, anche con vertenze e denunce, contro la coop CLG che
ne aveva preso il posto e gli appalti, per varie differenze
retributive, soprusi… per l’uso ricattatorio delle conciliazioni
tombali. La musica è sempre la stessa!
Un sistema che con la
loro tenace lotta hanno combattuto e denunciato centinaia di
lavoratori inascoltati del Magazzino Kamila di Brignano. Un sistema
ammesso anche nelle aule dei tribunali: ‘...ogni sera affidiamo con
sms orario e posto di lavoro per il giorno dopo a oltre 900
persone...’.
E chi non ubbidisce
annullando la sua vita privata, non viene più chiamato, o chiamato
meno...
In questi giorni stanno
arrivando a decine le diffide accertative della Direzione
Territoriale del Lavoro per le cooperative di Cisa, a conferma della
giustezza di quanto denunciato sull’illegittimità dei sistemi
usati nel magazzino kamila. Ma tanto ancora va scritto e fatto per
rendere giustizia a questi lavoratori.
È una lotta lunga,
contro un sistema strutturalmente marcio discriminante e repressivo
in ogni settore in cui si insinua. È un sistema creato per
l’intermediazione e la sottomissione della manodopera.
Solo 7 giorni fa, oltre
un centinaio di lavoratori si è riunito per denunciare e avviare una
importante mobilitazione popolare, contro i soprusi dentro le serre e
le fabbriche dell’insalata, gestite a maggioranza dalle
cooperative, tutti lavoratori immigrati, proprio nel ventre della
bestia leghista, a Telgate.
Di seguito una sintesi
dei comunicati seguiti all’iniziativa.
Gli
operai presenti all’iniziativa, organizzati o meno con lo Slai
Cobas, di diverse aziende, di differenti età, con la loro esperienza
e testimonianza, hanno tracciato la parabola dello sfruttamento:
dall’incessante aumento dei carichi di lavoro, con
l’intensificazione dei ritmi individuali e la riduzione degli
operai sulle linee, fino all’eliminazione degli operai ‘vecchi e
consumati dal profitto’.Hanno
denunciato la condizione di costante ricatto attraverso contratti di
lavoro comunque precari e di fatto senza regole perché assunti in
appalto e subappalto alle cooperative logistiche. Sottopagati per un
lavoro da schiavi. E attaccato la vergognosa normativa che regola il
settore degli appalti da sempre garantita dai governi di turno con il
governo Salvini/DiMaio al servizio dei padroni, che la conferma e la
peggiora.
Hanno
denunciato il controllo quotidiano e minaccioso che subiscono da
parte di capi e capetti, una nuova versione di caporali e kapo...
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